Il filo che collega la cultura russa a quella italiana
Intervista della scrittrice e giornalista Nadia Fedenko al presidente del Festival del Cortometraggio più longevo d’Italia MISFF, Montecatini International Short Film Festival, Marcello Zeppi.
Qual è la missione del Festival di cortometraggi MISFF?
Diffondere la cultura cinematografica a tutta la comunità senza limiti geografici e a qualunque età. Dobbiamo saper riconoscere l’arte e la bellezza a qualunque età fin da bambini. E i nostri programmi per le Scuole e per i bambini lo confermano.
Il MISFF festival internazionale del Cinema “Corto” nato a Montecatini Terme , raggiunge 68 anni nella prossima edizione, non si può non celebrare questo traguardo. Come Presidente del Festival e Direttore Artistico come può motivare tutto lo staff a traghettare il Cinema della tradizione
verso l’innovazione tecnologica e la multimedialità? Come salvaguardare le origini stesse del Festival?
In verità, dopo 5 anni di presidenza, lo ritengo molto semplice: con rispetto per l’identità, le origini e il lavoro di chi mi ha preceduto, ingredienti indispensabili per essere longevi, infine abbracciare convintamente l’innovazione tecnologica e i moderni linguaggi che attraversano in ogni epoca tutte le espressioni artistiche.
Fin dal suo insediamento come Presidente lei ha perseguito attivamente la promozione del festival in Russia. San Pietroburgo, Ekaterinburg, Mosca, e negli ultimi anni nel mese di agosto anche Rostov-on-Don… Qual è il suo obiettivo, oltre agli scambi culturali e alla possibilità di far incontrare il cinema di tutto il mondo con gli spettatori russi, è tutto qui ?
Grazie a domande così intelligenti le risposte non possono essere da meno. Fa’ sempre piacere ricordare coloro che ti hanno preceduto, Massimo Maisetti è stato non solo uno dei più grandi presidenti della nostra Federazione Nazionale dei Cineclub la FEDIC che ebbe origine a Montecatini Terme nel 1949,
bensì un pioniere, un precursore che fin da gli anni settanta ha portato il Cinema e la Cultura Italiana in tutta la Russia. Ripercorrere queste avventure ti fa’ comprendere meglio la portata del nostro agire noi siamo custodi, educatori e testimoni del nostro tempo. Veniamo prima dei governi e degli Stati noi siamo parti unite di una stessa scintilla di luce, di energia, consapevoli della bellezza dell’arte che da’ senso compiuto alla nostra esistenza. Noi pratichiamo la nostra missione attraverso il cinema, ci vuole serietà per comprendere al meglio questa responsabilità.
Il sud della Russia non è solo una vasta regione agricola ma anche il luogo dove si è sviluppata l’industria, dove vivono specialisti altamente qualificati. Quanto può essere interessante tutto questo per l’industria cinematografica e in particolare per il Cinema Italiano? E lei può ravvisare un maggiore interesse per coloro che il cinema lo producono o per i cast artistici e o tecnici?
Coniugo molto spesso cinema, cultura, impresa, arte, professione questo dipende dalla mia formazione e dalle mie diversificate esperienze.
Arrivare al Cinema con la mia esperienza di vita è un dono che cerco sempre di condividere. Possiamo facilmente dire che gli uni (industria, agricoltura, città) per prosperare hanno bisogno degli altri, le risorse umane e i creativi. Alcuni anni fa’ ho iniziato a parlare di Cluster creativi o Distretti Culturali che sono indispensabili per associare le competenze. Per questo semplice motivo io credo che dovremo presto far partire un Campus di Cinema Italo-Russo che mentre produce le prime fasi (documentari e workshop-seminari) imposta il futuro.
SPIEF 2016 (Forum Economico Italia Russia San Pietroburgo), missioni di business B2B, missioni e programmi come “Il Caucaso incontra l’Italia», ovvero la presentazione della regione di Rostov alla Camera di Commercio di Napoli nel mese di dicembre 2015, e infine altre forme di collaborazione italo-russe, incontri culturali, forum – tutte queste tipologie di eventi e incontri dimostrano un reale interesse reciproco. Per dare efficacia a questa volontà bilaterale quali forme innovative potrebbero, secondo lei, essere le più appropriate?
Conosco molto bene le formule che lei cita poiché ho partecipato a tutte queste. Anzitutto preciso che sono benvenute poiché da anni mantengono vivi i nostri rapporti bilaterali. Ma lei mi chiede altro, il mio punto di vista che punta sempre al miglioramento delle buone pratiche, allora posso dire che se il format dipendesse da me io lavorerei sul prima e sul dopo poiché troppe volte i rapporti improvvisati non portano positive conseguenze per le imprese.
