Al Sud decolla il turismo, ma non è per tutti
Vacanze dimezzate e alberghi introvabili per i clienti in carrozzina. Il Sud spesso non è a misura di un disabile. La mia ennesima avventura estiva comincia una mattina del primo agosto.
Ho deciso finalmente di andare in vacanza con la mia compagna, scegliendo una delle località più belle della Basilicata.
Le opzioni erano due, o Tropea in Calabria, o Maratea in Lucania, alla fine scegliamo Maratea perché è più vicina alla Puglia e poi gli ombrosi boschi lucani affascinano quanto il mare azzurro.
Telefono alla mia agenzia di fiducia, pregustando già weekend da favola.
Il titolare, che mi conosce da anni ed è abituato a soddisfare le mie richieste più incredibili, essendo abituato ai ritardatari che hanno sempre più fretta e più esigenze degli altri, tira un sospiro di sollievo nel mentre mi ascolta e, nonostante la mole di lavoro per il Ferragosto, mi assicura che troverà un resort adatto alle mie molteplici esigenze.
Gli concedo una settimana di tempo, non stiamo più nella pelle perché abbiamo bisogno di un periodo di stacco, di un fine settimana solo per noi con solo il mare da godere pienamente. La risposta dell’agente tarda ad arrivare, non voglio angustiare nessuno e aspetto.
Ho scelto la settimana dopo ferragosto per evitare il caos.
Dopo svariate telefonate, dall’agenzia mi rispondono in maniera sconsolata, quasi cadendo dalle nuvole: a Maratea non esistono alberghi con servizi per disabili ed anche nei giorni successivi a ferragosto c’è il tutto esaurito e comunque dovremmo optare per un’altra destinazione.
Mastico l’ennesimo boccone amaro e rimugino: chi glielo dice adesso, a Viviana, la mia compagna, che la sospirata vacanza è rimandata perché a Maratea non ci sono neanche le toilette per i disabili?
Il 10 agosto è il suo compleanno e io ancora non riesco ad affrontare l’argomento perciò dribblo.
Quando le dico la verità mi mette un musino lungo 3 metri.
Tra di noi cala il buio e il silenzio, per di più la notte di San Lorenzo non si vede neanche una stella cadente a cui affidare un desiderio.
Arriviamo al classico compromesso da coppia in crisi: ok, il viaggio è rimandato, al massimo mi aiuterà lei. Ma che vacanza potrà mai essere senza neanche i servizi più elementari ed essenziali?
Delle mete classiche, neanche a parlarne.
Lei vuole giustamente il nido d’amore.
Chissà se a Tropea potremmo trovare qualcosa. Siamo a ridosso di ferragosto, in agenzia sono oberati di lavoro e gradiscono essere scocciati il meno possibile. Han tutte le ragioni, però accolgono, comunque, la mia richiesta.
Mi richiama dopo un po’ ed ha l’aria più sconsolata della prima volta, anche a Tropea, il mare più azzurro del Tirreno, la situazione per l’accettazione dei disabili è parecchio critica.
Da qualche parte ci sono lidi e alberghi attrezzati, ma bisogna fare la solita caccia al tesoro e lui non ha tempo.
La rete nazionale village for all, il network che si occupa di turisti con esigenze speciali, ha un bellissimo resort con villaggio vacanze ad Ugento in provincia di Lecce.
Ma perché i disabili devono andare sempre con altri disabili?
Perché dobbiamo sempre scegliere un’aria erica dedicata come se fossimo animali protetti?
Village for all, svolge un servizio encomiabile, le sue strutture sono assolutamente gradevoli e confortevoli, picchiettano a macchia di leopardo tutto il territorio nazionale, salvo il Sud che continua imperterrito a recitare la parte di Cenerentola.
Ma perché per noi un diritto, anche quello ad una vacanza che si chiami tale, viene ancora vissuto come un favore?
E per cortesia poi non chiediamoci perché non tutti i turisti scelgono il Mezzogiorno.
Michele Pacciano
Commenti
Al Sud decolla il turismo, ma non è per tutti — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>