Zuppa di cicerchia, tra storia, tradizione e tipicità
Superata l’abbuffata natalizia torniamo alla cucina tradizionale, con il freddo polare di questi giorni dobbiamo cautelarci anche a tavola e allora andiamo alla ricerca di un piatto tipico invernale.
Ho scelto la cicerchia perché è un legume coltivato proprio nelle regioni più colpite di questi giorni, Marche, Molise, Umbria e Puglia ed è stato riconosciuto come “prodotto agroalimentare tradizionale italiano”.
Durante il Rinascimento la cicerchia era molto diffusa e tra i nobili e i gentili era utilizzata come dieta e veniva considerato come un piatto prelibato.
È un legume oramai non più di moda ma che merita di essere rispolverato.
Non ha bisogno di tempi lunghi di ammollo bastano 6 ore e 40 minuti di cottura, in acqua tiepida, salata o con un cucchiaio di bicarbonato, cambiando l’acqua due o tre volte; l’acqua di ammollo va buttata poiché contiene una sostanza tossica resistente alla cottura che potrebbe causare problemi al sistema nervoso.
Ricetta
Ingredienti per 4 persone
400 gr di cicerchia
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di pomodoro
50 gr di pancetta o di lardo battuto
Sale
Pepe
Preparazione
Metterla a lessare in acqua abbondante, non appena le bucce del legume vengono a galla toglierle con la schiumarola.
Giunta a cottura aggiungere un pizzico di sale.
Per non rimanere inattive far soffriggere la pancetta in una casseruola insieme e ad uno spicchio di aglio, aggiungere il pomodoro ed equilibrare il tutto con sale e pepe.
Scolare la cicerchia e quindi aggiungere il soffritto.
Aggiungere dell’acqua bollente e proseguire a far bollire per altri 10 minuti.
Per creare la giusta atmosfera ed arricchire la scenografia posizionare ai bordi del piatto 4 o 5 crostini di pane tostato cosparso di olio di oliva extravergine fresco.
Claudia Treves
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