Katia Bach: la Marucelliana traino culturale italiano
Che l’Italia sia la culla e la patria della cultura lo testimoniano anche le tante biblioteche prestigiose sparse per la penisola. Nonostante negli ultimi secoli le nostre contrade siano state saccheggiate di immensi patrimoni artistici possediamo musei e biblioteche che il mondo intero ci invidia.
Pochissimi anni fa James W.P. Campbell, storico dell’architettura e docente all’Università di Cambridge, insieme a Will Pryce, fotografo e architetto, si sono messi sottobraccio ed hanno girato il mondo alla ricerca delle biblioteche più belle del pianeta. Ne hanno scelto 85 in 21 paesi ed hanno scritto un gran bel volume “The Library: A World History” che nel 2014 Einaudi nella collana Grandi Opere ha tradotto e pubblicato col titolo “La biblioteca. Una storia mondiale”.
Tra queste 85 ben otto sono italiane. Ma forse al di qua delle Alpi la coppia di architetti non ha potuto visitarle tutte perché di certo il numero sarebbe lievitato. Campbell si è fatto assolvere dichiarando: “Senza dubbio l’Italia ospita alcune delle più grandi e più belle biblioteche al mondo”.
Firenze quale patria del Rinascimento, dell’arte e della cultura, può vantare la presenza di alcune prestigiose biblioteche che sono vanto e orgoglio della nazione.
La Biblioteca Nazionale Centrale possiede 120 chilometri di scaffali sui quali trovano posto oltre 6 milioni di volumi, 25mila manoscritti, 350mila fascicoli l’anno di periodici e tanto altro. Vi sono 235mila accessi internet al giorno.
La Biblioteca di Parigi ha 2500 dipendenti, quella di Londra 1260, quella di Zagabria 500. La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze 196 dipendenti.
La Biblioteca Marucelliana non regge il confronto numerico con la Centrale però è una di quelle chicche che riempiono il cuore e le pupille.
Il 18 settembre 1752 la Biblioteca viene aperta al pubblico, si corona così il sogno dell’abate Francesco Marucelli che lascia il danaro necessario per la costruzione del plesso in Via Cavour e tutta la collezione libraria accumulata nel corso della sua vita. L’edificio viene eretto per essere destinato a biblioteca pubblica a differenza di tante altre del Settecento che hanno subito modifiche e trasformazioni. Le nobili intenzioni dell’abate Marucelli sono quelle offrire la possibilità a quanti non posseggono librerie di consultare testi per ragioni di studio o di arricchimento culturale.
Difatti la collezione marucelliana è ricca di testi necessari allo studio con edizioni non pregiate e neppure antiche ma contemporanee, ossia legate al Settecento, si preoccupa maggiormente di curare la varietà e la completezza della materia piuttosto che il lusso della rilegatura o della copertina.
Le intenzioni dell’abate sono scolpite sulla facciata dell’edificio “Marucellorum Bibliotheca publicae maxime pauperum utilitati”.
Da troppi governi la cultura è considerata la cenerentola dal ministero del Tesoro, il titolare del decastero non appena se ne rammenta stanzia qualche briciola. In campagna elettorale e nelle dichiarazioni i politici elargiscono e sborsano milioni e milioni di euro ma quando si tratta di firmare e concedere ingranano la retromarcia.
Ma forse un danno maggiore lo procura l’eccessiva burocrazia e i troppi lacci che deve superare lo studente e lo studioso.
A dirigere la Marucelliana da novembre vi è Katia Bach. La direttrice è l’ultima discendente diretta di Johann Sebastian Bach, il compositore e musicista tedesco (Eisenach, 31 marzo 1685 – Lipsia 28 luglio 1750) considerato uno dei più grandi geni della musica.
Trascorre l’infanzia in Germania e poi si trasferisce in Italia.
“Uno dei freni allo sviluppo e alla crescita italiana è senza dubbio l’eccessiva burocrazia. In Italia chi entra in una biblioteca pubblica deve superare una miriade di ostacoli con inutili perdite di tempo, ciò che all’estero non si verifica. Ovvio che ciò genera malumore specie tra gli stranieri, però noi dobbiamo attenerci a quelle che sono le disposizioni ministeriali e possiamo fare poco”.
Katia Bach conosce bene le difficoltà nelle quali si muove il sistema culturale nazionale, primo fra tutti la incompletezza degli organici.
“Siamo carenti di personale di parecchie unità e nemmeno possiamo ipotizzare di riempire gli organici in tempi brevi o medi. In compenso mi ritengo fortunata poiché la quasi totalità dei collaboratori sono attenti, vigili, preparati e professionalmente all’altezza del compito che svolgono, a differenza di qualche collega che si lamenta e non poco”.
State portando avanti un progetto pilota che diverrà il fiore all’occhiello della Marucelliana.
“Ne sono orgogliosa. È sempre stato un mio pallino ed un forte desiderio di concretizzarlo. A maggio prossimo apriremo il giardino lettura ove gli utenti potranno trasferirsi per leggere o studiare. Siamo gli unici in Italia ad utilizzare uno spazio all’aperto e considerando che nel periodo estivo la luce solare dura sino alle 21 significa che per l’intero orario di apertura si potrà sfruttare questo delizioso angolo della natura”.
È una chicca che la Bach ci ha regalato. Grazie. Ma di recente la Marucelliana ha conseguito l’ennesimo successo.
“Sì, pochi mesi fa abbiamo festeggiato l’acquisizione di una cinquecentina (edizione a stampa eseguita nel XVI sec., ndr) de “Il Decamerone” di Boccaccio stampata nel 1529. In Italia esiste un’altra sola copia presso la Marciana di Venezia per cui ritengo che Firenze possa ritenersi orgogliosa. Ma il mio intento maggiore è quello di riempire il salone monumentale di giovani. La Marucelliana è sempre stata un punto di incontro per gli universitari fiorentini però da quando numerose facoltà si sono spostate dal centro il flusso è rallentato, inoltre si fa sentire anche la concorrenza della Biblioteca delle Oblate. Questo deve divenire uno stimolo per tutti noi per migliorarci. Intanto è in cantiere un progetto sul Futurismo con una serie di incontri per il 2017 e 2018, poi un altro sulla storia di Firenze vista dall’alto. Siamo in contatto con alcune università per realizzare dei programmi congiuntamente, con alcune scuole elementari fiorentine stiamo studiando delle forme per portare i ragazzi in Biblioteca e stimolarli alla lettura. Nelle prossime settimane, in occasione della Giornata del Disabile, due associazioni, una di Firenze e l’altra di Napoli, esporranno delle opere pittoriche realizzate da loro associati. Altre idee sono in gestazione ma sicuramente si realizzeranno”.
Come altre volte è capitato di scrivere quasi sempre non sono gli uffici inefficienti o inoperosi, il buon funzionamento dipende da impiegati, funzionari e dirigenti.
Bruno Galante
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