Vincono le prime sette
Una giornata, la diciannovesima, che solo in apparenza sembra dire poco o nulla alla dinamica del campionato.
Certo, vincono tutte e sette le prime della classe e quindi parrebbe che tutto sia in ordine, secondo copione. Tuttavia quel che conta è andare a vedere come lo hanno fatto.
Partiamo dai campioni in carica della Juventus.
Se la sconfitta di Doha nella finale di Supercoppa Italiana contro il Milan aveva suscitato qualche discussione, qualche riflessione, come da costume Juventus, tutto è rapidamente rientrato. Le polemiche in casa bianconera non trovano mai spazio e questa è una delle sue grandi risorse dirigenziali.
Questo assodato, la vittoria con il Bologna allo Stadium, sempre più fortino inespugnabile (siamo alla 26° vittoria di fila), non è stata solo nettissima, ma disarmante per tutti. Per gli ospiti e per chi osservava da lontano, magari “gufando”.
Non erano passati nemmeno dieci minuti che già Pjanic e Higuain avevano messo il sigillo della loro classe sul match. Il delizioso invito dello slavo trovava un perfetto contraltare nel rapinoso colpo al volo dell’argentino, in un duetto di altissima fattura tecnica. Il rigore di Dybala sul finire del primo tempo chiudeva definitivamente il discorso, con tanti cari saluti a tutti. Un match dominato in lungo e in largo, dall’alto di una sicurezza assoluta. Questa la domenica juventina.
Quella delle altre, seppure vincente (eccezion fatta per la sempre più gagliarda Atalanta) è stata giornata di ben altro tono, verrebbe quasi da dire improntata più sulla buona sorte che non sul merito.
La Roma va a vincere a Marassi in virtù di un autogol. 1-0, un risultato davvero striminzito, se si considera almeno un fattore importante: i rossoblù si sono presentati in campo mezzo svuotati, o per lo meno depauperati in classe e grinta da una campagna di cessioni tipica del presidente Preziosi, che monta e smonta la sua squadra non appena all’orizzonte si profili un affare da concludere. Le partenze di Rincon e Pavoletti hanno messo in crisi il trainer Juric costretto a inventarsi un nuovo schieramento. Ebbene, malgrado questo forte disagio fra i genoani, la squadra capitolina ce l’ha fatta, come si dice, per il rotto della cuffia. Una vittoria stentatissima, segnata da un primo tempo amorfo. Ha voglia Spalletti di proclamare trattarsi di una vittoria della grinta e della determinazione, ricordare come a Genova coi rossoblù abbiano perso in molti, fra cui la Juventus. L’impressione, a essere sinceri, è che tanta enfasi voglia in qualche modo nascondere le solite incertezze che i giallorossi rivelano da inizio torneo quando sono chiamati a giocare fuori casa.
Non sta meglio la terza, ovvero il Napoli che vince non per merito, quanto per demerito di una Sampdoria che, dopo essere passata in vantaggio, non ci ha creduto. La squadra di Sarri ha decisamente deluso, come se la pausa natalizia abbia arrugginito non solo i meccanismi del complesso, ma anche la brillantezza di qualche singolo a partire dal mini bomber Mertens a al capitano Hamsik. C’è voluto il neo acquisto Tonelli per risolvere il rebus, ma di certo i tifosi napoletani nell’anticipo di sabato non devono essersi divertiti. A dare una mano agli azzurri ci ha anche pensato un arbitraggio sconcertante della giacchetta Di Bello che ha trovato il suo culmine nell’assurda espulsione di Silvestre. Se il lieve tocco del difensore doriano a una spalla del portiere napoletano Reina è da considerarsi fallo, beh, allora, se tanto mi dà tanto, le partite rischierebbero di essere tutte quante sospese per mancanza del numero legale di uomini in campo. Quello che si vede in certe mischie d’area …
Il capitolo milanesi è aperto sul sorriso, ma quanta fatica, per tutte e due. Il Milan ritrova Bacca nei panni di salvatore e risolutore, ma solo a fine match e grazie a un clamoroso errore della difesa cagliaritana.
Una difesa, quella sarda, avvezza a incassare poker e cinquine di reti ma che ieri, riveduta e corretta, ha dato del filo da torcere ai rossoneri. Un Milan forse un po’ troppo gaudente per il successo in Supercoppa e quindi da richiamare immediatamente all’ordine se l’intenzione è quella di procedere bene nella seconda frazione del torneo, così come fatto nella prima.
A proposito dell’Inter qualcuno parla di rinascita e di raggiunta continuità. Sarà anche vero, ma se nel primo tempo una pimpante Udinese non avesse sprecato come ha fatto, i commenti sui nerazzurri di Pioli suonerebbero ben diversi. Vero è che il calendario del ritorno nelle prime battute parrebbe favorevole agli interisti, dando quindi loro la possibilità di insistere nel novero delle vittorie consecutive, ma è ancora tutto da scoprire il nuovo corso del pur bravo neo trainer.
Calcio spettacolo, calcio meraviglia per l’Atalanta di Gasperini, che se la ride contento. Il presidente Percassi gli smonta la squadra, togliendoli un paio di gioiellini e lui non se ne cura, anzi va a vincere con imperio in quel di Verona rifilando al Chievo una lezione di calcio. Giocando così non è difficile immaginare gli orobici in lotta fino in fondo per la conquista di un bel meritato posto in Europa.
In coda sorride solo l’Empoli sugli scudi con il suo uomo simbolo, l’attaccante Maccarone. Le altre stanno davvero malino e il loro orizzonte si fa di domenica in domenica via via più cupo.
Franco Ossola
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