Quale è la sua opinione sulla cooperazione tra le nostre scuole e università, e in quali progetti e programmi questa collaborazione potrebbe sviluppare?
Purtroppo i modelli dei Governi in tema di formazione sono troppo statici, rigidi. Io sono liberale nella vita e ancor più nella istruzione. In Italia recentemente sono stati fatti timidi passi in avanti per creare una effettiva sinergia tra il mondo della scuola e l’impresa. Negli ultimi 3 anni che precedono la maturità gli studenti sono obbligati a fare un ciclo di studio con l’alternanza tra lo Studio e il lavoro. Questo vale ancor più nel Cinema che è arte, professione, esperienza. Non si può imparare solo sui libri deve essere praticata sul campo. Nel settore privato esiste una maggiore flessibilità e competitività personalmente con specifici standard internazionali lo ritengo più performante. Dipende anche dalla motivazione ed esperienza internazionale dei docenti.
La Russia in una comunità globale ha sempre mantenuto una posizione privilegiata, un posto speciale. Conosceva l’URSS? Quale è la tua impressione della Russia moderna? Quali sono le uguaglianze e le differenze tra Italia e Russia?
La mia conoscenza dell’URSS è speciale. Prima i racconti di mio padre, Elvio, prigioniero nella Germania nazista, liberato dai soldati dell’Armata Rossa, poi gli anni del comunismo e delle lotte operaie-studentesche in Italia hanno raccontato il mito “immaginifico” della nazione socialista che dava, idealmente, una maggiore attenzione al diritto alla felicità delle classi meno abbienti o povere. Poi la storia, più che il Cinema, ha scritto un diverso finale, la Russia di oggi è diversa, un altro paradigma ma forse sotto sotto c’è l’anima sociale e romantica che è stata una legittima aspirazione per milioni di persone nel mondo. Certo che questa immagine ad una lettura superficiale oggi non appare. Ma è anche per questo che tutti noi che amiamo il Cinema, creiamo il futuro. Dal punto di vista empatico, e nella vita sociale trovo molte similitudini fra italiani e russi ci comprendiamo subito, può non apparire subito ma abbiamo un apparato burocratico come sistema paese simile, abbiamo telegiornali molto simili. Le differenze più marcate sono nel sistema imprenditoriale. L’Italia è il Paese con il maggior numero di imprese famigliari, piccole e medie. È una lunga tradizione i cui benefici li troviamo nel commercio, nell’agricoltura, nell’enogastronomia, nell’artigianato e anche nel cinema.
Che cos’è, secondo lei, il cinema moderno? Cosa pensa del Cinema moderno con il suo cinema 3D, dispositivi e gadget? E ancora, lei crede che il rapporto fra regista e spettatore sia ancora improntato alla ricerca del bello per l’anima o a cosa altro? Come trovare il giusto equilibrio tra valori eterni e innovazione?
Esiste, per nostra fortuna, una grande scelta nel cinema moderno. La Film Industry, l’industria del cinema, considera lo spettatore un cliente, la cultura un prodotto. Ecco perché gadget, fast food e le bibite gassate sono dannose per i nostri giovani. Il cinema indipendente e o autoriale pur nella contemporaneità persegue altri fini: ricerca, rapporti umani, visione intimistica e introspettiva, videoart, documentari, etc. insomma tanti diversi generi con tagli personali e “artigianali”, creativi, che per la loro diversa distribuzione non devono obbedire a logiche di mercato. Non ho mai avuto paura dell’innovazione chiedo solo regole e non una liberalizzazione senza scrupoli. Infine chiederei a tutti i governi del mondo di aiutare i giovani autori, i creativi, con programmi specifici. Il cinema, l’arte, la creatività possono, al pari della bellezza, salvareveramente il mondo poiché lo rendono umano, vivibile e credibile.
Quali sono le sue preferenze nei film? Quale genere è più vicino a lei?
Sono presidente di un Festival e come un pater familias amo tutti i generi. Se invece io fossi un regista produrrei documentari. Sono certo che lo saprei realizzare, è nelle mie corde, nella mia natura di “storyteller”.
Se si costituisse il top dei migliori film di tutti i tempi, come sarebbe?
È come fare una domanda a coloro che amano il gioco del calcio, ognuno farebbe la propria formazione, ciascuno la propria lista. La mia ideale non esiste. Varia ogni anno seguendo la mia personale cultura cinematografica.
Nadia Fedenko
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