Facebook. Video, Instant Articles, algoritmi e il sogno di diventare Internet
Menlo Park si prende le news degli editori, il tempo degli utenti e adesso vuole il web
PRIMA GLI INSTANT ARTICLES
Solo poco più di una settimana fa, il 12 Aprile, Facebook ha aperto a tutti gli editori l’utilizzo degli Instant Articles, l’integrazione di contenuti editoriali all’interno dello stream di Facebook su dispositivi mobili. In soldoni, per leggere un articolo pubblicato sul social network non bisognerà aspettare di essere reindirizzati al sito del quotidiano in questione, ma il contenuto sarà fruibile immediatamente su Facebook in maniera più fluida e veloce.
Prima di allora solo alcune grandi testate avevano aderito al progetto: New York Times, National Geographic, Guardian, NBC, Bild, Spieger, BBc, Atlantic e Buzz Fedd. In Italia sono stati i colleghi de La Stampa, ad aprire il filone della modalità Instant.
POI L’ALGORITMO
Adesso, Mark Zuckerberg ha cambiato l’algoritmo alla base nel News Feed (la bacheca). Tanto per cambiare, vien da dire.
Insomma, una nuova “formula magica” deciderà i contenuti che visualizzeremo sulla Home, con buona pace per quei publisher che avevano appena trovato l’equilibrio con i vecchi criteri. È il digitale, bellezza!
IL TEMPO È DENARO
Secondo le modifiche, in pole position per intasare la nostra sezione delle notizie non ci saranno solo i contenuti che generano interazione, ma quelli che attirano la nostra attenzione per più tempo. Non basterà scrivere un articolo lungo, ma saranno quelli in grado di andare oltre il minuto di attenzione ad avere la meglio su quelli consultati velocemente o abbandonati subito dopo l’apertura.
Appartenere alla categoria degli Instant Article non servirà per avere un piccolo vantaggio, i nuovi criteri valgono indistintamente per tutti, i secondi di caricamento della pagina non sono rilevanti per il nuovo algoritmo.
QUALCHE RIFLESSIONE
Le ultime mosse, alle quali si aggiungono le novità annunciate nel F8 2016 (video 360°8k, realtà virtuale e intelligenza artificiale), impongono almeno tre riflessioni.
1.Gli Instant Article, amici o nemici degli editori? Con la nuova modalità di lettura i click verso i siti esterni sono aumentati del 20%, le condivisioni del 30% e il 70% di persone in meno ha abbandonato la lettura a metà a causa della lentezza del caricamento. Praticamente per gli editori è tutto guadagnato. Considerando pure che tutto ciò ha anche una ricaduta sul business delle inserzioni. All’interno delle news, infatti, si possono inserire degli spazi pubblicitari secondo due modalità: a) mantenendo la propria autonomia nel rapporto con gli inserzionisti (in questo caso il 100% dei ricavi rimane all’editore); b) lasciando gestire a FB la pratica, cedendo al social network il 30% degli incassi.
In ballo, però non c’è molto di più. Ricordiamo che con gli Instant Articles l’utente non esce mai dal recinto di FB. Sorgono, dunque, spontanee alcune domande: Facebook vuole sostituirsi ai quotidiani? Potrebbe presto trasformarsi nell’unico grande distributore di news del mondo? Noi giornalisti produrremo contenuti per FB? Se per le notizie ci si rivolge al social network, cosa resterà della fiducia verso la singola testata? Cosa accadrà al giornalismo?
2. Investire sul Tempo di navigazione ha qualcosa in comune con l’impennata dei video su FB? Se l’è già chiesto il magazine New York “Facebook punta sui video perché i video sono il futuro o Zuckerberg dice che i video sono il futuro perché Facebook ha deciso di investire sui video?”. E aggiungiamo noi, “ha deciso di investire sui video perché aumentano la permanenza sul social network?”. Il nuovo algoritmo, sembra una risposta.
- Facebook vuole diventare Internet? La creazione di un’esperienza di navigazione che risponde a tutte le esigenze dell’utente incarna forse l’obiettivo del Social Network di “essere il web”?
di Sarah Scorpati
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