La decima è nel segno dei bomber
Turno infrasettimanale che porta sugli scudi i grandi bomber del nostro Campionato.
Dzeko, Immobile, Icardi, Fofana fanno doppietta, a loro si unisce in via eccezionale Giorgio Chiellini.
Un turno che non ha dato scossoni e ha ribadito le priorità, scandendo una vetta di classifica a cui siamo orami abituati da qualche stagione: Juventus, Roma o Napoli e poi le altre, che vanno un poco più su o un poco più giù a seconda del momento.
La Juve con il rientro di Claudio Marchisio, il “principino”, si è sbarazzata con una facilità irrisoria della Sampdoria, che, dopo aver prevalso nel derby aveva manifestato fieri propositi di colpaccio a danno della prima della classe. Ma le parole non sono gol e, in campo, sono questi quelli che contano. Un bottino (4-1) che avrebbe potuto essere più consistente, ma aver chiuso la gara in fretta ha evidentemente condizionato l’impegno successivo dell’undici bianconero.
Allegri, soddisfatto, sembra essere ora meno preoccupato del buco lasciato dall’infortunio di Dybala. Cuadrado, gira, Mandzukic segna sempre quando è chiamato in campo e Higuain aspetta solo qualche rifornimento in più per tornare a essere implacabile. Come è, senza dubbio, lo squadrone bianconero che sembra navigare nel pelago del Campionato in tutta sicurezza, con tanto di scialuppe di salvataggio (leggi ampia rosa di qualità), pronte a essere calate in acqua nel momento del bisogno.
Come già detto più e più volte per pensare che il titolo non continui a essere griffato in bianconero serve, davvero, uno sforzo di fantasia non indifferente.
Come quello che induce a immaginare una vittoria napoletana nell’anticipo di sabato allo Stadium juventino. La differenza di spessore fra le due squadre pare a tutti evidente. Per quanto la buona volontà e comunque un gioco valido mettano gli azzurri nel primo novero delle contendenti più accese della Juve, raziocinio e valutazioni obiettive non concedono opzioni favorevoli.
Sebbene questo scontro diretto non possa già così in anticipo sancire nulla, va da sé che tornare a Napoli sconfitti per gli uomini di Sarri sarebbe un problema grosso, memori, fra l’altro, di quanto già accaduto la scorsa stagione con il gol condanna di Simone Zaza che diede alla Juve una vittoria decisiva.
Non lo è di certo, decisiva, quella dell’Inter sul Torino, anche se i tre punti incamerati non hanno soltanto salvato, almeno al momento, la panchina al tecnico De Boer, ma ridato un poco di fiato e di fiducia a tutto un ambiente precipitato in profonda depressione. Come sovente accade nella sua storia calcistica, c’è voluto il Torino per rivitalizzare un ammalato molto grave qual era l’Inter prima del match. I granata, proprio per storia e tradizione, sono abilissimi in questo genere di operazioni: quando da loro si attende un colpo definitivo che ne confermi qualità e ambizioni (evento favorito sovente dalle pessime condizioni del rivale di turno), ebbene, non sono mai in grado di imporsi.
Si lasciano battere con facilità come è accaduto a San Siro, con un’Inter ai minimi termini che ce la fa lo stesso vista la negligenza con cui i granata sono scesi in campo. Per loro la sola nota positiva è la sesta rete messa nel sacco dal bomber Belotti che continua a meritarsi grandi elogi.
Di certo se li merita anche la Lazio di Simone Inzaghi che sta, ad ora, disputando un Campionato di grande qualità. Al di là dei risultati, comunque confortevoli, è proprio il gioco degli azzurri che merita un occhio di riguardo. Oltre a Immobile che si sta rivelando goleador continuo e affidabile, tutto il resto della compagnia è brillante: dalla difesa, alla metà campo, al resto degli avanti che ha in Keita e Felipe Anderson altre due punte di diamante. Già vediamo il presidente laziale Lotito sfregarsi le mani dalla soddisfazione.
Come il Torino ha deluso, così ha fatto il Milan, che ha pensato bene di ridimensionare subito gli elogi scaturiti dalla vittoria contro la Juve
facendosi sommergere di reti dal Genoa, smanioso di riscatto dopo il derby perduto. Grinta e velocità, prepotenza e impeto, oltre che qualità tecniche superiori in alcuni elementi, sono le armi che i grifoni di Juric sfoderano da inizio torneo. Un complesso pericoloso, in grado di tendere trappole a chiunque.
Di pari passo viaggia l’Atalanta che dopo un inizio stentato e davvero critico sta infilando una serie di ottimi risultati così avanzando in classifica fin sotto le prime, lasciandosi dietro un gruppetto a centro classifica: Bologna, Cagliari, Fiorentina e Sassuolo. Quest’ultima, partita con grandi favori della critica e degli osservatori, non sembra, a dirla tutta, in grado di insidiare le posizioni di vertice. Certamente farà bene, ma non tanto quanto le si pronosticava.
In coda, oltre al Crotone che si batte ormai solo più per la dignità, Empoli e Pescara sembrano meno attrezzate del Palermo nel cercare di stare a galla nel miglior modo possibile: i primi per inesperienza, i secondi per l’incapacità di dare concretezza di gol alla propria partita.
Franco Ossola
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