Fabrica Ethica
Quando a marzo 2011 uscì il suo libro Fabrica Ethica, un’utopia applicata, fece parecchio clamore perché affrontava argomenti sino a quel momento poco trattati e poco compresi forse volutamente. Fabrizia Paloscia, al contrario, era fermamente convinta della bontà delle sue idee ed è andata avanti per la sua strada, oggi le sue convinzioni sono state applicate da numerosi imprenditori e politici.
Sul suo profilo telematico, www.olomanager.it, si legge: “Sono una olomanager perché la somma di tutte le mie componenti è data da un risultato che ho voluto, curando più parti, e questo ha dato combinazioni che aggiungevano sempre senso alla mia vita e mai ne detraevano”.
Fabrizia nasce a Brindisi ma da lustri vive a Firenze, ama la Toscana ma appena può si precipita sulle rive del Basso Adriatico per respirare quell’aria marina della quale non riesce a farne a meno. Olomanager è un termine che non leggiamo tutti i giorni e che quantomeno desta curiosità, olo: dal greco antico ὅλος (holos), tutto, totale, per intero. Nel suo caso sta per manager a 360°.
“Olo racchiude tutte le mie esperienze professionali e imprenditoriali che utilizzo per promuovere cultura contemporanea. Uno dei primi progetti realizzati alcuni anni addietro è stato quello del microcredito, eravamo nel 2005 e tante aziende attraversavano momenti bui e mi incaricarono di reperire delle soluzioni capaci traghettarli verso la tranquillità. Insieme ad alcuni dirigenti della Regione con tanta pazienza ed un pizzico di caparbietà riuscimmo a far sedere allo stesso tavolo 15 banche che avevano rapporto con la Regione Toscana. Aleggiava una diffidenza paurosa ed il progetto era piuttosto malvisto e quasi deriso, ore e ore di trattativa per farli smuovere dalla loro convinzione di esprimere il ″parere insindacabile″, che tradotto nel linguaggio quotidiano sta per: decido io senza condizionamenti”.
E come è andata a finire?
“Ce la faccio a sfondare sulla ″fiducia″ e nel 2007 vengono concessi i primi finanziamenti, in tre anni circa mille imprese ottengono il credito sulla bontà del progetto imprenditoriale presentato piuttosto che sulla garanzia personale immobiliare. Sono più che certa della bontà del progetto, solo in questa maniera le imprese locali crescono e si rafforzano, bisogna modificare la cultura del passato”.
E l’olismo?
“Questo è l’olismo, un intervento manageriale con mille sfaccettature, non si può più parlare di approccio unilaterale o bilaterale, l’approccio dev’essere inteso come ampliamento di crescita collettiva”.
Tutto ciò nel campo imprenditoriale, ma nel tuo dna vi è anche un impegno costante contro la violenza.
“Anche questa è una di quelle iniziative che da anni sto portando avanti. Si deve modificare la cultura dell’intervento nei confronti di chi delinque, ovvio che quanti commettono un reato devono subire una condanna ed espiarla ma è con la prevenzione che si può sperare in una riduzione del numero di reati. In questo senso mi rivolgo alle aziende le quali non devono preoccuparsi del dipendente solo nell’orario di lavoro, guardare e controllare solo l’efficienza produttiva, no, devono badare anche a ciò che avviene al di fuori della fabbrica, dell’ufficio, del cantiere. Un esempio eclatante è stato lo schianto dell’Airbus della German Wings sulle Alpi francesi che ha causato la morte di 150 persone. Il co-pilota Andreas Lubitz aveva consultato sette medici, incluso tre sedute da uno psichiatra, alcuni di questi medici ritenevano Lubitz psicologicamente instabile e di conseguenza non idoneo a volare, però la German Wings non è intervenuta e la tragedia si è consumata. Nel mio libro riporto diversi esempi di persone in difficoltà. Fabbrica etica significa rispettare tutti ed impegnarsi a risolvere i problemi dei collaboratori perché prima o poi le loro difficoltà si affacciano nell’ambiente lavorativo e a perderci è l’intera collettività”.
Altro argomento del quale oggi si discute è il bene di consumo a chilometro zero.
“Anche questo tema lo dibatto da anni. Dobbiamo dare priorità e precedenza all’ambiente e ai diritti. È da folli far percorrere centinaia di chilometri di autostrada a prodotti agroalimentari da una regione all’altra e poi far compiere il viaggio di ritorno per la commercializzazione finale. È una filiera che va rivista e modificata, ma forse fa comodo a qualcuno e non si interviene”.
Anche se va evidenziato come esistono numerosi imprenditori che guardano e si preoccupano della qualità della vita del collaboratore dopo che ha timbrato il cartellino di uscita, un esempio è Brunello Cucinelli il quale a Pasqua ha comunicato ai dipendenti di avere a disposizione un bonus di 500 euro per i single e di 1000 per gli sposati da utilizzare per i viaggi e la cultura.
“Fortunatamente in Italia di imprenditori che si preoccupano della qualità della vita dei dipendenti ve ne sono diversi, magari sono meno noti del re del cachemire, ma ve ne sono”.
Prossimi impegni?
“Sono impegnata con un progetto nel campo della sanità, ma è in fase embrionale, magari ne riparliamo tra qualche settimana”.
Riaccende il cellulare e riparte la musichetta, la donna “olomanager” riprende a pedalare.
leMeridie
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