Con il Belgio si fa sul serio: vincere
Ultimato il rodaggio con la vittoria sulla Finlandia per 2-0 (le vittorie anche contro i ragazzi della Primavera sono sempre ben gradite), gli azzurri senza l’ausilio della banda domani decolleranno da Malpensa alle 21.30 per Montpellier e quindi Hotel Marriot Courtyard.
La quindicesima edizione dell’Europeo non ci vede tra i favoriti, i bookmaker prevedono tra i vincenti Francia e Germania, noi, se tutto va bene, siamo sesti. Tutto sommato non dispiace rimanere nel silenzio, si può lavorare con maggiore tranquillità e senza l’assillo del podio a tutti i costi.
Se a casa si riportano coppe e trofei meglio, ma se si torna con le mani vuote nessuno si sradica i capelli.
Tra le 24 nazioni partecipanti nessuna ha dimostrato di essere un rullo compressore né di possedere organici di gran lunga superiore alla concorrenza.
Ciò è un buon segno, la partenza non è choccante.
Antonio Conte ha suggerito di sognare. Il sogno non costa niente e nessun medico lo vieta.
Durante il ritiro di Coverciano il tecnico non ha fatto proclami né ha promesso monti e mari, ha sorriso quando i fotografi glielo chiedevano per il resto lavoro e poi lavoro.
Non essendo nato ieri e non essendo pervenuto dalla luna sa benissimo che qualora in un organico sono assenti campioni o fuoriclasse, l’unico sistema per salire e superare i turni è il lavoro, la concentrazione e l’agonismo.
Vero che possiamo contare su un reparto difensivo tra i più collaudati e meno perforati al mondo, ma la difesa serve per arginare gli attaccanti che sono quelli preposti a marcare e a smuovere lo 0-0.
Vero che tra i pali vi è superGigi ma anche lui di gol non ne fa tantissimi.
La scalogna, poi, un tantino si è accanita nei confronti degli azzurri perché dopo la partenza di Andrea Pirlo per gli States si faceva affidamento su Andrea Veratti, ma il talentuoso pescarese del Paris St Germain sin da febbraio ha dovuto fare i conti con una pubalgia traditrice che gli ha fatto saltare la parte più importante della stagione.
Claudio Marchisio, l’altro pilastro del reparto centrale, il 17 aprile in uno scontro col rosanero Franco Vàsquez ha la peggio e deve operarsi al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro.
Riccardo Montolivo da diverse settimane ha dei problemi muscolari al polpaccio della gamba sinistra. Per farla breve, il settore di centrocampo, tolto Daniele De Rossi, ma anche lui diversi acciacchi li ha registrati, lo si è dovuto rifare ex novo.
A questo ambaradan infermieristico va aggiunto un asterisco. Riguarda la sentenza di assoluzione del 16 maggio per Antonio Conte, emessa dal Gup di Cremona “per non aver commesso il fatto” su accuse infamanti da parte dell’ex calciatore Filippo Carobbio, smentito da tutti i suoi compagni, nel periodo in cui allenava il Siena. Durante una conferenza stampa a Coverciano il tecnico ha voluto precisare che non si sente soddisfatto perché il ricordo di una perquisizione domiciliare notturna è un episodio che niente e nessuno potrà mai cancellare.
Il tecnico ha suggerito ai milioni di italiani appassionati di calcio di sognare, lo stesso concetto espresso da Claudio Ranieri nei mesi scorsi ai tifosi del Leicester.
Di un particolare vi è certezza: lo spogliatoio è compatto. Inoltre nello strato sottocutaneo dei alberga un cauto ottimismo che è sempre preferibile al pessimismo ed alla tristezza. Tutti i ragazzi sono convinti di non essere inferiori a nessun altro team, che se la possono giocare e che l’imponderabile a volte diventa determinante.
I giocatori nutrono rispetto e ammirazione nei confronti dell’allenatore che è riuscito a trasmettere il senso della fatica e la mentalità del gladiatore vincente. Solo col sudore e col sacrificio si raggiungono i traguardi.
Se non scendi in campo con la grinta giusta e con la cattiveria agonistica adeguata torni nello spogliatoio con le ossa rotte. Il motto decubertiano “l’importante è partecipare” è l’attenuante dei perdenti, in campo si scende solo per vincere tutto il resto è segatura.
Così insegna Antonio Conte.
Intanto bisogna superare la prima trappola rappresentata dal Belgio, lunedì 13 allo stadio olimpico di Lyon ore 21.00. Mentre venerdì 17 allo stadio comunale di Toulouse alle 15 ce la vedremo con la Svezia di Ibrahimovic. Infine mercoledì 22 incontriamo l’Irlanda alle 21.00 nel nuovo stadio Pierre Mauroy di Lille.
Il problema di segnare non appartiene solo agli azzurri, anche belgi, svedesi ed irlandesi devono preoccuparsi di superare Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini. E non sono bruscolini.
Bruno Galante
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