Pitti Uomo 90 all’insegna del positivo
Sotto un bel sole di ritardata primavera, coincidente con una gradita vittoria degli Azzurri sulla Svezia per 1-0, si è chiusa la prima importante manifestazione mondiale della Moda. Pitti Uomo ha spento la 90ª candelina dopo aver stappato una maestosa bottiglia di spumante superdoc.
Scorrendo i numeri ci si accorge che i tanti segnali di ripresa che si sono letti e ascoltati nel recente passato sono stati confermati, una cospicua percentuale di imprenditori ritiene che il buio sia in buona parte alle spalle.
Nei giorni scorsi a Santa Margherita Ligure nella consueta assemblea dei Giovani Industriali il presidente Marco Gay utilizzando un linguaggio imprenditoriale e non politichese ed equivoco ha dichiarato:
Se in tanti hanno paragonato questi anni di crisi a una guerra oggi forse possiamo dire: la guerra è finita, oggi quel muro sta crollando è il tempo di portare dall’altra parte tutti quelli che non hanno avuto il coraggio o i mezzi per superarlo fino ad oggi. Adesso la pace è tutta da costruire. Non abbiamo paura dei cinesi che investono in Italia, perché quando arrivano da noi diventano immediatamente imprenditori italiani. Quello che invece bisogna temere è la Brexit, una scelta suicida.
Naturalmente tra tante rose e fiori vi è pure qualche spina, però sono spine che possono essere estirpate ed anche in tempi brevi.
Partiamo dalle rose. A Firenze sono giunti 25 mila compratori, ennesimo record, dei quali 8400 stranieri, il 33% ossia uno su tre; i visitatori totali hanno di poco superato i 30 mila in tre giorni e mezzo (considerando che da venerdì a mezzogiorno gli occhi e le orecchie erano concentrate sulla partita dell’Italia in attesa della vendetta del Biscotto Europeo 2004); 1222 espositori, altro record, dei quali 539 dall’estero il 44%.
Sono numeri importanti che collocano Pitti Uomo al vertice delle manifestazioni di moda maschile del pianeta. Per quattro giorni Firenze diventa la capitale mondiale della moda ma soprattutto si trasforma in riconoscimento per la filiera tessile italiana leader incontrastata dell’abbigliamento e diventa una ottimistica speranza per il futuro immediato e successivo.
La Moda per tutto il Made in Italy rappresenta una pietra miliare che spesso funge da rompighiaccio per altri settori che intendono occupare o rafforzare posizioni sui mercati esteri. La scelta di privilegiare la qualità e l’eccellenza continua a pagare e a gratificare, queste considerazioni le si sono potute verificare visitando gli stand senza differenza alcuni tra brand super noti e brand che si affacciano alla porta del successo. Massima cura nei particolari e nei dettagli
Bisogna che tutti gli imprenditori italiani seguano l’ottimo esempio dei loro colleghi che operano nel settore Lusso, possiamo crescere e migliorare solo ed esclusivamente se privilegiamo la qualità per la semplice ragione che in fatto di cultura, di gusto, di bellezza, di arte, di iniziative e di entusiasmo nessuno al mondo può competere con noi.
Siamo i primi in assoluto.
Volti soddisfatti e pacche sulle spalle soprattutto per i responsabili del marketing e del commerciale che non hanno avuto un attimo di tregua, hanno riempito pagine e pagine di commissioni, ordini sottoscritti da italiani, tedeschi, americani, giapponesi, coreani, inglesi, cinesi. Commissioni che significano lavoro, benessere e prospettive.
Le spine. Prevalentemente provengono dal vecchio continente. La Francia è alle prese con i conflitti interni dovuti alle minacce provenienti dagli estremisti islamici e dalle offensive sindacali che stanno paralizzando i trasporti interni.
Scioperi che hanno bloccato aeroporti e stazioni ferroviarie per cui un’alta percentuale di compratori ha preferito rimanere di là delle Alpi.
La Gran Bretagna si è presentata in forze massicce sia come espositori che come acquirenti.
In queste ore sta vivendo il dramma del referendum, dell’amletico dubbio se restare o separarsi dall’Europa, se isolarsi ed andare incontro ad un periodo di crisi economica e sociale di indecifrabile portata oppure aggregarsi ad un sistema che deve essere necessariamente migliorato ma con il concorso costruttivo di tutti.
Gli inglesi devono comprendere bene che è finito il tempo della finestra, che non possono continuare a fare la Giulietta del XXI secolo, devono divenire partecipi e determinanti nelle scelte europee perché abbiamo tutti da guadagnarci in questo mercato globale. In Europa devono entrare e rimanerci con entrambi i piedi, devono metterci la faccia ed assumersi le responsabilità.
La frammentazione del vecchio continente può solo fare il gioco di Cina, India, Russia, Usa e delle nuove potenze economiche che avanzano a passi cadenzati.
In compenso si sono rivisti gli amici russi, gran bel segnale, non si è trattato di un segnale marcato e vistoso, la loro presenza è stata silenziosa ma c’è stata, sono venuti i reparti d’avanguardia per sondare il terreno e verificare che aria tira sulla penisola. È il segnale che l’embargo dovrebbe essere giunto al capolinea, è un’iniziativa superflua e controproducente che non reca vantaggi pratici a nessuno.
Chiude Pitti Uomo con risultati soddisfacenti e giovedì 23 apre Pitti Bimbo con l’auspicio che gli ottimi risultati menzionati trovino conferma, anche se i numeri del Bimbo sono di altra natura.
Bruno Galante
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