Damiano Tommasi, quando i valori valgono più degli euro
Dato che si crea un giro vertiginoso di quattrini si corre il rischio che a qualcuno venga in mente di sgraffignare e rimpinguare le proprie ricchezze domestiche. Per evitare la tentazione meglio eliminare la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024.
Questa la motivazione del sindaco della capitale Virginia Raggi. Per fortuna che la Raggi è sindaco solo di Roma perché fosse stata alla testa della giunta comunale di Torino avrebbe ostacolato in tutte le maniere la costruzione dello Juventus Stadium. Idem per la Tav e per le grandi opere nazionali. Siccome circolano decine e decine di milioni di euro è preferibile non fare niente così non ruba nessuno.
Le residue speranze della candidatura italiana sono legate alla caduta della Raggi entro febbraio 2017, qualora entro la fine di febbraio prossimo si dimette, o la dimettono, Roma può tornare in pista.
Di sicuro l’Italia sciupa una grande occasione per mettersi in evidenza e per dimostrare al mondo intero le nostre qualità e le nostre capacità. Oggi che il Made in Italy ha raggiunto traguardi da podio con le Olimpiadi avremmo rafforzato l’immagine del tricolore.
E pensare che lo sport è un eccezionale veicolo pubblicitario per la nostra bandiera come hanno dimostrato le recenti medaglie di Rio.
La prova lampante sono i numerosi italiani in giro per il mondo ad insegnare calcio e altri sport. Sarà una coincidenza o una casualità ma la Juventus all’esordio nello J-Stadium nella stagione 2011-12 vince lo scudetto. Sarà un’altra casualità ma da allora ininterrottamente si è sempre cucita il tricolore sulle casacche.
Nel frattempo nessun’altra delle grandi società calcistiche italiane è riuscita ad ottenere i permessi per la costruzione di un plesso sportivo di proprietà, e sarà un altro caso che Roma, Inter, Bologna e Milan sono finite in mano straniera. E l’emorragia pare debba proseguire.
Damiano Tommasi da cinque anni è alla guida dell’Associazione Italiana Calciatori, nata nel 1968 e fortemente voluta da Sergio Campana e alla cui presidenza è rimasto per oltre 40 anni.
Tommasi, classe 1974 e veronese di nascita, cresce calcisticamente con i gialloblu del Verona e a 22 anni approda a Roma dove disputa dieci campionati vincendo con i giallorossi uno scudetto e una Supercoppa Italiana. Obiettore di coscienza e socialmente impegnato, cattolico praticante ma non bigotto.
Un suo gesto è rimasto nella storia.
Nell’estate 2004 in amichevole precampionato con gli inglesi dello Stoke City subisce la rottura del legamento crociato e altre fratture, una brutta bestia per i calciatori. Rimane a lungo fuori però la Roma, presidente è Franco Sensi, ha fiducia in lui e lo segue come uno di famiglia. Damiano da ragazzo per bene ed educato rinegozia il contratto e si assegna uno stipendio mensile di 1.500 euro.
Gesto nobile e degno di ammirazione, del tipo vi sono tante cose più importanti dei quattrini.
Ancora una stagione con la Roma poi qualche anno all’estero ed infine a casa.
Dopo alcuni anni trascorsi come dirigente nell’Aic il 9 maggio 2011 gli affibbiano la carica di presidente. Oggi tra professionisti, donne, dilettanti e calcio a 5 gli iscritti sono oltre 17.000, una bella locomotiva.
Ci incontriamo spesso a Coverciano durante i raduni della nazionale e due battute si scambiano sempre volentieri.
Nello sport, in quasi tutte le discipline, vige una regola: se vuoi riempire gli stadi o i palazzetti devi vincere. Spesso si ascoltano lagnanze sugli spalti semideserti alle partite di calcio.
“Dipende dai campioni che scendono in campo e dai risultati che si ottengono. La televisione ovviamente fa concorrenza ma la gara dal vivo è tutt’altra cosa, non si può imputare alla tv tutta la colpa degli stadi non sempre affollati. L’esempio della Juventus è lampante, ad ogni incontro vi è il tutto esaurito”.
A proposito di Juve nell’ultima interna di Champions i biglietti di curva erano a 45 euro.
“E quanti invenduti? Neppure un biglietto è rimasto in cassa, segno che quando la squadra gira, diverte e vince il sacrificio per qualche euro in più allo stadio lo si può fare, si risparmia su qualche altra cosa”.
I bianconeri sono l’unica società italiana a possedere uno stadio di proprietà.
“Siamo indietro di decenni rispetto ad inglesi, spagnoli, tedeschi. Sono diatribe che vanno avanti da anni tra le società di calcio e le amministrazioni pubbliche, ciò influisce negativamente anche a livello internazionale. Se si guardano le classifiche dei club europei più ricchi noi abbiamo solo la Juve tra le prime dieci e neppure in posizione privilegiata. Questo significa avere maggiori risorse finanziarie da utilizzare nelle campagne acquisti come pure nella organizzazione societaria che crea anche posti di lavoro”.
Ma ogni tanto viene fuori il jolly, vedi Inghilterra.
“Però immediatamente sono cambiate le regole, i grandi club vogliono conservare il monopolio e rendere pressoché impossibile l’accesso allo scudetto a quelle di seconda fascia. Quest’anno il Leicester di Claudio Ranieri dopo sette giornate si trova nella parte destra della classifica con soli otto punti”.
Quello inglese è il più bel torneo d’Europa?
“Offre maggiore spettacolo con quattro, cinque club che puntano a vincere la Premier League ed è per questo che le tv internazionali investono maggiormente in Inghilterra”.
Milan ed Inter sono finite entrambe in mani asiatiche.
“Bisogna attendere almeno un paio di campionati per comprendere le intenzioni della nuova proprietà, non è semplice ottenere risultati dal primo giorno nel calcio specie se non si ha una consolidata esperienza. Poi va considerato che quelle sono piazze che pretendono lo scudetto subito”.
Sempre più spesso in alcune formazioni non si trovano cognomi italiani.
“Si va sempre più volentieri all’estero ad acquistare perché costa meno, d’altronde siamo in Europa e dobbiamo rispettare le regole europee. Anche nei vivai oggi ci sono tanti ragazzini provenienti da paesi extracomunitari”.
Effetto che si ripercuote anche sulla Nazionale.
“Agli europei siamo stati eliminati ai calci di rigore, nelle prime due gare di qualificazione ai mondiali abbiamo preso quattro punti. L’obiettivo è qualificarci e sono convinto che ce la faremo”.
Un pizzico di ottimismo non guasta mai.
Bruno Galante
Commenti
Damiano Tommasi, quando i valori valgono più degli euro — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>