Al Franchi gli azzurugby battono le antilopi sudafricane
Il davide italiano surclassa il golia sudafricano e apre le finestre all’ottimismo e alla speranza di una crescita da sempre cercata e desiderata.
Che sia giunto il momento di entrare nell’élite del rugby mondiale? Forse è prematuro ipotizzare un qualcosa del genere però quantomeno si può affermare che si sta imbroccando la strada giusta.
Già dalla gara dell’Olimpico di Roma contro i colossi della Nuova Zelanda erano apparsi segnali incoraggianti al di là di ciò che dice il risultato schiacciante a favore degli All Black. È cambiato tutto in una settimana?
Difficile da sostenere però il tecnico irlandese Conor O’Shea non appena ricevuto l’incarico dal presidente Gavazzi non aveva nascosto le sue ambizioni e i suoi progetti “far sì che questa squadra diventi la più forte Italia di tutti i tempi”.
Intanto per la prima volta nella storia della Federazione gli azzurrugby hanno superato gli springboks (l’appellativo che viene utilizzato per indicare il team, tradotto sta per “antilope”) i quali sono in pianta stabile da decenni nei piazzamenti del World Rugby. Hanno conquistato due Coppe del Mondo, 1995 e 2007, tre Rugby Championship, 1998, 2007 e 2009, e una caterva di altri trofei.
Per comprendere meglio chi siamo e cosa vogliamo occorre guardare cosa accade sabato prossimo all’Euganeo di Padova contro gli Ikale Tahi (aquile del mare) del Toga, formazione di questo pianeta ed alla nostra portata. Dopo del match patavino sarà possibile stilare un bilancio delle tre gare e le prospettive che ci attendono.
Tornando all’Artemio Franchi serve annotare che in ogni settore degli spalti e delle tribune vi erano diverse chiazze bianche e vuote dovuto molto probabilmente all’inclemenza del tempo che sino al primo pomeriggio aveva fatto le bizze. Peccato per gli assenti che si sono persi un pomeriggio storico e scoppiettante. La coreografia è stata di alto livello con la presenza degli sbandieratori della Signoria di Firenze come pure la fanfara dei Carabinieri che non appena ha intonato le prime note dell’Inno di Mameli ha infiammato lo stadio.
Sergio Parisse e tutti gli altri non si sono lasciati intimorire dalla muscolosità sudafricana ed hanno risposto mischia su mischia principiando un martellamento psicologico che alla fine ci ha premiato tant’è che la prima parte si è chiusa in equilibrio con loro in vantaggio per 12 a 10. Significa che abbiamo retto le loro sfuriate e non ci siamo smarriti.
In tribuna la domanda era: ce la faremo a resistere anche nella seconda parte?
Ebbene sì, abbiamo resistito e fatto anche qual cosina in più dei boys di Allister Coetzee con Favaro, Padovano e Venditti indomiti. Ed è proprio dell’abruzzese Giovanbattista Venditti la meta che ha consentito il sorpasso e l’epica vittoria.
Che non sia stato il più bel match degli spingboks è fuor di dubbio ma ciò non sminuisce di un millimetro la gagliarda prova degli Azzurri e nel momento in cui ciò si verifica in simultanea e noi ne approfittiamo ecco che si aprono spiragli rosei per il domani.
Allo scadere l’ovvia esultanza in campo e tra il pubblico sulle note di Mino Reitano Ma il cielo è sempre più blu.
Bruno Galante
Commenti
Al Franchi gli azzurugby battono le antilopi sudafricane — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>