No Tap, il gasdotto della discordia
È questo il nome del Comitato spontaneo di cittadini salentini sorto il 4 febbraio 2012 e schieratosi contro la costruzione del megagasdotto che dovrebbe passare da San Foca.
Il progetto, cui fa capo la multinazionale Tap, sta facendo molto discutere, anche sui social network.
I cittadini di Melendugno (Lecce) e dei comuni vicini non sono affatto propensi ad accettare che il gasdotto attraversi i loro territori.
Ma cos’è il TAP? Si tratta del cosiddetto Gasdotto Trans-Adriatico (Trans-Adriatic Pipeline) che connetterà l’Italia e la Grecia passando per l‘Albania, consentendo l’afflusso di gas naturale proveniente dal Medio Oriente, dal Caucaso e dall’area del Mar Caspio.
Secondo quanto si legge in una nota dell’azienda, in la TAP su Valutazione d’Impatto Ambientale e Sociale, comprendente anche la proposta di riduzione del percorso del gasdotto in Italia.
Secondo il nuovo tracciato, vi sarà una sezione di 5 km sulla terraferma, una grossa riduzione rispetto ai 22 km iniziali, e il cambiamento del punto di allacciamento alla rete nazionale tramite Snam Rete Gas.
Tutti contenti? Non proprio. Sebbene il percorso sia stato di gran lunga ridimensionato, a rimanere scontenti sono i cittadini dell’area di Melendugno, dove passerà il megagasdotto.
La Trans Adriatic Pipeline ha avviato un sondaggio marino vicino alla costa nei pressi di San Foca (Lecce) per raccogliere campioni dal fondale marino lungo il possibile percorso del gasdotto e perfezionare ulteriormente il tragitto, che, come sappiamo, prevede l’approdo sulla costa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri nel comune di Meledugno.
Paolo Pasteris, country manager TAP per l’Italia, in quell’occasione, ha invitato tutti alla calma, tentando di rassicurare: “Vorrei assicurare tutti i residenti che le indagini sottomarine sono effettuate seguendo i più alti standard internazionali in materia di ambiente e sicurezza e non causeranno alcun danno al territorio e all’ambiente. TAP ha richiesto e ottenuto l’autorizzazione per quest’operazione sia dal Comune di Melendugno sia dall’Autorità Portuale di Otranto. TAP apprezza la disponibilità e la cooperazione dimostrata al team dalla comunità e dalle autorità locali”.
La località di Melendugno è “riconosciuta per gli ambienti naturali e marini di altissimo pregio e di inestimabile valore ambientale, fortemente tutelati per la presenza di tipica macchia mediterranea e soprattutto per la presenza di una ben conosciuta ed estesa prateria di posedonia,
pianta fortemente difesa ed essenziale per il mantenimento degli equilibri biomarini e degli ecosistemi costieri“.
Il danno ambientale connesso alla costruzione del gasdotto sarebbe non indifferente.
Per non parlare del danno legato al settore turistico visto che nella zona vi sono numerosi resti archeologici di epoca messapico-romana ispezionati e ancora da ispezionare.
Elisabetta Zamparutti, esponente dei Radicali Italiani, ha presentato un’interrogazione parlamentare a ministro dello Sviluppo economico e Ambiente sulla vicenda.
Molteplici sono le posizioni in campo. Anche la Regione Puglia per bocca del presidente Michele Emiliano, si schiera per il no al gasdotto.
La battaglia si trascina dal 2015.
La compagnia ribadisce di non aver alternative alla costruzione dell’impianto e di aver esperito tutte le analisi di impatto ambientale. Come sempre in questi casi, lavoro e salute, economia e ambiente si confrontano in una lotta senza quartiere, senza riuscire a trovare una linea mediana di progresso.
La trattativa sembra avviata su un binario morto, senza sbocchi a breve termine.
La politica sembra avere altro a cui pensare.
Michele Pacciano
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