Luna perigea a solo 356.000 chilometri, la prossima nel 2034
Ieri 1948, oggi 2016 domani 2034.
Sono le ricorrenze della Luna perigea.
Sono gli anni in cui la sfera argentata si avvicina maggiormente alla Terra, è la distanza minima tra esse, 356.000 chilometri, così vicine che pare possano sfiorarsi ed abbracciarsi.
Negli anni in cui si separano, l’apogeo, distano 406.000 chilometri.
Beethoven ha musicato l’intramontabile “Sonata al chiaro di luna”, ha ispirato poeti e narratori del presente e del passato, ha fatto innamorare generazioni di gioventù ed ha assistito alle più orride vendette.
Per festeggiare degnamente questo splendido evento ho chiesto la collaborazione di tre geni delle rime – Giacomo Leopardi, Charles Baudelaire e Alda Merini – e poi ho attinto a qualche altro gigante della cultura con il preciso intento di celebrare adeguatamente la ricorrenza.
Le immagini accanto sono state scattate lunedì 14 novembre 2016 intorno alle 21.00
Alla Luna di Giacomo Leopardi
O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l’anno, sovra questo colle
Io venia pien d’angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, né cangia stile
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l’etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l’affanno duri!
Mi piace pensare che la luna è lì, anche se io non guardo. Albert Einstein
Folle è l’uomo che parla alla luna. Stolto chi non le presta ascolto. William Shakespeare
Io sarò la nube e tu la luna. Ti coprirò con entrambe le mani, e il nostro tetto sarà il cielo. Rabindranath Tagore
Era il proprietario della luna, s’innamorò dell’albero più bello, creò ghirlande di foglie e se le infilò intorno al collo. Tove Jansson
Tristesse de la lune di Charles Baudelaire
(da: «Les fleurs du mal»)
Ce soir, la lune rêve avec plus de paresse;
Ainsi qu’une beauté, sur de nombreux coussins,
Qui d’une main distraite et légère caresse
Avant de s’endormir le contour de ses seins,
Sur le dos satiné des molles avalanches,
Mourante, elle se livre aux longues pâmoisons,
Et promène ses yeux sur les visions blanches
Qui montent dans l’azur comme des floraisons.
Quand parfois sur ce globe, en sa langueur oisive,
Elle laisse filer une larme furtive,
Un poète pieux, ennemi du sommeil,
Dans le creux de sa main prend cette larme pâle,
Aux reflets irisés comme un fragment d’opale,
Et la met dans son coeur loin des yeux du soleil.
È tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti. William Shakespeare
La luna è l’anima, è il nostro modo di vivere le emozioni, i desideri, i sogni. La terra è la realtà, il luogo in cui lottare con i rimpianti e le delusioni. Romano Battaglia
Guardavo, alla luce della luna, quella fronte pallida, quegli occhi chiusi, quelle ciocche di capelli che tremavano al vento, e mi dicevo: “Questo che io vedo non è che la scorza. Il più importante è invisibile”.
Antoine de Saint Exupéry
Nell’amico silenzio della tacita luna. Virgilio
Canto alla luna di Alda Merini
La luna geme sui fondali del mare,
o Dio quanta morta paura
di queste siepi terrene,
o quanti sguardi attoniti
che salgono dal buio
a ghermirti nell’anima ferita.
La luna grava su tutto il nostro io
e anche quando sei prossima alla fine
senti odore di luna
sempre sui cespugli martoriati
dai mantici
dalle parodie del destino.
Io sono nata zingara,
non ho posto fisso nel mondo,
ma forse al chiaro di luna
mi fermerò il tuo momento,
quanto basti per darti
un unico bacio d’amore.
È sera con la luna. Ti stanchi a passeggiare. Staresti tutta la notte fuori, così, a bearti delle cose sotto la luna che t’appaiono eterne: così le porte chiuse, i camini, i muri dei giardini. Con tutte le cose vorresti stare un po’ assieme e vedere come la luna tramonta, ascoltando i gemiti di questi uccellacci notturni. Rocco Scotellaro
Sulla montagna la Luna indulge al ladro di fiori e lo illumina. Matsuo Basho
Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore. Luigi Pirandello
Bruno Galante
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