359 Bandiere Blu
Sono state consegnate nell’Aula Convegni del CNR a Roma le 359 Bandiere Blu. Tale riconoscimento è stato istituito nel 1987 dalla FEE, Foundation for Environmental Education, per quelle località marine che rispettano la pulizia, l’ambiente e l’educazione allo sviluppo sostenibile. Siamo quindi alla XXX edizione, i comuni che ne hanno ottenuto un numero maggiore sono Grado (Gorizia) con 28, ha saltato le prime due edizioni, poi Lignano Sabbiadoro (Udine) e Moneglia (Genova) con 27.
Per essere incluse nel ristrettissimo delle località premiate occorre rispettare alcuni parametri quali l’alta percentuale nella raccolta differenziata, buona dislocazione di parcheggi, piste ciclabili, eccellente qualità delle acque di balneazione, ottimi accessi e servizi al mare anche per i diversamente abili e qualche altra raccomandazione.
La sede della Fee è in Danimarca, si tratta di una fondazione no profit, ed è presente in 73 Paesi nei 5 continenti.
Su circa 7500 chilometri di coste che circondano la penisola, le due isole maggiori e quelle minori, significa che incontriamo una Bandiera Blu ogni 20 chilometri e francamente sembrano tanti.
Se poi ci raffrontiamo con le coste spagnole che non raggiungono i 2500 chilometri ci accorgiamo che noi italiano utilizziamo il triplo di territorio disponibile per la balneazione. Non prendiamo in considerazione la Grecia e la Turchia che di spazio ne posseggono parecchio meno, come pure la Francia.
La Fee ogni anno incrementa il numero di Bandiere verso le nostre spiagge ma sono contentini che procedono a passo di lumaca.
Tanto per intenderci la Spagna nel 2016 ha ricevuto 686 riconoscimenti, la Turchia 444 e la Grecia 430, mentre la Francia solo 400. Ciò potrebbe significare che noi italiani, vocati per il turismo e con tradizioni secolari, ancora non abbiamo ben compreso che il turismo è una risorsa inesauribile e che i turisti vanno premiati e non sbatacchiati.
Aggiungiamoci che oramai per reperire un metro di spiaggia libera bisogna alzarsi di buon mattino e percorrere chilometri e chilometri ed una volta scovatolo ci si accorge che le sardine sott’olio dispongono di maggiore spazio.
Scorrendo l’elenco delle località premiate balza subito all’occhio l’assenza di città rinomate a livello internazionale quali Amalfi, Gallipoli, Portofino, Porto Cervo, Porto Rotondo, Sorrento, Taormina e tantissime altre ancora.
A cosa è dovuta l’irreperibilità?
È questione di snob o di puzzetta sotto il naso per non confondersi col resto della truppa? Oppure, magari, si tratta semplicemente di non rispettare le regole e le indicazioni della Fee e di conseguenza del bagnante e del turista?
La Toscana su poco più di 250 chilometri di costa ha ottenuto 19 riconoscimenti, alla Sardegna che è bagnata dal mare in tutte le direzioni gliene hanno assegnato 11, ossia poco più della metà, mentre alla Sicilia hanno consegnato appena 6 drappi, ovvero una miseria e una presa in giro per i milioni di bagnanti che entrano nello splendido mare che accarezza l’isola.
Tutto ciò significa forse credere fermamente nel turismo? Ma i signori politici regionali, provinciali e comunali se le pongono talune domande? Oppure sono convinti che le colpe, tutte e indiscutibilmente, alberghino sempre e solo a Montecitorio e a Palazzo Madama?
A meno che siano persuasi che i signori della Fee agiscano in malafede e con le precise intenzioni di privilegiare le spiagge della Spagna, della Grecia, della Turchia e della Francia.
Dato che oramai una buona percentuale di politici ci ha abituato alle stranezze più illeggibili potrebbe essere che alcuni di loro si siano convertiti a quest’ultima ipotesi.
Chissà se sono a conoscenza della recente ricerca portata avanti dalle Università di Urbino e Perugia secondo la quale viene evidenziato un aumento di soddisfazione da parte dei turisti dell’88% nei confronti dei comuni Bandiera Blu e addirittura si riscontra un irrobustimento d’immagine del 94%. Tali percentuali vogliono anche significare incremento di presenze, pubblicità nazionale senza dover investire un centesimo e incentivazione al riempimento di alberghi e ristoranti.
Claudio Mazza, presidente nazionale della Fee, si è dichiarato soddisfatto dell’aumento registrato rispetto al 2015, pochissime unità, del comportamento delle amministrazioni locali e del miglioramento della qualità delle acque. Poi ha aggiunto che rafforzerà la collaborazione con le Capitanerie di Porto per verificare che i criteri comportamentali vengano osservati anche dopo il riconoscimento della Bandiera Blu considerando che di furbetti in circolazione ve ne sono in abbondanza.
Visto che nei mesi estivi nelle località balneari le casse municipali si rimpinguano copiosamente perché non destinare parte del ricavato per esaudire quanto desiderano i responsabili della Fee?
Bruno Galante
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