Anche il Canale di Panama è un Made in Italy
L’imprenditore italiano è quella persona che si rimbocca le maniche, che di fronte alla crisi non si spaventa, che sa coniugare professionalità ed inventiva ma che gradirebbe meno ostacoli e lacci da parte dei politici e della palude della pubblica amministrazione.
Siamo un popolo di lavoratori intelligenti e capaci ad altissimo livello.
Lo abbiamo dimostrato nel comparto moda, lo stiamo dimostrando nel settore agroalimentare ed enologico, nella meccanica, nella chimica, nell’alta tecnologia, nell’informatica e tanto altro ancora. Il nostro sottosuolo è uno dei più poveri del pianeta, non possediamo miniere, non abbiamo fonti sorgive di acqua, le materie prime dobbiamo importarle quasi tutte.
La più recente dimostrazione della nostra bravura a livello planetario è la realizzazione dell’ampliamento del Canale di Panama inaugurato domenica 26 giugno da parte della meneghina Salini-Impregilo.
Non scopriamo nulla di nuovo, i nostri ingegneri ed i nostri architetti hanno costruito opere di altissima professionalità ieri, ieri l’altro e anche molto prima, a partire dall’impero romano, le strade ed i ponti realizzati con il marchio dell’SPQR a distanza di secoli sono lì a testimoniarlo.
Con questo nuovo ampliamento potranno transitare navi delle più grosse dimensioni che erano costrette a circumnavigare il continente e passare da Capo Horn, Cabo de Hornos, il che tradotto in cifre significava costi e tempi allungati sensibilmente. Oggi con la realizzazione del Terzo Set di chiuse potranno passarci navi sino a 366 metri di lunghezza e 49 di larghezza con un pescaggio di 15 metri, mentre sino ad una settimana fa era consentito a mercantili tipo Panamax lunghi sino a 294 metri e larghi sino a 32 con pescaggio di 12 metri.
I lavori sono iniziati ad agosto 2009.
Le Chiuse permettono di sollevare i natanti e superare il dislivello di circa 27 metri tra i due oceani ed il lago Gatun, con paratoie azionate da argani elettrici che in tre, quattro minuti le aprono o le chiudono. Le 16 paratoie scorrevoli sono di dimensioni ciclopiche, alte 33 metri, larghe 10 e lunghe 58.
Dato che una delle preoccupazioni maggiori nella gestione del Canale è il consumo dell’acqua, è stato studiato ed applicato un nuovo sistema, definito Water Saving Basins, che permette il recupero ed il riutilizzo parziale dell’acqua del lago Gatun sfruttando l’introduzione di bacini ausiliari. Ciò consente di risparmiare sino al 60% di acqua durante il transito dei porta container ed invece di consumare 500 milioni di litri se ne consumeranno circa 200 milioni.
La nave che ha tenuto a battesimo il Canale è stata la cinese Cosco Shipping, battente bandiera delle isole Marshall, che trasportava oltre 10 mila container. Ha impiegato otto ore per percorrere 81 chilometri e lasciare l’Atlantico per raggiungere il Pacifico ove ad attenderla vi era Juan Carlos Varela, presidente della Repubblica panamense, insieme ad altri capi di stato ed una folta rappresentanza di ministri.
Neppure il tempo di brindare alla terza corsia che già si stanno preoccupando della quarta. L’opera è costata 5,25 miliardi di dollari.
La gara di appalto nel 2009 se la aggiudica il Grupo Unidos por el Canal, consorzio di imprese tra la spagnola Sacyr al 48%, la belga Juan de Nul al 4% e la nostra Salini-Impregilo al 48%, la cui offerta batte gli americani della Bechtel.
Sopraggiungono imprevisti e nel 2014 i lavori si fermano, il progetto viene modificato e si rinegozia il tutto, l’impresa milanese assume la guida del gruppo e rispetta i tempi di consegna nonostante il contenzioso aperto di 3,4 miliardi di dollari. Giuseppe Quarta responsabile del cantiere non si cura dell’aspetto contabile ed amministrativo e alla data prestabilita dal contratto stappa la bottiglia di spumante doc.
“Dovevamo rispettare i tempi e ci siamo riusciti, nonostante gli imprevisti. È uno dei cantieri più grandi del mondo ed avevamo gli occhi puntati addosso. Una sfida che non potevamo in alcun modo perdere, un’opera con tantissima tecnologia della quale un’alta percentuale è italiana. Si può tranquillamente affermare che questo canale è motivo di orgoglio nazionale”.
Naturalmente la nostra classe dirigente politica in questa ore è oberata di impegni e preoccupazioni per cui è stata impossibilitata a partecipare all’inaugurazione della Terza Corsia panamense, non gli si può dare torto né muovere appunti.
Ci viene in mente il gran da fare nel quale sono impegnati i consiglieri regionali della Puglia i quali negli ultimi dodici mesi si sono riuniti ben 26 volte, addirittura con una media di ben oltre due sedute al mese, cifra da capogiro e da guinness, specie se si tiene conto che percepiscono il misero stipendio di 11 mila e 100 euro al mese. Sia inteso che tale importo è lordo, mica netto. Ed, alla pari dei loro colleghi di Montecitorio e Palazzo Madama, al termine di una legislatura hanno diritto ad pensione irrisoria minima di tre mila euro, cifra da pezzenti che merita un immediato aggiornamento.
Una delle esternazioni che si ascoltano spesso da parte degli imprenditori che valicano le Alpi con l’intento di esportare il Made in Italy è quella di dover affrontare la concorrenza e le difficoltà senza il contributo dello Stato e di quegli enti che possono rafforzare l’immagine e agevolare il superamento di numerosi ostacoli di natura burocratica e finanziaria.
Il titolare di un noto brand ci ha manifestato il suo disappunto:
“Noi imprenditori quando ci rechiamo all’estero ci presentiamo noi e la nostra giubba. Senza alcun sostegno della presenza di qualche esponente dell’esecutivo ministeriale, senza il conforto della presenza di dirigenti centrali degli istituti finanziari che pure dovrebbero mostrare un concreto interesse visto il tornaconto che ne ricavano. Le aziende estere concorrenti, invece, arrivano accompagnati da ministri o sottosegretari del governo, da alti manager dei maggiori istituti bancari, da funzionari della pubblica amministrazione. Noi sembriamo orfanelli alla ricerca di sopravvivenza. È un disastro”.
Però bisogna essere fiduciosi, prima o poi se ne accorgeranno e correranno ai ripari, magari ci vorrà del tempo ma se ne accorgeranno.
la Redazione
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