Isola d’Elba esplosioni di emozioni
Dalle finestre, che si aprono salendo sui tre ordini dei palchi del Teatro dei Vigilanti scorci d’Elba.
Han toni caldi le tegole di cotto dei tetti “abbronzati” oggi dai più luminosi raggi che il sole potesse avere e tenui color pastello le facciate delle dimore elbane, case socievoli, le une vicine alle altre, quasi come se avessero paura della solitudine. Sul mare flotte di barche a vela bianche, traghetti che, nel moto del pendolo di andata e ritorno, collegano la terra ferma all’isola; mare, colline con due “montagne” di nuvole bianche leggerissime che aleggiano sulle loro cime in un cielo oggi, celeste paradiso.
Al primo istinto di salire e dar spazio e tempo allo sguardo, per le visioni dall’alto del teatro e degli scorci paesaggistici, segue il desiderio di sedere in platea: Napoleone in veste di Apollo il dio della Musica dipinto da Vincenzo Antonio Revelli, la dea fortuna bendata, il gallo.
La platea e i palchi intanto si vanno animando di visitatori, non di spettatori, in questa stagione dell’anno.
Nell’immensità del ricordo, dove e quando spazio e tempo coincidono all’infinito la mente ricollega i fili, dalla Cappella del Carmine fatta costruire nel 1618 dal governatore Orazio di Borbone conte di Sorbello per suo sepolcro che, nel 1715, diverrà la magnifica chiesa del Carmine. Napoleone vi incastonò il teatro inaugurato il 24 gennaio 1815. Ritorno al dipinto ottagonale: la dea fortuna, seduta sullo scoglio, ha in mano la bandiera elbana: su sfondo bianco la fascia trasversale rossa su cui Napoleone volle ricamate, in oro, 3 api, simbolo di operosità, in volo dal basso in alto.
La cupola in alto del Teatro dei Vigilanti è foderata in velluto dello stesso tono verde acqua di tutti gli arredi: poltrone e tende.
Per la cura e la gestione del Teatro dei Vigilanti provvedeva l’Accademia dei Fortunati, poi dei Vigilanti.
Nella cupola del teatro si apre un rosone da cui era fatto calare il lampadario. Chiuso fino agli anni trenta fu riaperto per ospitare balli e feste fino a divenire cinema. Ancora un periodo di crisi nel 1952, negli anni ’60 fu acquistato dall’amministrazione comunale subito dopo iniziarono le ristrutturazioni. Dell’antica chiesa rimangono le colonne laterali e l’abside completamente incastonata dietro il palcoscenico. I restauri, conclusosi nel 1997, hanno restituito nuova vita al teatro con una serie fortunata di edizioni di spettacoli tra cui il festival internazionale “Elba, isola musicale d’Europa”
Portoferraio le miniere di ferro Napoleone, i bombardamenti che radono al suolo intere zone dell’isola, sterminano famiglie, ma qui si cerca di reagire di ribaltare le sorti e la storia si stempera in case dipinte pastello le une vicine alle altre a farsi compagnia.
Con le reazioni degli elbani:”Qui si vive bene”.I sentieri della mia anima si aprono alla felicità quella leggera che, senza peso, invade l’ anima. Dovevo percorrere quei sentieri con Cesare, lui assurdamente, ossessivamente travolto in un eccesso di frasi dove l’essenzialità dei contenuti era sempre scandita da parole negative: no.
Grande è il rispetto per Napoleone il corso, l’imperatore vi soggiorno da maggio 1814 a febbraio 1815.
Dagli elbani sovente odo delle frasi di elogio nei confronti di Bonaparte: “ha fatto molto del bene”, oppure: “ha ristrutturato l’unico dei 4 mulini rimasti creando la sua dimora, attualmente adibito a museo”, mentre altri vanno sul concreto “ha provveduto a dotare la città intiera di fognature”, i nobili e gli artisti si soffermano su aspetti un po’ più d’èlite: “ha voluto il teatro e ideato la bandiera con le tre api ricamate in oro zecchino”.
Gli isolani con molta probabilità detengono un record nazionale: il Municipio più dolce. Difatti la sede comunale risiede nel Palazzo della Biscotteria.
Eden del Mediterraneo quest’isola incantata dell’Arcipelago Toscano, lo sguardo rivolto verso un cielo celeste trasparente, paradiso marino di acque cristalline popolate di pesci su terre ricche di piante, affondano le radici il ginepro fenicio, il ginepro coccolone, la ginestrina della scogliera, il malvone, il limone delle coste rocciose, la camomilla di mare, il trifoglio di mare, erba dei frati, e tante tante altre specie ancora che inebriano lo sguardo e l’animo. Come contorno a tali delizie della natura terrestre una miriade di stelle marine.
Il tempo vola ed il ritorno si appropinqua, il traghetto ci riporta nell’italica penisola ma una parte del cuore lo deponiamo in un angolo recondito di quest’isola cara alla storia e a milioni di turisti.
Carmelina Rotundo
Ciao Carmelina,
complimenti per gli articoli scritti!
I tuoi interessi sono molteplici…
Brava!
Carolina Mazzetti