Due grandi opere di Donatello e Verrocchio al Museo del Duomo
Al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze in mostra fino al 26 febbraio 2017 “Donatello e Verrocchio. Capolavori riscoperti”.
La mostra presenta il magnifico busto in terracotta raffigurante San Lorenzo, recentemente riconosciuto come opera di Donatello, e un rilievo sempre in terracotta, con Decollazione di San Giovanni Battista, che ha lo stesso soggetto, dimensioni e composizione sia figurale che prospettico-architettonica della scena commissionata ad Andrea del Verrocchio per lo straordinario Altare d’argento conservato nel Museo dell’Opera del Duomo.
Entrambe le opere, che appartengono alla Collezione Peter Silverman e Kathleen Onorato, gettano luce su importanti capolavori conservati nel Museo e permettono di individuarne il rapporto con altre realizzazioni e artisti del XV secolo.
A Francesco Caglioti, studioso ed esperto di Donatello, si deve la riscoperta del busto di San Lorenzo e la ricostruzione della sua avventurosa vicenda.
Ideato e modellato da Donatello intorno al 1440, il San Lorenzo era destinato al timpano della porta maggiore della pieve a lui intitolata di Borgo San Lorenzo, territorio natale di Giotto, dell’Angelico e anche del casato dei Medici.
Per secoli rimarrà sul portale della chiesa fino a che, nel 1888, l’antiquario Stefano Bardini riuscirà ad acquistarlo, sostituendo l’originale con una copia ancora in situ.
L’anno dopo Bardini lo vende al Principe Giovanni II di Liechtenstein che lo terrà nel palazzo di famiglia a Rossau, presso Vienna, fino alla sua morte nel 1929. Nel 2003 gli eredi del principe mettono in asta il San Lorenzo come “opera ottocentesca”. Ad acquistarla, con intelligenza e lungimiranza, i coniugi Silverman, noti collezionisti di disegni, sculture e dipinti dal 1400 al 1800. Negli anni successivi, rimossa la ridipintura ottocentesca, l’attribuzione al grande Donatello.
Molto più diretto il rapporto tra il rilievo in terracotta con Decollazione del Battista attribuito al Verrocchio e un’opera simbolo del patrimonio del Museo dell’Opera del Duomo, l’Altare d’argento, realizzato tra il 1366-1483 per il Battistero di Firenze, da più artisti, tra cui il Verrocchio stesso e Antonio del Pollaiolo, massimi esponenti della scultura fiorentina dell’epoca e grandi rivali tra di loro.
Il rilievo Silverman, trafugato durante la seconda guerra mondiale dai nazisti per il museo di Hitler a Linz, mostrato solo una volta in Svezia nel 2010, si presenta oggi mancante di quasi tre delle sette figure originarie: il carnefice, lo sgherro con la mazza, il San Giovanni Battista.
L’esposizione al Museo dell’Opera del Duomo, accanto all’Altare in argento, è un’occasione unica di studio e di confronto per capire se il rilievo Silverman sia uno dei modelli preparatori della scena con Decollazione del Battista dell’Altare in argento e se ci fu l’intervento di altri artisti associati alla bottega del Verrocchio in quegli anni, in primis Leonardo da Vinci, la cui attività come scultore, è stata collegata al lavoro del Verrocchio per l’Altare.
La mostra è accompagnata da un bel catalogo edito da Mandragora con testi di Timothy Verdon e Alessandro Vezzosi, utile strumento per la guida all’esposizione.
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