Vaccinarsi è sempre prevenire
La letteratura medica internazionale è unita nel proclamare che le vaccinazioni hanno cambiato il volto della medicina (debellato il vaiolo, quasi scomparsi tetano, poliomielite, difterite) e notevolmente ridotte malattie virali come epatite B, morbillo, rosolia e parotite nonché malattie batteriche come la meningite. Paradossalmente però è diminuita nel pubblico la percezione dell’importanza delle vaccinazioni. Attraverso il web vengono amplificati messaggi allarmanti e preconfezionati sull’utilizzo dei vaccini con notizie prive di fondamento scientifico. Uno dei principi che governano internet è infatti la libertà di diffondere un contenuto rendendo però difficile verificare l’origine e l’attendibilità, anche perché una grande massa di utenti non ha quelle conoscenze scientifiche per valutare o confrontare fra loro i contenuti. Spesso il fare leva sulle paure dei genitori ha il sopravvento sulla sicurezza del contenuto.
Il pensiero comune è selettivo e tende a cercare e conservare ciò che conferma la propria opinione, ignorando o sottovalutando ciò che la contraddice. Ecco perché anche oggi la trasparenza è fra gli elementi determinanti su cui si fonda il principio etico della credibilità.
L’enorme sviluppo della terapia immunologica negli ultimi anni ha proiettato i vaccini anche in un possibile settore di interessi nella cura delle malattie cronico-degenerative (ipertensione, malattia di Alzheimer) nonché in campo tumorale (melanoma, k mammella, ca polmonare a cellule “non piccole”) nonché nella disaffezione da abitudini voluttuarie (vaccini anti-nicotina, anti-cocaina…).
Proviamo a contestare alcune ipotesi comuni: la malattie sono inventate per vendere vaccini. Falso!!! Le malattie infettive sono vecchie come il mondo (lebbra nelle mummie egizie, tbc ossea nei reperti archeologici, epidemie nei testi antichi).
Le malattie non sono indotte dai vaccini: sia le particelle uccise o inattivate (vaccini vivi o attenuati), nella stragrande maggioranza dei casi non è possibile un contagio diretto da soggetto a soggetto e non è mai stata segnalata una epidemia infettiva da vaccini. Vi è poi una notevole differenza fra prendere la malattia naturale piuttosto che vaccinarsi; i sintomi da vaccino possono essere febbricola, dolore nella sede iniettiva, malessere, mentre il rischio di malattia è notevolmente più elevato: rischio di paralisi da poliomielite-cirrosi epatica da epatite B, sordità da parotite, polmonite da varicella ecc…..
Quanto poi alla diceria che la vaccinazione serve a mantenere il mercato dei malati, bisogna ricordare che i vaccini sono destinati essenzialmente a persone sane e non malate, e che è assurdo pensare che oggi vengano fatti investimenti colossali per cercare vaccini su malattie che non esistono solo con lo scopo di crearle.
Bene ha fatto la regione Emilia-Romagna ad avere imposto l’obbligo vaccinale per l’accesso ai nidi di infanzia e servizi integrativi pubblici e privati, sperando che tale iniziativa sia seguita anche da altre regioni.
Fra le malattie che si possono prevenire si ricorda la difterite, l’epatite A e B, il papilloma virus nelle giovani donne, malattie da meningococo, morbillo e parotite, poliomielite, rosolia, tetano, tifo e varicella, per citarne solo alcune.
Da considerare poi il pericolo che la malattia contratta naturalmente può essere causa di trasmissione e di ricomparsa in aree geografiche dove queste malattie erano scomparse per effetto di pregresse vaccinazioni di massa non più ripetute nel tempo.
Prendiamo in considerazione lo studio Wakefield che tanta risonanza ha avuto nel mondo negli anni scorsi. Tale studio ipotizzava una stretta correlazione fra autismo e vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia). Studi combinati in vari paesi del mondo, nonché l’intervento della OMS, hanno evidenziato senza ombra di dubbio che non c’è alcuna relazione fra autismo e vaccino neppure presumibile.
Peraltro un’altra inchiesta ha evidenziato come tale studio fosse distorto da interessi economici, e soprattutto senza rispettare i canoni previsti per qualsiasi ricerca. Lo stesso medico è stato radiato dall’ordine dei medici inglese. Oggi si può affermare che i vaccini sono sicuri e affidabili. Eventuali reazioni avverse, sempre possibili su grandi numeri, sono attentamente monitorati, anche nel tempo. La medicina, come sappiamo, non è una scienza esatta. Naturalmente una accurata raccolta di informazioni sulla persona che viene vaccinata permette di accertare eventuali controindicazioni e quindi rinviare o sospendere la somministrazione.
Molti genitori che oggi sono cresciuti senza avere alcuna cognizione dei rischi causati dalle malattie prevenibili con le vaccinazioni e dei benefici che derivano dalla immunizzazione, le precedenti generazioni comprendevano bene il valore dei vaccini perché avevano avuto sulla loro pelle un’esperienza più o meno diretta dei danni causati dalle malattie. Un cenno particolare merita la vaccinazione per i viaggiatori, soprattutto oggi dove la promiscuità fra popolazioni è sempre più accentuata. Difterite e tetano sono un importante problema sanitario in molte zone del mondo. Così come la poliomelite, la febbre gialla, il tifo, l’epatite, la meningite, la rabbia, il colera, l’encefalopatia da zecche; è quindi opportuno informarsi per tempo tenendo presente il paese, il periodo, la lunghezza del soggiorno, se aree urbane o rurali. Da osservare poi che malgrado la loro efficacia preventiva i vaccini raramente conferiscono una protezione completa azzerando il rischio di contrarre la malattia; devono pertanto essere seguite scrupolosamente tutte le misure preventive contro le varie infezioni presenti in quel determinato paese.
Concludendo si può affermare serenamente che incoraggiare le popolazioni all’uso dei vaccini è opera meritoria sia dal punto di vista scientifico che morale.
Enzo Tattini
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