Si riparte con la Champions e con il calcio che conta
Prima ancora di argomentare sulla Champions è doveroso guardare cosa è accaduto nei giorni precedenti in ambito pallonaro. Aleksander Ceferin è il nuovo presidente dell’Uefa, subentra a roi Michel Platini. Come dire da un superfamoso ad un super illustre sconosciuto.
Se si andasse a leggere il passato dello sloveno sarebbe il caso di dire che a malapena potrebbe fare il presidente di un club dilettantistico privo di blasone. Ciò che appare ancora più anomalo è che a votarlo sono stati in 42 contro i 13 voti destinati all’olandese Michael Van Praag. Anche il nostro presidente Carlo Tavecchio si è espresso a favore dello sconosciuto, chiedendo e ottenendo una lauta contropartita. Si tratta di quelle operazioni che sfuggono alla logica e alla razionalità, e alla decifrabilità. Anche quella del pallone è un’Europa che agisce lontano dalla normalità.
Il secondo sguardo, al contrario, è di quelli premianti e gratificanti. La torinese Evelina Christillin è stata eletta nel Consiglio Fifa dal congresso Straordinario dell’Uefa che nelle ultime ore si è riunito ad Atene.
Un dovuto riconoscimento ad un’italiana che ha saputo organizzare e realizzare delle imprese eccezionali in occasione delle Olimpiadi Invernali di Torino del 2006, i cui echi sono ancora nell’aria. I soliti buontemponi hanno voluto stuzzicarla sulla sua super juventinità che, per il ruolo che occupa, dovrebbe essere riposta in archivio: “Mi hanno riferito che devo essere equidistante e non discorrere solo della Juventus, ci proverò ma temo che sarà alquanto difficile”. I gioielli di famiglia vanno posti sempre in vista.
A proposito di Juventus. Nella prima di Champions ha mostrato i propri limiti internazionali, rifacendo il percorso delle passate stagioni. Se una qualche giustifica la si può concedere qualora nell’altra metà campo si trovano undici ragazzi con la maglia del Bayern, del Real, del Barca o dello United, non altrettanto si può se di fronte ti ritrovi giovanotti con una casacca gialla bordata di rosso e priva di palmares significanti. Bravi e corretti quelli del Sevilla, tre ammoniti di cui un difensore e due centrocampisti, in pratica hanno disputato la loro onesta partita senza nulla togliere e niente rubare.
Nessun cartellino giallo, invece, tra le fila bianconere, come per dire è inutile foga e veemenza agonistica tanto è una di quelle gare facili facili, è questione di minuto ed il tabellone luminoso si accende. Purtroppo è rimasto sempre spento nonostante i 2’ + 4’ di recupero, uno 0-0 desolante.
Forse si è seminata troppa euforia prima del fischio iniziale del tedesco Aytekin. Sia le dichiarazioni del tecnico che degli stessi giocatori, ed ancor peggio della dirigenza, sono state trionfalistiche, mancavano sono le coreografie dell’Arena di Verona per una memorabile Aida. A frotte l’avevano già fatta arrivare al Millenium Stadium di Cardiff, senza neppure passare dai gironi e dalle semifinali. È bastato l’arrivo di Gonzalo Higuain per inebriarsi e ubriacarsi, con discorsi e parole. Salvo poi accorgersi che la realtà è leggermente diversa, che le partite si vincono col cuore, con la testa e con i muscoli. È sufficiente che uno dei tre ingredienti sia assente e il fegato si deteriora.
Per la cronaca l’altra gara del girone tra Lione e Dinamo Zagabria si è chiusa con un secco 3-0 a favore dei transalpini del tecnico Genesio che può disporre di mezza squadra di ragazzi cresciuti nel vivaio.
Né può bastare il legno accarezzato dall’ex partenopeo, perché potrebbe significare una vittoria striminzita o strappata con le unghie nascondere difetti e carenze di un organico che se in Italia può apparire stratosferico per le debolezze altrui, a livello internazionale si è nella media, specie perché quasi tutti ti affrontano con scarso timore reverenziale. Se non si torna in tempi rapidi con i piedi per terra il guaio che si corre è quello di rivedere le scene del passato. Di segnale positivo vi è solo il particolare che è appena il primo match per cui i tempi di recupero ci sono tutti, a patto e condizione che …
A compensare il mezzo passo falso bianconero ci hanno pensato i ragazzi di Maurizio Sarri con il granatiere Arkadiusz Milik autore di una doppietta storica all’Olympiskyi di Kiev che proietta il Napoli in testa alla provvisoria classifica del girone. I partenopei sono scesi in campo con il preciso intento di portare a casa i tre punti ed hanno centrato l’obiettivo, una gara accorta e a viso aperto quella con la Dinamo. A dimostrazione che le lacrime estive di Aurelio de Laurentis erano solo per celare la gioia interiore per la partenza del goleador con quei 94 milioni che ricompensavano più che meglio non si poteva la cessione. Lacrime più da sponde del Nilo che da presidente di club che guarda i bilanci e la saccoccia, che si preoccupa di mettere a disposizione del tecnico una rosa arrangiata. È dovuto adeguarsi alla sceneggiata persino l’ex bancario e toscano d’adozione Sarri il quale in un paio di interviste ha esternato il suo “core ingrato”, rivolgendosi a Gonzalo l’argentino. Alla fine sul Golfo tutti si sono accorti che il calcio è uno sport di squadra e si vince giocando, quasi sempre, in undici.
Nel recente passato lo hanno dimostrato Claudio Ranieri con il suo Leicester ma soprattutto il Portogallo privo dello stratosferico Cristiano Ronaldo.
Il Napoli ha fatto capire sin dalla prima giornata a Benfica e Besiktas, l’incontro è terminato 1-1 con gol dei turchi al 93’, che tanti discorsi e tante illusioni possono sin da subito deporle nel cassetto perché il primo posto è già assegnato. Mercoledì 28 al San Paolo sono attesi i lusitani ed i napoletani avranno nelle gambe 15 giorni in più, proprio la mancanza di tonicità muscolare è stata una delle maggiori carenze manifestatesi contro la Dinamo. A fine mese si dovrebbe essere al 100 per cento.
Della prima giornata di Champions verrà ricordato negli annali la schiacciante vittoria del Barcellona con il Celtic per 7-0, tripletta di Lionel Messi e doppietta dell’uruguaiano Suarez. Non meno trascurabile è il 5-0 del Bayern sul Rostov con Carletto Ancelotti oramai con passaporto bavarese.
Il resto come nelle previsioni e nei pronostici.
la Redazione
Commenti
Si riparte con la Champions e con il calcio che conta — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>