Schiantata la Spagna, Azzurri avanti
Solo 2-0, vien da dire al fischio finale dell’arbitro turco che ha diretto il match fra alti e bassi, sviste e concessioni clamorose.
Fosse finita 4-0, viste le tantissime nitide palle gol che l’Italia ha confezionato, nessuno avrebbe avuto a che dire e, in aggiunta, i nostri avrebbero rispedito al mittente l’analogo punteggio di ben amara memoria inflittoci dagli spagnoli a suo tempo quando qualità e buona sorte stavano dalla loro parte.
Sarebbe stato un capolavoro oltre a quanto già i ragazzi di Conte ci hanno fatto vedere.
Già… il trainer.
Implacabile, arcigno, quasi scortese, nei modi e nelle parole, un cerbero che sembra sappia solo abbaiare, se non addirittura mordere, ma che con questo suo particolarissimo modo d’essere ha messo in piedi una Nazionale come non si vedeva da tempo.
Grinta e temperamento, decisione e fiducia, volontà di vittoria senza timori, senza esitazioni.
Conte ha impresso il suo marchio sulla “sua” squadra, come già gli era riuscito di fare in ambito di Club con il Siena e con la Juventus.
E i ragazzi azzurri gli hanno dato retta, lo hanno seguito, hanno saputo esaltare il suo credo umano prima che tattico: concentrazione massima sempre, volontà ferrea, applicazione indefessa, convinzione nei propri mezzi.
Pochi, la vigilia, i pareri favorevoli alla nostra squadra, tanti i dubbi,
le mezze parole, sempre solo sussurrate per poter poi essere pronti a virare di rotta quando le cose si fossero girate per il verso giusto.
Proprio come sta magnificamente accadendo.
Belgio e Spagna tritate dal gioco concreto, tutto nervi e scatti, rapide incursioni e ripiegamenti degli Azzurri.
La Spagna è sembrata il fantasma di sé stessa. Abulica, lenta, prevedibile, stucchevole.
Quanta brillantezza in più nei nostri giocatori.
Alcuni addirittura superlativi come il giovane De Sciglio, l’eterno Buffon, la difesa “juventina”,
lo scultoreo Pellè, per molti
una sorta di ufo quando Conte lo convocò per la prima volta in azzurro.
E così si va avanti.
L’Italia è dunque fra le prime otto d’Europa.
Ai quarti c’è la Germania che sta preoccupandosi sin da adesso, visto che nelle gare che contano, come si dice, con noi ha sempre tribolato.
Se, come credo, l’Italia oggi pomeriggio si è fermata, incollata al televisore è stata premiata.
Ancora una volta, nella relativa pochezza di qualità di questi Campionati Europei, chi intendesse assistere a una bella partita
ha dovuto, di nuovo, sintonizzarsi sul Canale Italia.
Se già il match contro il Belgio aveva dato segnali di bel gioco, questo con la Spagna ha maturato un valore aggiunto: oltre alla qualità anche la fierezza di una squadra che non si è lasciata né intimorire prima, sulla carta, dal palmares dei rivali, né tanto sul campo, dove prese le distanze, ha imposto il proprio gioco, lucido e nevrile, capace di travolgere una squadra, la Spagna, ormai giunta al capolinea di un’epopea che ha comunque regalato al calcio mondiale tante belle giornate.
Franco Ossola
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