Sconosciuti dentro a un letto
È già un cult.
Dieci coppie di persone si tolgono reciprocamente gli abiti, studiandosi con circospezione, curiosità e un po’ di pudore (forse) e vengono “chiusi” dentro a un letto, con lenzuola di candido bianco, simbolo di purezza e castità.
Alcuni dopo i primi minuti tentano lo sfioramento, altri si mettono su un lato del letto, ben lontani dal compagno-a appena conosciuto, con sguardo e mimica facciale che lasciano trasparire il rifiuto della persona che è toccata in sorte.
Ma tant’è, devono stare al gioco, ormai, ma quanto è difficile!
In altri casi, rari, scoppia la passione e quando è nell’aria anche gli spettatori la percepiscono nettamente.
Alla fine degli anni ’50 W. Masters e V. Johnson furono i primi ad effettuare degli esperimenti per studiare i comportamenti sessuali umani, avvalendosi di centinaia di volontari, i risultati poi furono pubblicati sul volume L’atto sessuale nell’uomo e nella donna.
Una delle conclusioni più interessanti di queste ricerche è che la sessualità femminile non è gerarchicamente inferiore a quella maschile: ha estrinsecazioni diverse; ma ciò non significa che diverse siano le esigenze sessuali della donna media rispetto a quelle dell’uomo.
La ricerca suscitò polemiche e discussioni in tutto il mondo e questo reality vuole prendere spunto proprio da quei ricercatori.
Nel programma l’obbiettivo è quello di capire se, in 30 minuti, i due soggetti sono compatibili.
Una parete proietta delle immagini che suggeriscono, alle due persone, cosa “fare” e cosa dire, in totale libertà. Fuori campo una voce descrive ciò che accade intimamente (strano ma ci azzecca quasi sempre) nei due soggetti, spiega il perché di determinati comportamenti, insomma, sembra quasi un documentario di Angela, molto professionale, comico in alcuni momenti, vista la situazione decisamente non usuale, con gaffe e movimenti di avvicinamento e allontanamento che spesso provocano ilarità negli spettatori.
Non conta l’età, vediamo coppie di 50enni, ma anche ragazzi e ragazze appena maggiorenni, forse più “genuini”, impacciati davanti alle telecamere, qualche viso già conosciuto perché reduce da altri programmi e lo si nota dalla disinvoltura con cui si muovono, sembra che abbiano passato la vita dentro a un letto a fare amicizia.
In un’epoca dove ci si basa molto sull’esteriorità, questo esperimento sembrerebbe essere stato creato proprio per dare valore alla fisicità, più che ai sentimenti e ai valori che, sinceramente, mi chiedo quanto possano venire fuori in mezz’ora di conversazione, dove gli odori e persino la grana della pelle dell’altro ti possono condizionare a tal punto da non farti vedere nient’altro.
Caterina Silvia Fiore
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