Grana Padana Dop contro l’ipertensione e il colesterolo
Il Made in Italy è la moda, sono i vini ma è anche l’alimentazione, in questo comparto bisogna evidenziare i formaggi e tra questi un posto di rilievo lo occupa il Grana Padano Dop, per tale motivazione i nostri prodotti sono i più contraffati al mondo, li copiano in Cina e in tutto l’Estremo Oriente e non solo.
Tra i tantissimi riconoscimenti che il prodotto alimentare italiano riceve vi è anche quello della scienza medica. In questi giorni a New York si è tenuto il congresso della American Society of Hipertension durante il quale è stato presentato uno studio da cui risulta che il Grana Padano Dop contribuisce a ridurre la pressione arteriosa in quanti sono afflitti dalla ipertensione.
Lo studio clinico è stato guidato dal dr. Giuseppe Crippa, dell’Unità Operativa di Ipertensione dell’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, e dall’Istituto di Scienze degli Alimenti della Nutrizione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Ricercatori e studiosi hanno dimostrato che mangiando 30 grammi di Grana al giorno, quello stagionato 12 mesi poiché ricco di tripeptidi che possiedono proprietà ACE-inibitori, i valori della pressione alta si abbassano notevolmente.
Questo il pensiero di Giuseppe Crippa:
“Sono infatti questi frammenti proteici che si sviluppano nella fermentazione del latte ad opera del Lactobacillus helveticus che inibiscono l’enzima che fa aumentare la pressione arteriosa producendo la conversione dell’angiotensina, queste molecole raggiungono la massima concentrazione nel Grana Padano stagionato 12 mesi, quello che troviamo a disposizione sul mercato e che noi abbiamo somministrato ai pazienti che non erano riusciti a stabilizzare la loro pressione arteriosa nei 3 mesi precedenti. Al momento dell’inizio della ricerca in tutti i pazienti la pressione era maggiore 140 mmHg per la sistolica e/o maggiore di 90 per la diastolica. Dopo 2 mesi di trattamento con Grana Padano i livelli pressori si sono ridotti in modo significativo (- 6 mmHg per la pressione sistolica e – 5 mmHg per la pressione diastolica) e, nella maggior parte dei pazienti, la pressione si è normalizzata. È ragionevole pensare che l’effetto antipertensivo ottenuto con il Grana Padano DOP non sia facilmente estendibile ad altri tipi di formaggio perché la specie dei lattobacilli utilizzati, il tipo di caseificazione, la durata e le caratteristiche dell’invecchiamento del Grana Padano sono del tutto particolari e non facilmente riproducibili”.
A lungo il formaggio ed i latticini sono stati considerati non propriamente amici della salute per il contenuto di sale, grassi e colesterolo. Gli studiosi hanno evidenziato che in 30 grammi di Grana Padano vi è molto meno sodio che in una rosetta di pane e tantissimo meno che in una pizza, si trovano 32 mg di colesterolo, una quantità modesta rispetto a 220 mg che rappresentano il livello medio giornaliero suggerito per un adulto.
“Nei pazienti che hanno partecipato allo studio non si è osservata alcuna modificazione nei valori di colesterolo totale e HDL, trigliceridi, glicemia, sodiemia e potassiemia, e cosa sempre interessante non si è modificato il BMI, cioè non sono ingrassati. Lo studio dimostra che il Grana Padano svolge un’attività nutraceutica contro l’ipertensione senza modificare altri valori importanti per la salute, è quindi lecito pensare, come molti altri studi hanno evidenziato, che il grasso di latte e derivati non sia gravato da quel rischio cardiovascolare tipico di altri grassi d’origine animale”.
Per gli amanti del Grana è una confortevole notizia, per quanti soffrono di ipertensione è una buona nuova di sollievo e di ulteriore speranza come pure per tutte quelle persone che devono tenere a bada e sotto controllo il colesterolo.
Delle lodi al Grana Padano ne tesse anche la nutrizionista Maria Letizia Petroni dell’Istituto Auxologico Italiano poiché “per oltre il 40% si trattadi grassi instauri, cioè utili all’organismo, questo perché nel processo di produzione, il latte fresco viene decremato, ossia scaldato a 40 gradi in modo che possa essere eliminata la componente grassa che affiora in superficie, usata nella fase successiva per produrre il burro. Mentre per quel che riguarda il colesterolo, ne contiene pochissimo, meno di 100 milligrammi per etto, al punto che rientra di diritto anche nelle diete di chi soffre di ipercolesterolemia grave”.
Ennesimo successo del Made in Italy e della dieta mediterranea.
La Redazione
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