Prepariamoci per le Paraolimpiadi
È calato il sipario sulle Olimpiadi di Rio. Dobbiamo dire, che per l’Italia non è andata poi così male. Abbiamo esultato per le sorprese, d’oro e d’argento, e abbiamo tremato per le delusioni di quelle che dovevano essere conferme e non lo sono state.
Ma tutto sommato registriamo un bilancio positivo.
Adesso ci apprestiamo a vivere le Paraolimpiadi, il momento più alto del coinvolgimento sportivo delle persone con disabilità fisica. Lo sport per chi vive un handicap non è solo un momento di socializzazione, è soprattutto una sfida di riscatto, un riabbracciare la vita nella fatica delle gare.
La retorica buonista, trita e ritrita ha consumato parecchio inchiostro su questo argomento. Gli unici a frequentare lo sport pulito sono i disabili, loro sono rimasti gli unici veri seguaci di De Coubertin. A differenza di quanto accade in tutte le discipline per i cosiddetti normali i quali troppo spesso parlano di premi sostanziosi, di medaglie e di cavalierati con un fiume di soldi che si riversa nei vari sport provenienti da sponsor nazionali e internazionali.
Ora anche questo mito di carta, buono solo a rabberciare la nostra cattiva coscienza, è destinato ad infrangersi contro la cruda realtà.
Anche sulle Paraolimpiadi è piombata, difatti, l’ombra del doping con l’embargo degli atleti russi che tante polemiche ha scatenato.
L’embargo raramente trova una giustificazione perché spesso, anzi sempre più spesso, sono coinvolti atleti che hanno zero attinenza con il doping e con le relative squalifiche.
Se sarà provato che anche gli atleti disabili di San Pietroburgo e di Mosca usavano sostanze dopanti, sarà una ferita profonda per tutto lo sport e non esclusivamente quello della Russia.
Comunque, per le Paraolimpiadi l’inaugurazione è fissata per il 7 settembre, ed ovviamente saranno vissute certamente in tono minore.
Il drappello italiano è composto di 91 atleti, speriamo nella scherma e nella vela ma le sorprese potrebbero giungere anche dal nuoto ed in quegli sport ove è richiesta una particolare potenza muscolare, per gli azzurri si fa affidamento sul ciclismo che ci donato sempre belle soddisfazioni.
Speriamo che lo sport trionfi, al di là delle barriere e delle bandiere.
Sarà anche un test per sondare la vivibilità del Brasile nei confronti delle persone con disabilità. Problemi e difficoltà non mancano ma Rio de Janeiro si prepara ad accogliere più di 5000 atleti in carrozzina con la sua consueta affabilità e generosità.
Anche perché il mondo non rimarrà in silenzio a guardare.
Michele Pacciano
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