Per Valentino è un podio al ghiacciolo
Il sempreverde Valentino Rossi, classe 1979, sale sul podio spagnolo di Jerez de la Frontera con l’immancabile sorriso e la sua innata spensieratezza.
Baci, abbracci e pacche sulle spalle distribuite a livello inflazionistico, ce n’è per tutti. Per tutti fatta eccezione di Marc Marquez, in cima alla classifica mondiale con 82 punti, e di Jorge Lorenzo, secondo in graduatoria con 65.
Il Valentino nazionale su due ruote riserva alla coppia spagnola un soffice movimento di labbra a denti stretti solo perché non può farne a meno.
Fra i tre campioni della Gp oltre a non scorrere buon sangue regna una temperatura siberiana che fortunatamente non viene traslocata sulle piste ove si toccano e si sorpassano i 300 km orari.
Raramente tra campioni, di qualsivoglia disciplina, si è registrato un cameratismo da bistrot, i fuoriclasse marciano a testa alta e composta, non rientra nella loro consuetudine omaggiare la borraccia al rivale o all’avversario, tranne le immancabili eccezioni.
A Jerez le telecamere sono state costrette a non riprendere neppure la consueta stretta di mano e sorriso di circostanza, quasi che Valentino, Marc e Jorge non si conoscessero o fosse la prima volta che si incontrassero.
Segno che il trio quanto a caratterino è da podio e oltre.
Alcune discipline agonistiche, in primis il rugby, insegnano che la tenzone agonistica va riposta nell’armadietto al fischio finale del direttore di gara dopo di che ci si deve accomodare su una panca attorno ad una tavola imbandita e concedersi svago e relax.
È un insegnamento che troppo spesso non viene recepito e che a volte è interpretato in maniera inversa. Quasi certamente si trasmette un segnale ai ragazzi e alla gioventù che con la sportività condivide ben poco.
Il timore che a volte, magari senza premeditazione, questo eccesso di agonismo sfoci in pista può significare corsa in elicottero verso il nosocomio più vicino. In passato episodi di questa natura ve ne sono stati, la gran parte dei quali sono stati mascherati da involontarietà o casualità.
Ma vale la pena innalzare una coppa, di qualsiasi foggia e colore, in cambio di un pronto soccorso o di una sala rianimazione?
Per i fan e per la cronaca Rossi Valentino da Tavullia, ma nativo di Urbino, nel pesarese ha brindato alla vittoria numero 113 a distanza di quasi un ventennio dal suo primo successo conseguito nella 125 il 18 agosto 1995 sulla sella di un’Aprilia a Brno, nella Repubblica Ceca. Altro passettino in avanti per sorpassare il record delle 122 vittorie dell’imperituro Giacomo Agostini. Il prossimo appuntamento è a Le Mans in Francia e quindi sulla pista di Scarperia nel Mugello domenica 22 maggio, per la consueta baldoria e traffico da capogiro.
Bruno Galante
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