La Ruota e il Museo dello Spedale degli Innocenti
L’abbandono che incontra l’abbraccio, accoglie consola sostiene.
L’abbandono che incontra l’abbraccio già nell’architettura del loggiato giocato su toni dl grigi del bianco dove s’incastonano i 10 putti di scuola Della Robbia ritorna il bianco si aggiunge il blu in una piazza – salotto tra le più armoniose al mondo: Piazza SS Annunziata ove sorse lo Spedale Degli Innocenti a Firenze.
Una musicalità architettonica & cromatica che riporta al miracolo dell’accoglienza; alla Ruota dove madri in difficoltà ponevano la creatura che si accingevano ad abbandonare lasciando, quasi sempre, un segno di riconoscimento nella speranza un giorno di potersi riunire.
Dal giungo 2016 due porte d’oro segnano il limite tra esterno ed interno introducendo il visitatore nella storia del luogo, il primo in Europa ad accogliere l’infanzia abbandonata, nella storia di chi la finanziò, la realizzò architettonicamente,
di chi ha accolto e di chi veniva accolto in un continuum ancora oggi attivo.
La corporazione dell’Arte della Seta ebbe il compito di concretizzare l’idea di Francesco Datini, il quale, rimasto orfano a causa la peste, ma da adulto divenuto ricchissimo, destinò parte del suo ingente patrimonio alla fondazione di un centro di accoglienza per gli orfani, insieme a un vitalizio annuale per mantenere la struttura.
Nella cripta al piano inferiore il rincontrar il bianco e il grigio di memoria brunelleschiana e dove la linea del tempo coinvolge-avvolge nella storia inquadrata nel sistema dell’assistenza a Firenze fine Quattrocento, contemporaneamente nell’evoluzione del complesso monumentale e nel racconto della vita quotidiana agli Innocenti sia attraverso video che opere d’arte esposte.
Sistemate a semicerchio, 140 teche contenenti ognuna alcuni dei segni di riconoscimento (molti ancora contenuti in archivio): monete, fermagli, santini, piccole croci, chicchi di rosario di vetro colorato, bottoni, pezzi di stoffa, messaggi scritti che le madri lasciavano animate dalla speranza di ricongiungersi al figlio.
Un percorso storico in progress perché nell’autunno di questo 2016 sarà aperta anche la sezione del Novecento; da Brefotrofio a Istituto degli Innocenti.
Il percorso Architettura narra l’evoluzione del complesso monumentale da Brunelleschi al Novecento, partendo dal loggiato della facciata (iniziato nel 1419 dallo stesso Brunelleschi e seguito fino al 1427) al cortile degli uomini e delle donne.
Il terzo livello accoglie la sezione arte dove sono esposte, in ordine cronologico, le opere di maggior pregio del museo di autori quali Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Neri di Bicci, Luca della Robbia. Da qui si può accedere al coretto delle balie, la sezione dedicata alla religiosità e ai luoghi di culto dove, accanto ai manufatti creati dalle balie, è esposta la statua di San Nicola che fu donata alle fanciulle che qui vivevano.
San Nicola infatti è il “protettore delle ragazze da marito, di coloro che sono in difficoltà, è soprattutto il Santo dei bambini”. Il Santo è raffigurato con tre bambini di cartapesta da lui resuscitati come narra la leggenda.
Dal piano terra al quinto piano per arrivare ad una terrazza mozzafiato area dalla quale si gode la vista di paesaggi di coppi color cotto dell’Impruneta, quei coppi che son i più vicini al cielo per ripassare ciò
che si è ammirato espandendolo su altri orizzonti azzurri.
Per chiudere il Caffè da Verone. Realizzato nel 1493 fino al 1895 è stato utilizzato come locale dove far asciugare panni e fasce, mentre dal 1895 lo si sfrutta come terrazza di svago, spazio reso accessibile e divenuto parte integrante del percorso museale. Oggi una finestra sulla Capitale del Rinascimento
Carmelina Rotundo
riscoprire le caritatevoli e sapienti azioni del ns trascorso è
una gradevole tisana per il ns presente.