Juventus e Napoli superano con lode il primo ostacolo
L’ultima giornata della fase a gironi della Champions inizia nel migliore dei modi con una bella vittoria del Napoli a Lisbona per 2-1. Per qualificarsi i partenopei necessitano di un pareggio ma vanno oltre con Callejòn al 60’ e Mertens al 79’ e si posizionano al primo posto nel girone.
Inutile la marcatura di Jiménez all’87’. Clamoroso il risultato in Dinamo Kiev-Besiktas 6-0, gli ucraini bruciano le ambizioni del club turco che qualche speranzuccia la covava. E così per la seconda volta nella sua storia il Napoli accede agli ottavi di Champions dopo la prima esperienza di Mazzarri nel 2012.
Quando alla mezz’ora giunge la notizia da Kiev che la Dinamo è in vantaggio per 3-0 nello stadio lusitano si riempie di boati e l’agonismo va in panchina. La mente torna al campionato ed al sorteggio, con l’auspicio che sia benevolo.
Domenica i partenopei dovranno recarsi a Cagliari poi al San Paolo è atteso il Torino alla ricerca di punti per non distanziarsi dalla zona Europa e successivamente la trasferta di Firenze. Certo che la vittoria all’Estadio da Luz fa morale però visto che la Champions sino a metà febbraio non riprende meglio concentrarsi sul campionato.
Sarri per non contraddirsi dichiara che terminare primi potrebbe non essere un bel vantaggio, forse non si è ancora reso conto che dagli ottavi ogni match diventa una finale e le formazioni materasso sono state eliminate.
Abbandoniamo il consueto lamento sarriano e osserviamo quel che è accaduto allo Stadium.
Come al solito i cretini non rimangono a godersi il calore del caminetto e questa volta la prevenzione ha funzionato egregiamente, uno sparuto gruppetto di imbecilli croati è stato fermato e rispedito a casa dalla Digos.
La partita. Un primo tempo sonnacchioso e, a causa della temperatura gelida?, privo di brillantezza. Va, comunque, chiarito che di fronte i bianconeri non avevano né una corazzata e nemmeno un incrociatore ma una di quelle barchette che alla prima ondata cola a picco. Così è stato.
Al rientro in campo e con i muscoli più caldi Marchisio & co. pigiano sull’acceleratore e dopo un silenzio di 35 giorni il Pipita torna a gonfiare la rete. Rete di pregevole fattura.
Neppure il tempo di godersi con calma il vantaggio che il biondo lucchese Daniele Rugani su angolo di Pjanic con una zuccata micidiale sigla il 2-0. Il ventiduenne toscano ci sta abituando male, vero che il gol piace a tutti ma
il giovanotto deve comprendere che il suo ruolo non è quello del centravanti, a meno che non punti da subito al Pallone d’Oro. Però va bene così.
Distrattamente l’orecchio si posiziona su Lione-Sevilla, ma il cronista rimane in silenzio e così lo 0-0 premia anche gli spagnoli.
La serata prosegue a fornirci notizie liete con il “principino” che è tornato quasi al 100 percento e ciò serve per togliere diverse castagne dalla padella. I croati sono poca cosa – contro le formazioni italiane in 12 partite in trasferta non ne hanno vinta una – e se ne era a conoscenza anche prima del fischio iniziale tant’è che Allegri fa riposare Big Gigi e tra i pali ci infila il brasileiro Norberto Murara Neto.
Per completare la gioiosa serata allo Stadium si rivede Dybala all’80’, assente dal 22 ottobre. Una manciata di minuti giusto per riprender il contatto con la realtà agonistica, il mister lo posiziona alle spalle dei bucanieri Mandzukic, super applaudito, e Higuain.
È uno schieramento troppo sbilanciato in avanti che difficilmente potrà essere rinnovato spesso. Il gioiellino, ovvero la joya, si muove e scalpita alla ricerca dell’applauso che arriva e abbondante pure. E quando al 92’ il signor Taylor manda tutti sotto le docce lo Stadium si accende: avanti il prossimo. Bella domanda.
Le regine calcistiche del vecchio continente sono ancora tutte in pista. Dobbiamo attendere lunedì 12 a mezzogiorno per conoscere gli accoppiamenti che saranno ingarbugliati e minati visto che tra le vincitrici dei gironi, oltre alla Juventus e al Napoli, vi sono Arsenal, Barcellona, Borussia Dortmund, Monaco, Atletico Madrid e Leicester. Mentre tra le seconde occorre prestare massima attenzione al Real Madrid, al Bayern e al Manchester City, sulla carta un filino più comode appaiono Porto, Benfica, Bayern Leverkusen ed il Paris St Germain del ben noto Ibrahimovic e di Marco Verratti.
Non possono esserci scontri tra club della stessa nazione e le prime classificate si giocano il ritorno in casa, è l’unico vantaggio a vincere il girone.
Sia Juventus che Napoli possono continuare a far sognare le tifoserie specie se la bionda bendata è disposta a dare una mano.
La società di Andrea Agnelli è tornata in maniera stabile ai vertici europei, lo dimostrano le varie interviste di allenatori e giocatori d’oltralpe che gradirebbero incontrare i bianconeri solo in finale. Da qui al 14 febbraio Allegri può svuotare, se non tutta quantomeno in buona parte, l’infermeria perché ad organico completo se la può giocare con tutti senza alcun timore reverenziale. Dispone di quantità e, soprattutto, di qualità. La concorrenza è agguerrita ma non spietata, nessuna ha concluso il girone a punteggio pieno e ciò la dice lunga.
Alla fine il cerchio si stringerà e in semifinale, a meno di colpi di coda, i nomi diventano ripetitivi.
Il trofeo “delle grandi orecchie” manca da Corso Galileo Ferraris dal 22 maggio 1996. Vent’anni sono tanti, troppi, per una società di quel rango. È vero che nel mezzo vi sono stati episodi che con il calcio c’azzeccano pochissimo e con una calciopoli pilotata da sponde note, ma oramai è giunto il momento di riportare la coppa sotto la Mole.
Fallito il tentativo dell’estate 2015 a Berlino, è obbligatorio puntare su Cardiff, nel Galles, il prossimo 3 giugno. Ed il Galles alle platee bianconere fa tornare alla mente una delle sue leggende: William John Charles.
Raimondo Adimaro
Commenti
Juventus e Napoli superano con lode il primo ostacolo — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>