La giungla dei Lavori Pubblici e le Soa in bilico
Se non è il bubbone più deleterio di certo è tra i primi in Italia. Il colabrodo degli appalti pubblici.
Chi non ha mai avuto a che fare con il tritatore delle pubbliche amministrazioni difficilmente riesce a comprendere perché un edificio con le identiche caratteristiche, eguale capitolato e stessa località, se viene realizzato dal privato costa 100 e le chiavi gli vengono consegnate in sei mesi. Se invece quel plesso lo costruisce il comune, la provincia, la regione, il ministero o qualsiasi altro ente statale o parastatale spende 250 ed i lavori vengono ultimati in due anni e mezzo, con il concreto rischio che a distanza di pochi mesi bisogna intervenire con manutenzioni straordinarie o, peggio ancora, con ristrutturazioni.
L’esempio più illuminante lo si riscontra sulla Salerno-Reggio Calabria nel tratto calabrese, dove i cantieri sono aperti dal 1987 e lo rimarranno chissà per quanto ancora, nonostante le promesse e le novelle politiche.
Poche settimane fa, come riporta leMeridie.it, l’impresa milanese Salini-Impregilo ha consegnato i lavori della terza corsia del Canale di Panama, lavori di altissima tecnologia e rischio, per completare la mastodontica opera di 81 chilometri ha impiegato sette anni.
La penisola è tutto un cantiere aperto con una lunga serie di opere non ultimate ed i cui costi sono lievitati in maniera indecente ed offensiva.
Con l’intento di arginare questa frana che inghiotte risorse ed energie spaventose, il 19 aprile scorso è entrato in vigore il Nuovo Codice per gli Appalti, D. Lgs. n. 50/2016, che dovrebbe, quantomeno nei desideri, apportare modifiche migliorative all’attuale sistema, in molti casi, farraginoso e vergognoso.
Sino al 9 novembre 2000 le imprese che dovevano partecipare ad una gara d’appalto dovevano essere iscritte all’Albo Nazionale Costruttori il quale rilasciava un certificato, indispensabile, per eseguire lavori con la pubblica committenza. Da quella data il ministero dei Lavori Pubblici ha iniziato ad autorizzare alcune società private a rilasciare attestati per partecipare a gare d’appalto con comuni, province, regioni, Stato ed enti statali. E’ stata una vera e propria rivoluzione ed una corsa ad accaparrarsi la licenza ministeriale. A novembre 2000 le imprese abilitate dall’Anc su tutto il territorio nazionale sono all’incirca 35mila.
In molti intravedono in tale operazione un business garantito.
La quasi totalità dei soci delle nuove SOA, Società di Organismi di Attestazione, fiutano ilo ritorno economico ed investono. Uno dei pochissimi, meglio sarebbe annotare come unico, ad essere nel settore e a conoscere dal di dentro ciò che accade nel marasma degli appalti pubblici è Angelo Sisto di Locorotondo, Bari.
Si diploma geometra a Castellana Grotte, Bari, e pochi mesi dopo aver conseguito il titolo scolastico apre un’impresa edile. Esegue lavori con committenti privati e pubblici ed immediatamente si rende conto che manca del tutto un sistema informativo sulle gare. Prontamente mette su una srl, Broker, che si occupa di reperire informazioni sulle gare d’appalto e di trasmetterle via fax, siamo alla fine degli anni Ottanta, a quanti si abbonano al servizio, si preoccupa anche di seguire la fase istruttoria di quanti desiderano iscriversi all’Albo Nazionale Costruttori.
La muova società funziona e si amplia, inizialmente opera nella sola provincia di Bari, dopo pochissimi mesi in Puglia, quindi nelle regioni limitrofe ed infine nel Centro-Nord. Diventa l’azienda leader del settore su tutto il territorio nazionale in pochissimi anni.
A Roma matura l’idea di licenziare l’Albo Nazionale Costruttori.
Angelo Sisto intuisce gli sviluppi e cede tutte le proprie attività per monetizzare ed affrontare il notevole impegno economico e finanziario che richiede la creazione di una Soa. Costituisce Attesta SpA con propri uffici nelle principali regioni della penisola. Pur non avendo alle spalle colossi bancari, assicurativi e industriali, riesce ad occupare una posizione di rispetto all’interno delle Soa con oltre 2000 imprese attestate.
Traguardo inaspettato ma più che meritato.
Da novembre 2000 il ministero ha rilasciato 72 autorizzazioni a società richiedenti, però oltre la metà ha cessato l’attività ed oggi di Soa funzionanti ne sono rimaste 25.
