Europei: arrivati all’atto finale
Saranno Portogallo e Francia a giocarsi il titolo di Campione d’Europa 2016.
Dopo la vittoria dei lusitani sul Galles è arrivata ieri sera, puntuale e abbastanza attesa, quella dei transalpini sulla Germania.
Identico il punteggio, ma assai diverso il come è stato raggiunto.
Il Portogallo è approdato all’atto conclusivo vincendo nell’unico modo in cui sembra sappia giocare: in attesa che si apra un qualche spiraglio per servire il suo campionissimo Cristiano Ronaldo. Come a dire: noi (leggi: i tuoi compagni) la palla te l’abbiamo consegnata, adesso pensaci tu, vedi un po’ quel che si può fare.
Una tattica da molti osservatori prevista, ma non spinta al punto quasi esagerato in cui si è dispiegata nelle varie partite affrontate dai portoghesi. Ad oggi ha dato buon esito, pur lasciando, sacrificati in un angolo, gioco e inventiva. In un modo o nell’altro, non senza un po’ di buona sorte, CR7 è stato all’altezza del compito e la squadra è andata avanti.
La Francia, al contrario, ha staccato il biglietto per la finale, seguendo un percorso opposto, quello del gioco corale. Certo, anche i blues hanno in organico dei grandi solisti, ma il loro gioco è sempre finalizzato alla utilità del gruppo.
Dopo le prime incertezze gli uomini di mister
hanno ingranato la quarta e spazzato via ogni avversario.
L’ultima vittima è stata la Germania campione del mondo.
Una semifinale, quella di ieri sera, degna di tal nome e che ha, finalmente, risollevato il tasso qualitativo dei gioco mediamente espresso in questo europeo che ci è sembrato parecchio scadente. In un crescendo continuo, di partita in partita, la
Francia ha vinto una partita decisamente bella e avvincente, nel più classico dei modi e del punteggio, un 2-0 maturato nel primo tempo e concluso nel secondo dal piede armato, ma soprattutto, dalla geniale abilità e astuzia del suo elemento migliore, Antoine Griezmann.
Un attaccante che fa della rapidità, della intelligenza e dell’opportunismo le sue dori eccellenti.
Un giocatore impossibile da marcare, tanto si muove e tanto è rapido nel farlo; un attaccante che appare fragile, viste anche le dimensioni strutturali, ma che sembra fatto di gomma, pronto com’è a rialzarsi subito anche quando riceve spintonate e affondi sulle caviglie.
Insomma, a buona ragione, proprio con Cristiano Ronaldo, cannoniere e simbolo da trasmettere agli atti di questa edizione degli Europei.
Alla luce di queste considerazioni, sembra facile ipotecare il titolo ai padroni di casa francesi, superiori, a mio avviso, su tutta la linea i rivali che affronteranno domenica: nel gioco, nell’afflato corale di squadra, nelle singole individualità, nelle motivazioni.
Vincere in casa è sempre più gratificante che farcela fuori, perché l’affetto dei propri sostenitori è vicino, caldo, immediatamente percepito.
È un’emozione impagabile.
Ma, come ben si sa, ogni partita ha la sua storia, ogni incontro il proprio destino.
E anche se quello finale di questi modesti Europei sembra inequivocabilmente segnato, sarà sempre e solo il campo, con il suo responso decisivo, a darci la risposta, al di là di pronostici e considerazioni a tavolino.
Certo è che se la Francia non dovesse farcela avrebbe gettato al vento un’occasione non ghiotta, ma unica e straordinaria.
Che si giochi, dunque.
Franco Ossola
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