Ore 3,36 il terremoto distrugge interi villaggi tra Rieti e Ascoli
L’orologio del campanile di Amatrice ha bloccato le lancette alle 3,36, l’ora del disastro sismico che ha colpito principalmente le province di Rieti e Ascoli Piceno e l’Umbria. Terremoto di magnitudo 6.0 che ha distrutto quasi del tutto Amatrice e Accumoli (qui si è registrato ml’epicentro) in provincia di Rieti e Arquata, con la sua frazione Pescara del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno.
Sino a questo momento le vittime accertate sono 290 tra cui molti bambin, 229 sono di Amatrice, 50 di Arquata e 11 di Accumoli, sono in corso di accertemento le condizioni di quanti sono ricoverati negli ospedali della zona. I feriti nei nosocomi del Lazio, Umbria e Marche sono 387. Le persone estratte vive da sotto le macerie sono 238, delle quali 215 sono state salvate dai Vigili del Fuoco e 23 dal Soccorso Alpino. Le scosse, seppure di minore entità proseguono.
Il pensiero è tornato a L’Aquila il 6 aprile 2009, questa volta le scosse non si sono registrate sotto una città ma in zone poco abitate per cui il numero delle vittime è parecchio inferiore. Entrambi i terremoti sono molto superficiali, avvenuti a circa 7-8 chilometri di profondità. Entrambi alla stessa ora.
Andrea Tertulliani, sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia prevede che ci sarà “una coda di repliche che saranno sicuramente numerose e tenderanno a diminuire di magnitudo, però non si può escludere che possano essere scosse paragonabili a quella principale. Ogni sequenza ha un suo comportamento particolare, però non possiamo dire che finisca qui oppure che continui in un altro modo”.
Tra i deceduti una bimba di 18 mesi, si trovava nella culla a dormire, era nella casa delle vacanze con i genitori ad Arquata del Tronto. La mamma è dell’Aquila ed era scampata al terremoto aquilano del 2009, per non rivivere quei ricordi aveva deciso di trasferirsi ad Arquata.
Sono zone ad altissimo rischio sismico che già in passato hanno subito danni ingenti. Il 7 ottobre 1639 furono quasi del tutto rase al suolo Amatrice e Accumoli, poi il 1646 ed il 1703.
Come sempre accade tra i primi a giungere sul posto Vigili del Fuoco e Protezione Civile.
Il premier Matteo Renzi in un videomessaggio ha dichiarato: “Non lasceremo nessuno da solo. L’Italia piange i propri connazionali e mostra al mondo intero le lacrime ma anche il cuore grande dei volontari, della Protezione Civile e delle istituzioni”.
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha annunciato che il Fondo per le emergenze nazionali dispone di 234 milioni che saranno utilizzati per la gestione delle esigenze immediate.
Ad Arquata è giunta Laura Boldrini, presidente della Camera, che in questi giorni si trova nella casa di famiglia a Mergo, Ancona, che ha detto: “Ci sono frazioni rase al suolo, Pescara del Tronto non c’è più. Non sappiamo quante persone sono ancora sotto le macierie, ma il nostro Paese quando c’è un’emergenza sa dare il meglio. È importante non lasciare sole queste persone”.
Papa Francesco ha rinviato la consueta catechesi del mercoledì per pregare il Rosario con i pellegrini presenti, poi così si è espresso: “Dinanzi alla notizia del terremoto che ha colpito il centro d’Italia, devastando intere zone e lasciando morti e feriti, non posso non esprimere il mio grande dolore e la mia vicinanza a tutte le persone presenti nei luoghi colpiti dalle scosse, a tutte le persone che hanno perso i loro cari e a quelle che ancora si sentono scossa dalla paura e dal terrore”.
la Redazione
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