Poche concrete richieste per la nautica da diporto
Nel dna della stirpe italica risiede l’arte, la navigazione (vetusta e moderna) e la bellezza.
Abbiamo scoperto la Cina con Marco Polo ed il Nuovo Continente con Cristoforo Colombo. Siamo amanti di qualsiasi oggetto possa definirsi “bello” e questo amore nel XX e XXI secolo lo stiamo trasmettendo a quanti desiderano accodarsi la gusto tricolore. L’arte nelle sue molteplici sfaccettature fa parte della nostra cultura, della nostra storia, della nostra tradizione da sempre.
La bellezza della penisola è un dono del Padreterno che noi suoi abitanti abbiamo saputo arricchire e trasformare, ma che negli ultimi anni a volte abbiamo anche deturpato. Dall’insieme di queste doti nasce e si sviluppa il Made in Italy. Una scuola di stile, di gusto, di eccellenza, di raffinatezza.
Le punte di questo ciclopico iceberg sono la moda, l’agroalimentare, la nautica da diporto, le quattro ruote.
Nella nautica da diporto siamo leader mondiali insieme ad Inghilterra ed Usa con un fatturato vicino ai 2,5 miliardi di euro di questa bella cifra i tre quarti provengono dall’export. Alla pari di altri settori del lusso nel recente passato ha subito un rallentamento che oramai fa parte di ieri, i fatturati odierni lasciano sperare in una ripresa incoraggiante.
Cantieristica navale nella quale sono coinvolte le industrie di accessori, la motoristica, la riparazione , la manutenzione, ed anche il restauro e la trasformazione di grosse barche.
Sempre più aziende si sono inserite nella filiera da diporto alla quale dedicano enormi risorse ed energie a partire da quelle del legno-arredo, ai settori immobiliari e turistici. Recenti studi dell’Osservatorio Nautico Nazionale hanno verificato che un mega yacht ogni anno spende solo in manutenzioni ordinarie e approvvigionamento, escluso il carburante, delle somme intorno al milione di euro.
Giorni fa, il 17 giugno, si è tenuta a Venezia, presso Ca’ Vendramin Calergi – Casinò di Venezia, la Convention Ucina (Unione Nazionale dei Cantieri e delle Industrie Nautiche ed Affini) Satec durante la quale sono stati consegnati riconoscimenti a quanti hanno contribuito allo sviluppo della nautica italiana. Sono stati premiati manager, progettisti, maestranze e giornalisti, premio istituito nel 1988 e che da dieci anni è patrocinato dal ministero dello Sviluppo Economico.
Pietro Rossi come manager, Luciano Banfi per le maestranze, progettisti e designer Carlo Nuvolari Duodo e Dan Lenard, mentre Franco Michienzi come giornalista e Nabil Farhat tra i giornalisti esteri.
Un premio speciale alla carriera è stato assegnato a Salvatore Sanna Cherchi e un premio speciale alla memoria a Luigi Gianneschi.
Si è festeggiato il 499° ed il 500° associato all’Ucina, rispettivamente Canados (produzione navi da diporto) e Tornado (produzione imbarcazioni da diporto).
All’apertura mattutina dei lavori vi è stata la presentazione della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 e nel dibattito che ne è seguito sono state affrontate le questioni del mercato, la semplificazione delle procedure, il leasing nautico, gli incentivi alle imprese e le misure per rilanciare la filiera.
Sono stati illustrati i dati Assilea che evidenziano una ripartenza del mercato interno, numeri positivi anche quelli della piccola nautica che nell’ultimo biennio ha fatto registrare un +40%, segmento nel quale navighiamo meglio di Germania, Francia e Spagna.
Trend positivo che si nota anche dall’incremento del gettito Iva e dalle esportazioni dirette al mercato nordamericano.
Presente all’incontro Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia e alle Finanze, il quale ha voluto precisare che “l’industria italiana ha bisogno di essere sostenuta a monte, già nell’elaborazione e tutela delle idee; il Made in Italy è qualità e bellezza e per questo abbiamo pensato appositi strumenti. Mi prendo l’impegno di lavorare alla risoluzione delle richieste del settore, continuando a collaborare continuativamente al fianco di Ucina come negli ultimi due anni, la capacità di avere fiducia e di guardare al futuro saranno le nostre armi”.
Le conclusioni sono state tratte da Carla Demaria, presidente Ucina, la quale ha rimarcato le richieste inoltrate al governo: “Il registro telematico delle imbarcazioni, tecnicamente pronto da due anni ma ancora in attesa del decreto attuativo, che potrebbe divenire una fonte di reddito importante anche per l’Erario; la definizione del contenzioso che interessa le concessioni demaniali della portualità turistica; il rilancio dello strumento del leasing nautico, motore di crescita indispensabile per il comparto; l’export e le opportunità di internazionalizzazione e, più in generale, la semplificazione e la certezza delle procedure burocratiche”.
Sono sempre le stesse richieste che i vari comparti produttivi inoltrano ai rappresentanti governativi da anni, paludi burocratiche che possono essere prosciugate con un pizzico di impegno e buona volontà, non sono richieste doppie o triple lauree né dedizioni stakanoviste per risolvere problemi poco più che elementari.
Eppure sono legacci che penalizzano e rallentano la crescita del Paese ed il benessere sociale.
Il sottosegretario Pier Paolo Baretta, veneziano classe 49 ed ex sindacalista Fim-Cisl, si è impegnato a reperire soluzioni alle richieste avanzate dagli industriali della cantieristica, magari partendo dal registro telematico delle imbarcazioni che da due anni sta ammuffendo in chissà quali scrivanie ministeriali e che nel contempo genera danni all’Erario, al cittadino, all’imprenditore.
la Redazione
Commenti
Poche concrete richieste per la nautica da diporto — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>