Lab Pal Zileri, l’arte ed il bello della moda
Palazzo Zileri è uno dei gioielli architettonici che si affaccia sulla via più elegante e affascinante di Vicenza, edificio del Settecento di stile neo-palladiano. Andrea Palladio è l’architetto che ha poetizzato l’arte delle costruzioni. Ed è appunto questo plesso edile che fornisce lo spunto a Gianfranco Barizza e Aronne Miola, due imprenditori veneti che operano nel tessile e nell’abbigliamento fondatori della Forall Confezioni SpA, per creare nel 1980 una nuova maison: la Pal Zileri.
Puntano, credono e investono molto su questo brand che si posiziona in tempi brevi ai vertici del Made in Italy. In dieci anni arrivano a fatturare circa 70 milioni di euro, 20 dei quali provenienti dall’estero.
Nel 2005 nasce Lab Pal Zileri una linea sartoriale e contemporanea. Gli intenti sono quelli di soddisfare maggiormente i bisogni del cliente in base all’attività che svolge, apportare innovazione senza stravolgimenti, individuare il mercato per segmenti e aree geografiche.
Nello stabilimento di Quinto Vicentino lavorano 800 dipendenti.
Si espandono e commercializzano la produzione in 70 paesi, il brand è presente nelle principali vie di Milano, Venezia, Mosca, Città del Messico, Dubai, Abu Dabhi.
Nel 2014 la famiglia dello sceicco Hamad bin Khalifa al Thani del Qatar, la stessa famiglia che ha acquisito il brand di Valentino nel 2012, dimostra propensione ad iniettare fiducia e capitali. Lo sceicco diventa socio di maggioranza con il 65% delle azioni con la sua Mayhoola for Investments.
Segue un ovvio rinnovamento della dirigenza: Paolo Roviera assume l’incarico di AD, amministratore delegato, mentre la direzione stilistica è affidata a Mauro Ravizza Krieger il quale firma le collezioni dall’autunno-inverno 2015.
L’obiettivo è quello di raddoppiare i ricavi entro il 2019.
Nel 2016, a due anni dal rilancio di Pal Zileri, si apre un nuovo capitolo anche per il brand Lab, con un nuovo corso creativo e una nuova identità stilistica.
Lab Pal Zileri sceglie Pitti Immagine Uomo per il suo ritorno, da sempre considerata la più importante rassegna di moda maschile planetaria, e riscuote consensi dei buyer e dei media.
L’esperienza, il know how e un personale aziendale di altissima capacità artigianale sono la giusta formula per il riconoscimento ottenuto e l’ottimismo futuro.
L’idea, fanno sapere dall’azienda, è quella di differenziarsi dai principali competitors e saper cogliere i segnali che il mercato mostra ma sempre mantenendo salda la propria identità.
Il focus è sull’urbanwear e sullo sportswear, e sull’impiego di tessuti esclusivi e di altissima qualità.
Vestire con personalità ed eleganza l’ampia fascia di gioventù rappresentata da professionisti, manager e imprenditori che operano a livello internazionale da New York a Tokyo, l’obiettivo.
Dall’azienda confermano, infatti, che nella scelta delle linee e dei tessuti utilizzati hanno considerato tantissimo i gusti dei giovani, privilegiando la fascia di età dai 30 ai 40 anni. Consumatori giovani e preparati che seguono le indicazioni dei media e prestano attenzione alla qualità dei tessuti. Interlocutori attenti e con le idee chiare che sanno perfettamente cosa acquistare quando entrano in una boutique.
Il che è perfetto per un brand che antepone la qualità e lo studio dietro ogni abito.
È la regola base del concetto del Made in Italy e di italianità: eleganza, bellezza, distinzione. Emozioni non solo legate al prodotto esposto in vetrina ma che raccontano e trasmettono la storia, l’arte e la cultura che vi è dietro un capo.
Per quanto riguarda la distribuzione attualmente il brand è molto apprezzato in Gran Bretagna. Gli ampi consensi ricevuti non sembrano assolutamente minacciati dai recenti stravolgimenti politici causati da una probabile uscita del paese dall’Unione Europea.
Altro mercato importante è quello russo da dove, nonostante il contraccolpo subito dall’embargo, continuano ad arrivare segnali positivi.
Con già all’attivo uno showroom a New York sulla Fifth Avenue, un forte rafforzamento di presenza è previsto anche negli States, che rappresenta per l’azienda il mercato estero dal quale devono pervenire le soddisfazioni più accattivanti.
la Redazione
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