London mi piaci tanto
Ho amato Londra per i suoi bus rossi, per le Houses of Parliament, per il Big Ben, per il British Museum, Waterloo Station, Docklands, per il Tamigi …
Ho amato Londra come si possono amare le cose più belle e l’ho vissuta con gioia e con paura sotto un sole caldo, luminoso, senza ombrello o paraventi.
Ho amato i suoi parchi verdissimi, e il corpo ha goduto del contatto dell’erba, delle margherite, delle numerose foglie secche rimaste: foglie che per civetteria l’inverno ha voluto lasciare a convivere con la lussureggiante estate.
Ho amato Londra per i suoi double decker rossi, i suoi eleganti taxi neri, i trasparenti cancelli di Buckingham Palace e le guardie rosse e nere, nere e rosse.
Ho amato Londra come si possono amare le cose più desiderate e l’ho vissuta con gioia e paura nelle profondità di una terra senza cielo.
Ho percorso le sue distanze sulle linee colorate della metropolitana ma il corpo ha avuto paura di perdersi nell’anonimato, nelle scritte pubblicitarie, nelle precise indicazioni di marcia.
Ho allora desiderato di vedere il cielo e di bagnarmi a un temporale d’estate.
Ho amato la pace dei giardini inglesi: oasi di verde e di fiori ritagliate lontano dal frastuono della città ed il mio cuore ha esultato nel giardino di Joyce e di Arthur Chown, mentre mi gustavo il tè in splendide tazze di porcellana cinese vicino alle sculture in legno di Arthur.
Ho amato al mattino il cinguettio degli uccelli, e alla sera scrutare fuori dalla mia finestra sotto il tetto le fronde di grandi alberi.
Ho amato il colore del tè, la colazione con pane, burro e marmellata, quella meravigliosa di arance fatta da Joyce.
Ho amato l’ospitalità di Lena McGee, le sue sorprese, la stanza sotto il tetto e il melon boat.
Ho amato i colori del mondo dell’ “International House” e mi sono sentita anch’io un poco regina studiando così vicino a Buckingham Palace.
Ho amato Londra come si può amare la prima volta nella vita, l’ho vissuta con gioia e con paura sotto il cielo o cercando l’azzurro.
Ho amato la musica del carretto dell’omino dei gelati, i giornali venduti per strada, il Tamigi con le sue sponde e i parchi verdi, verdissimi, piccole margherite, grandi fronde ondeggianti e il rumore che fa tra le mani una foglia secca.
Carmelina Rotundo
il tratteggio,mirabile, di Londra mi riportano alla mente
i giorni ivi trascorsi in più occasioni.
complimenti
Che voglia di partire, di tuffarsi nella magica atmosfera di London: non esserci mai stati è un vero peccato anche se le immagini che ci restituisce questo racconto sono talmente nitide e belle che l’impressione è quella di averla già visitata.
Magica Londra, e… Magica Carmelina.
ho amato Londra…attraverso questo articolo