La fotografia istantanea è più viva che mai
Le fotocamere istantanee Polaroid hanno segnato la storia della fotografia nella seconda metà del ‘900: dalla prima storica Polaroid Land Camera Model 95 del 1948 fino all’avvento della fotografia digitale. La tecnologia dello sviluppo istantaneo fu ideata dallo scienziato Edwin Land, fondatore della Polaroid. Il principio era semplice: una pellicola negativa sovrapposta ad una positiva come un sandwich, una sostanza chimica in grado di far sviluppare velocemente il negativo e un’altra sostanza chimica in grado di trasferire l’immagine dal negativo al positivo, il tutto in circa un minuto. Insomma, una “camera oscura” concentrata in pochi centimetri cubici.
Il principale motivo del suo successo era la possibilità di ottenere immediatamente una stampa senza dover attendere giorni per farla sviluppare da un laboratorio. I principali limiti erano la qualità inferiore a quella ottenibile dalle altre macchine professionali, i pochi scatti (costosi) a disposizione, la difficile riproducibilità della stampa che era sostanzialmente un’opera unica.
Ma l’unicità dell’opera fu anche il suo punto di forza, dato che una delle critiche da sempre mosse da pittori e scultori alla fotografia come forma d’arte fu proprio la facile riproducibilità in serie dell’immagine stampata. Quindi, molti artisti fotografi usarono la polaroid per produrre scatti che, in quanto unici, si avvicinavano più facilmente ad un oggetto d’arte.
L’avvento della fotografia digitale ha rapidamente mandato in soffitta la fotografia istantanea: con il digitale si ottengono scatti a costo bassissimo, immediatamente visibili e quasi immediatamente stampabili. Ma come spesso succede, il vintage torna presto di moda: ecco che negli ultimi anni, praticamente scomparse le Polaroid, altre case hanno messo sul mercato nuove macchine fotografiche a sviluppo istantaneo.
FUJIFILM INSTAX
Fuji ha iniziato a produrre le fotocamere istantanee Instax nel 1998, addirittura prima che Polaroid uscisse di scena. Le Instax, rispetto alle moderne digitali completamente automatiche, richiedono la regolazione di una singola ghiera a 4 posizioni per adattarsi alle condizioni di luce. Gli scatti disponibili sono 10 e l’immagine stampata è grande più o meno come una carta di credito (quindi più piccola delle vecchie Polaroid).
La forza delle fotocamere Instax è il prezzo: con circa 70€ ci si toglie la voglia di una fotocamera istantanea.
IMPOSSIBLE I-1
Di tutt’altro livello e la nuovissima Impossible I-1, un prodotto ben più costoso della Instax, più sofisticato e dal look decisamente vintage. Quando nel 2008 fu smantellata l’ultima linea di produzione delle vecchie Polaroid, non rimase praticamente traccia dei loro processi produttivi. La Impossible ha dovuto reinventare da zero la tecnologia dello sviluppo istantaneo, sia per l’aspetto meccanico-elettronico che per quello chimico. Si sono presi questo progetto così a cuore che offrono anche servizi a chi possiede vecchie fotocamere istantanee: la Impossible produce pellicole per le vecchie Polaroid e le revisiona se non funzionanti.
Le innovazioni introdotte da Impossible sono parecchie, facendo di questa fotocamera un oggetto per nostalgici ma al passo con i tempi: flash anulare a led, controllo remoto bluetooth da iPhone, porta USB per ricaricare la batteria, doppia esposizione, autoscatto.
La macchina fotografica dispone di una sol regolazione a bordo, il classico +/- per regolare l’esposizione. Tutte le altre regolazioni si ottengono solamente tramite l’app sullo smartphone.
La Impossible è compatibile con le vecchie pellicole Polaroid, quindi chi si trovasse ancora in possesso di una vecchia cartuccia mai utilizzata potrà tentare la sorte con questa nuova macchina!
Il prezzo va oltre i 200€, a cui vanno aggiunti circa 20€ per ogni cartuccia di 8 scatti.
POLAROID
La società Polaroid stessa, senza i fasti di un tempo, continua ad operare nel campo della fotografia istantanea dopo averlo temporaneamente abbandonato nel 2008.
A differenza di Fujifilm e Impossible, Polaroid sta cercando di traghettare il mondo della fotografia istantanea nell’era digitale. Le nuove macchine istantanee (come ad esempio la Snap o la Z3200) sono infatti del tutto simili a una fotocamera digitale compatta, ma nascondo al proprio interno una stampante in grado di produrre fotografie in circa 30 secondi.
La tecnologia usata è denominata “ZINK”, sigla che sta per “Zero Ink” dato che non è necessario fornire inchiostro alla stampante: le stampe prodotte sono grandi circa 5cm per 7.5cm e sono di qualità non eccelsa (se comparate a quelle di una moderna stampante a getto d’inchiostro) ma comunque accettabile.
Se da una parte questi nuovi modelli non hanno proprio niente di vintage, il vantaggio innegabile è quello del digitale: non è necessario stampare tutti gli scatti, come nel caso della Instax e della Impossible. Si scatta, si controlla sul visore, si cancellano gli scatti non riusciti e si stampano solo quelli meritevoli.
E le vecchie Polaroid analogiche? Esistono ancora! Dopo averne cessato la produzione nel 2008, Polaroid a tirato fuori due nuovi modelli, la OneStep Sx70 e OneStep 600. Il look è molto simile a quelle classiche degli anni ’70 e ’80, e si usano le pellicole di un tempo.
Insomma, il mondo della fotografia istantanea è più vivo che mai e si evoluto grazie alle nuove tecnologie. Va però detto che da fenomeno di massa (un tempo moltissime famiglie possedevano una Polaroid) si è trasformato in una passione di nicchia, seguita per lo più da nostalgici e da giovani affascinati dagli scatti di gusto vintage.
Giovanni Trambusti