Il futuro c’è già, stop a messaggi depressivi
È triste che venga rincarata la dose di preoccupazione sui giovani. Perché aggiungere il tema di una pensione quasi negata per questa parte della popolazione? Ma se tutto è in movimento… perché non coadiuvare il cambiamento?
Perdonatemi se…. sento che ci si debba concentrare su come tutto sia in itinere, e fa proprio male agire con una comunicazione di questo tipo sulla platea dei giovani italiani.
Non si può scherzare con simili gittate comunicative, perché ledono l’equilibrio psichico che i giovani stanno tenendo per superare questo fossato pieno di mostri.
È una fiaba sacra di vita, il fossato si supera e, proprio per aver vissuto questo, si comprende, ci si tempra e l’incontro positivo arriva.
L’Italia è piena di innovazione ad altissimo livello, perché rimaniamo il talento del mondo, l’intelligenza creativa, il luogo più bello per cui questo si combina dentro di noi e si materializza. La genialità di cui l’Italia è capace sta tutta in potenza in moltissimi territori dove si sta sprigionando e diventando realtà, se non lo è già diventata.
L’Italia è anche piena di innovazione di processo ad alto valore aggiunto di sobrietà e rispetto, che è una risposta sana ed efficiente a tutto lo spreco che è avvenuto specialmente nell’agroalimentare e nella grande distribuzione e ristorazione organizzata. E la Sicilia ne sa qualcosa con le arance e altro (Consorzio Le Galline felici).
Non si tratta di essere renziani, questa è una osservazione della realtà che va oltre le solite filiere di informazione.
Nell’immaginario depressivo che si è consolidato se si pensa alla Sardegna si pensa alla povertà, alle miniere del Sulcis che oggi sono in una sfida di riconversione green tutta impiantata sulle risorse locali boschive di scarto che sta avviando un biodistretto (Renovo).
Ma la Sardegna è anche il distretto tecnologico di Pixinamanna, una nuova valley italiana, dove il top delle tecnologie ICT unite alle capacità di aggregare informazioni dal web e per il web sta occupando e occuperà sempre di più i giovani sardi più qualificati.
Se pensiamo alla Puglia pensiamo alla xylella ma anche al Salento e all’effetto pizzica. Però la Puglia è anche tecnologia raffinata, eccellente nelle tecnologie medicali e diagnostiche, nelle terapie adroniche (Itel).
La Puglia è la centrale italiana delle preparazioni galeniche (Farmalabor) …. e tante altre cose.
In Toscana sta per avviarsi una partita green, super tecnologica con un mezzo quadricipite elettrico dotato di un coefficiente di innovazione straordinario in ogni suo particolare, è a Colle Val d’Elsa e impiega più di 70 fra ingegneri, informatici, e molti altri ruoli ad alta preparazione (Alfazero).
Tutto questo è già, e presto questo mezzo elettrico arriverà sulla scena italiana per aiutare alla conversione ecologica della mobilità urbana.
Dal Sud al Nord l’Italia è in pieno fermento, perché la realtà che è tutta cambiata, aumentata, andava capita, digerita e riorganizzata. Ma, poiché siamo vivide intelligenze che hanno saputo non arrendersi nei covi della ricerca e dell’innovazione scientifica e sociale, vi sono focolai dappertutto di grande rilievo ed aprono le porte ad assunzioni qualificate.
La manifattura inoculata di tecnologia sta andando verso le produzioni 4.0. Cioè tutto è organizzato con tecnologie raffinate di monitoraggio, di tracciabilità, di stampanti 3d, di radio frequenze che controllano tutto ciò si può combinare con lo scambio di informazioni fra aziende che fanno parte di filiere produttive.
Eppoi c’è tutta quella innovazione, che va a destrutturare i percorsi che hanno seguito il pensiero unico, è un altro ambito assai peculiare che l’Italia ha. Si tratta di tutte quelle microfiliere che stanno garantendo il recupero della biodiversità, delle semenze antiche, che coltivano dal biologico al biodinamico, che usano il suolo con rispetto e cura delle relazioni con i collaboratori e i consumatori.
Le filiere delle produzioni attente a non impoverire il terreno ma facendolo rivivere come prezioso dono dato in prestito a questa generazione.
Vi è quindi innovazione in tutti i sensi, si tratta solo di aiutare l’emergere di tutte queste aree che andranno a inanellarsi per rivelare la nuova collana produttiva Italiana. Che è vitale, molto vitale ma …
Di una cosa non bisogna scordarsi questa volta. Non possiamo concederci di sbagliare.
Tutto ciò che nasce deve fare un patto forte per una qualità olistica dello sviluppo[1]. Cioè tutta la cultura e l’azione imprenditoriale deve impegnarsi ad agire in modo socialmente responsabile cioè rispettoso delle persone in ogni ruolo professionale, dell’ambiente, delle aziende fornitrici e subfornitrici, della sicurezza di tutti i lavoratori e dei consumatori, dei territori vicini e lontani che entrano in contatto con la produzione.
Quindi di tanta legalità e trasparenza in grado di poter rendicontare in qualsiasi momento tutta la qualità creata e come è stata creata.
Ma ancora di più, in grado di occuparsi della famiglia, unità funzionale di importanza strategica per tutto ciò debba essere e avvenire in una società civile cioè umana.
Con una qualità olistica dello sviluppo saremo in grado di riformulare un sistema di futuro garantito per i giovani quando non lo saranno più.
Un’Italia forte e splendente c’è già, per favore chiediamo che ce la raccontino.
Qui si può fare.
fabrizia paloscia – olomanager
[1] Fabrica Ethica, un’utopia applicata. Costruire in modo olistico la responsabilità sociale delle imprese
EdiFir maggio 2011- Edizioni Firenze
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