“Ogni cambiamento sostanziale richiede tempi piuttosto lunghi per l’attuazione completa, in particolare nel settore dei lavori pubblici è ancora più difficoltoso per i meccanismi esistenti e per la mentalità consolidata. A mio parere il Nuovo Codice presenta diversi punti migliorativi ma che necessitano di tempo prima che vengano recepiti per intero ed interpretati al meglio. Le difficoltà maggiori, ovviamente, si registrano in quegli enti che non posseggono strutture adeguate e personale tecnico competente, ovvio che un piccolo comune che nell’Ufficio Lavori Pubblici dispone di due, tre sole unità fatica ad adeguarsi e ad applicare al meglio le recenti normative”.
Intanto i lavori, secondo uno studio dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili, hanno subito un calo notevole del 75%, ossia tre lavori su quattro sono scomparsi, ciò influisce pesantemente sul Pil nazionale, visto che le opere pubbliche incidono tra il 16% e il 17%.
Considerando che l’edilizia privata negli ultimi ha attraversato e attraversa una crisi che definire profonda è riduttivo, c’è da ritenere che, se non ci sono nuovi e positivi interventi, il prossimo autunno potrebbe divenire cruciale per tantissime imprese.
“Le dichiarazioni di Raffaele Cantone (presidente dell’Anac, Autorità Nazionale AntiConsumo, ndr) possono essere condivise sulla validità del nuovo sistema, solo che muta parecchio rispetto al precedente per cui occorre concedere ulteriore tempo per capirlo e adeguarsi. A mio parere servono due anni prima di valutare gli effetti, se ci saranno benefici e migliorie, solo allora si potrà stabilire se ne è valsa la pena e se l’intero comparto nazionale ne ha guadagnato. Certo molti sono impreparati perché essendo abituati al metodo delle varianti e delle modifiche continue, sarà un po’ dura adeguarsi, ecco perché, secondo me, servono almeno due anni“.
Ecco cosa si è verificato spesso sino ad oggi: il committente presentava un progetto lacunoso del quale ne erano tutti consapevoli, tanto le modifiche e gli aggiustamenti si effettuavano durante il corso d’opera. Un metodo assurdo e superficiale che agevolava e stimolava la truffa e l’inganno, le cui conseguenze gravavano sulle tasche dei contribuenti. Si effettuavano varianti su varianti che gonfiavano fatture e conti correnti. Di tanto in tanto interveniva la magistratura e per qualche giorno si rigava diritti subito dopo riprendevano i giochetti.
Mentre col nuovo decreto viene stabilito in maniera inequivocabile costi e tempi di consegna con relative penalità. In teoria. Ma il passato ci insegna che fatta la legge studiato l’inganno.
Altro quesito che pone il Nuovo Codice è la sopravvivenza di parecchie Soa. Si presume che una percentuale considerevole di imprese non rinnoverà l’attestato alla prossima scadenza e di conseguenza dovranno chiudere anche le sedi di alcune Soa. Oggi in Italia dono oltre 50mila, in Francia e in Germania meno di 10mila cadauna.
“Dal 2000 ad oggi è cresciuto enormemente il numero delle imprese partecipanti alle gare, mentre, addirittura, è diminuito il numero delle gare. Con le nuove regole molti si dedicheranno al committente privato. Secondo le nostre previsioni nei prossimi cinque anni si scenderà a 20-25mila imprese attestate, anche in considerazione che si prenderanno in esame i lavori eseguiti negli ultimi cinque anni e non più dieci, come si è fatto sinora. Questo significa che anche delle attuali 25 Soa ne rimarranno al massimo 15, perché è praticamente impossibile poter proseguire l’attività con meno di 2000 clienti, visti i notevoli costi di gestione e del personale. In passato sono stati commessi tantissimi errori dovuti a superficialità, tante Soa sembrava che neppure conoscessero la tipologia di lavoro ed hanno chiuso subito. Oggi tanto è cambiato ma tanto dovrebbe ancora cambiare. Il nostro lavoro è indispensabile ma serve competenza, professionalità e correttezza. Mentre ve ne sono alcune che ancora agiscono con i vecchi sistemi. Inizialmente gli enti pubblici ci guardavano con sospetto e scarsa fiducia ma con il trascorrere degli anni hanno verificato la nostra serietà e le nostre capacità”.
Come sempre accade ad agosto la nostra bella Italia si ferma. Da settembre e nel terzo quadrimestre si dovrebbe comprendere meglio gli sviluppi e gli effetti del Nuovo Codice. Incrociamo le dita.
Bruno Galante
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