Aspettando sabato 17
Dai risultati sanciti nelle gare di questo week end il campionato ha tratto ulteriori indicazioni. Attenzione, niente di sconvolgente, strano o inatteso, semplicemente puntualizzazioni, precisazioni meglio giustificate ora che non in altri momenti.
Superando il Milan in un match avvincente e gagliardo, la Roma ha fissato, una volta per tutte, la sua candidatura a prima inseguitrice della Juventus, che resta comunque in vantaggio di 4 delicati, ma importantissimi punti. Fino ad ora questo ruolo, pur accettato, sembrava essere rimasto a galla, fra una determinazione mai completamente assodata e un’incertezza fluttuante che nei giallorossi continuava a venir fuori nei momenti meno attesi. Da oggi le cose sembrano cambiate: a viso aperto la sfida è definitivamente lanciata. Miglior occasione per ribadirla, e con forza, non potrebbe esserci: sabato 17 i ragazzi di Spalletti sono chiamati allo Stadium bianconero,
fortino pressoché inviolabile e autentica bolgia di tifo, da un calendario che mette di fronte le due grandi rivali quasi sul finire del girone (chissà al ritorno con quale scenario si disputerà questo incontro).
Superare il Milan, sebbene giocando con il favore del pubblico, è stata impresa incoraggiante e il ritrovare alcuni uomini di peso (come una linea mediana di notevole spessore) non fa che irrobustire il senso di autostima dei capitolini. Per vincere – lo si sa – non basta giocare bene, ma occorre essere convinti delle proprie potenzialità, della propria forza (senza, ovviamente, andare fuori giri) e contare anche un poco su un pizzico di fortuna. Se la Roma riuscirà a mettere in fila questi aspetti, ritrovandosi in un clima di armonia di squadra e societaria potrà per davvero pronunciare parole importanti in questo torneo.
La super sfida di sabato ce lo potrà dire. È d’obbligo, per i giallorossi, la ricerca della vittoria, per non annullare una chance che avrebbe risvolti fondamentali non solo nella classifica, ma sotto il profilo psicologico e mentale per tutti.
Anche per le altre in lizza e parliamo, in particolare, del Milan e del redivivo Napoli.
Lo si dice da più parti: il trainer Montella sta tirando fuori dai suoi rossoneri il meglio, portandoli ad ottenere risultati di prim’ordine a dispetto di una partenza non felice e di tante opinioni critiche che non li davano certo così in alto a questo punto del torneo. Immaginare che il Milan potesse fare il colpaccio e cioè arrivare sul traguardo in testa era ed è forzare un po’ la mano; credere, viceversa che possa disputare un campionato al vertice è più che accettabile. Il limite, al di là della giovane età, sta in una panchina non eccelsa e quindi un po’ frenante.
Vedere nei rossoneri comunque una delle protagoniste assolute del torneo è per lo meno consequenziale, visto come se la sono sbrigata fino ad ora.
Percorso inverso per il Napoli partito discretamente, ingobbitosi e ora nuovamente lanciato verso la vetta a suon di risultati e gol. Se non fa testo la franca vittoria su un Cagliari che ha una difesa colabrodo e a cui Rastelli dovrà gioco forza mettere riparo, parla assai chiaro per i partenopei l’ingresso agli ottavi di Champions e la bella vittoria sul campo del Benfica, che non sarà una super squadra, ma è pur sempre un undici coi fiocchi. Sarri ha ritrovato il sorriso e si coccola un Mertens brillante come non mai e sgusciante come un furetto nelle difese nemiche. Ulteriore esaltazione sembrano i partenopei aver poi derivato dall’abbinamento di Champions con il Real Madrid. Napoli città, Napoli tifosa, già sogna lo scontro di metà marzo, traendo aggiuntivo senso di orgoglio e appartenenza. Staremo a vedere.
La vittoria nel derby ha dato un segnale importante che i tifosi bianconeri attendevano da qualche settimana: Gonzalo Higuain non si è perso, c’è, eccome. Le due reti che hanno in pratica steso il Torino portano la sua illustre firma e, come da promessa, non sono che l’antipasto di quello che l’attaccante spera di poter servire, con contorno e dolce, alla Roma. La squadra di Allegri ha fatto suo il derby in virtù di una saggezza tattica maggiore e di un tasso complessivo di tecnica superiore. Quando la Juve ha calato i due assi nella manica, Pjanic e Dybala, la differenza si è fatta schiacciante e i granata sono andati sotto, sebbene si siano battuti con la ferocia agonistica che trova in Andrea Belotti l’esempio più lampante. Il centravanti granata ha fatto a sportellate con tutti, suscitando nei compagni emulazione e nel pubblico momenti di autentica esaltazione, come nel momento del gol ad inizio partita che sembrava potesse aprire al Toro la porta della felicità.
Segnalato che l’Atalanta sta rientrando nella dimensione di una pur notevole normalità, che il Sassuolo sta sempre più precipitando in un grigio limbo che nessuno gli avrebbe pronosticato, che la Fiorentina (cui manca ancora una partita da recuperare) sta pian piano ritrovandosi, che il Torino sta constatando quanto sia difficile continuare a fare bene e che le genovesi viaggiano a corrente alternata, vale segnalare, alla fine, la prima vittoria del Crotone che mette ulteriormente in risalto le deficienze di un Pescara volenteroso ma scarsamente all’altezza della massima serie. Una A che il Palermo è destinato a lasciare, dopo essersi già salvato in extremis la scorsa stagione.
Franco Ossola
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