La torre d’argilla e la torre di Bilderberg
Il 18 aprile 1951 a Parigi il Belgio, la Francia, la Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi firmano il trattato per la cooperazione del carbone e della siderurgia, si getta le basi per la nuova Europa non si potranno fabbricare armi e materiale bellico.
Si elimina in questa maniera l’odio e i conflitti che hanno seminato sangue, miseria e odio nel vecchio continente per oltre 15 secoli.
Dal 29 al 31 maggio 1954 nell’albergo Bilderberg di Oosterbeek, in Olanda e a pochi chilometri dal confine con la Germania, si riuniscono una settantina di personalità provenienti dalla parte occidentale del globo.
Non appartengono al proletariato e neppure alla classe operaia.
Vi sono personaggi di spicco della finanza, dell’industria, dell’economia, della politica.
Sul biglietto di invito, carta intestata del Palazzo Soestdijk (è uno dei quattro palazzi ufficiali della dimora dei reali d’Olanda), vi è scritto:
“Apprezzerei sinceramente la Vostra presenza alla conferenza internazionale, senza carattere ufficiale, che si terrà in Olanda a fine maggio. Questa conferenza vuole esplorare una serie di questioni di grande importanza per la civiltà occidentale, e si propone di stimolare la comprensione reciproca e la buona volontà attraverso un libero scambio di opinioni”.
Segue la firma di Bernhard zur Lippe-Biesterfeld, principe e consorte della regina Giuliana d’Olanda.
Il principe è tra i fondatori e presidente del gruppo, lo rimarrà sino al 1976, anno in cui viene travolto dallo scandalo Lockheed Corporation per via di una tangente aggirantesi su 1,1 milioni di dollari, dovuti alla vendita di aerei caccia all’aereonautica olandese.
Al tavolo della tre giorni si accomodano anche sette connazionali: i politici Alcide De Gasperi, Giovanni Malagodi, Raffaele Cafiero e Paolo Rossi, l’industriale Alberto Pirelli, il presidente della Fiat Vittorio Valletta e il nostro ambasciatore a Parigi Pietro Quaroni.
Ufficialmente si tratta di discussioni informali tendenti a favorire il dialogo tra l’Europa ed il Nord America sulle problematiche che affliggono il pianeta dopo un conflitto che ha fatto registrare milioni di morti tra i vinti e i vincitori.
Regola inviolabile è che i partecipanti sono liberi di utilizzare le informazioni e le notizie sulle quali si dibatte, però esiste un irrisorio vincolo: l’identità dell’oratore, come pure tutti i nomi degli altri partecipanti non possono essere rivelati.
A cosa è dovuta la rigida segretezza visto che una delle motivazioni della Seconda Guerra è stata quella di ridare libertà e democrazia a milioni di europei? Quale è la vera ragione per cui gli élitari si comportano alla stregua della risorgimentale carboneria? Quali sono i temi affrontati che necessitano di rimanere al buio? Per timore di cosa?
Esiste una ininfluente differenza: quelle migliaia di ragazzi del primo Ottocento erano costretti all’anonimato per evitare la bara, per non salire sul patibolo, per non accarezzare il sogno della forca o della fucilazione.
I partecipanti a queste riunioni ristrettissime con molta probabilità tale rischio non lo corrono.
Il luogo dell’incontro diventa zona rossa e invalicabile, divieto assoluto di avvicinarsi a fotografi e giornalisti, è un pullulare di polizia in divisa e in borghese per tutelare il manipolo che decide le sorti globali della finanza e dell’industria.
Qualcuno sostiene che vi sia la presenza persino dei corpi scelti dell’esercito.
Probabilmente neppure il G8 applica regole di sicurezza così protettive, senza dimenticare che ognuno di costoro viaggia e circola con uno stuolo di guardie del corpo.
Per quel periodo sono “sequestrati” alberghi e ristoranti nel raggio di diversi chilometri, giusto per non offrire a curiosi ed intrusi la possibilità di affacciarsi e origliare.
Se è vero che uno degli scopi delle riunioni è quello di stabilire come debba procedere la finanza, l’economia e l’industria a Bruxelles e Washington, che bisogno abbiamo di centinaia di politici nei due continenti?
Se le strategie della politica concreta vengono adottate dal club Bilderberg non sarebbe il caso che a milioni di cittadini venga risparmiato l’onere di sostenere le migliaia di parlamentari che mensilmente si presentano alla cassa per riscuotere lautissimi stipendi?
Ogni anno verso metà, fine primavera, dal lontano 1954 si sono sempre salutati e abbracciati, negli ultimi tempi la cerchia è stata allargata a 120, 150 prescelti e tra un mese, dal 9 al 12 giugno, la località prescelta è Dresda, in Sassonia, un tempo paese d’oltrecortina.
Per quanti avessero dimenticato Dresda è quella città tedesca, sull’Elba, che dall’agosto 1944 all’aprile del ‘45 fu praticamente rasa al suolo. In soli tre giorni, il 13, 14 e 15 febbraio i bombardieri dell’USAAF (Usa Air Force) scaraventarono 2700 tonnellate di bombe su un territorio più volte preso di mira dalle fortezze volanti alleate.
Riprendendo Bilderberg e i suoi soci, va ricordato che alle riunioni un assiduo frequentatore è stato Mario Monti insieme a Romano Prodi, ma hanno presenziato anche il sindacalista Uil Giorgio Benvenuto, Carlo Azelio Ciampi, Valter Veltroni, Emma Bonino, Lilli Gruber, Guido Rossi che è stato commissario straordinario della Figc nel 2006 all’epoca calciopoli e che si è preoccupato di maltrattare quelle magliette che non fossero colorate di nero e di azzurro, infine il 29 maggio 2014 a Copenaghen partecipa anche Monica Maggioni la quale il 5 agosto 2015 diventa presidente della Rai.
A questi rinomati signori va dato il merito del silenzio assoluto, giammai si è venuti a conoscenza degli argomenti oggetti del dibattito e dei vari interventi, nessuno di loro si è azzardato a raccontare quanto si sono detti, né ufficiosamente né tantomeno ufficialmente, chissà se tra le mura domestiche qualche frase la pronunciano.
In alcune aree geografiche della penisola per tale comportamento si utilizza un sostantivo la cui etimologia appartiene al cantore Omero.
Bruno Galante
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