Tajani primo italiano alla guida del Parlamento europeo
Con 351 voti a favore e 282 contro il 63enne romano Antonio Tajani è stato eletto presidente dell’assemblea parlamentare europea superando di 69 voti l’avversario Gianni Pittella fermatosi a quota 282. Si è dovuto fare ricorso alla quarta votazione ma l’elezione era nell’aria dopo che il Ppe aveva raggiunto l’accordo con Alde come pure è stato determinante il ritiro del Verhofstadt. Il parlamentare del Partito Popolare Europeo è uno dei veterani di Bruxelles essendo stato eletto la prima volta nel 1994 nelle file di Forza Italia su indicazione di Silvio Berlusconi. Insieme a Previti e Berlusconi è stato uno dei fondatori di Forza Italia, movimento al quale è sempre stato legato. Giornalista professionista dal 1980, in gioventù è stato militante del Fronte Monarchico Giovanile. Laureato in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma dopo aver frequentato gli studi classici al Liceo Torquato Tasso di Roma.
Appena ultimato lo scrutinio ha dichiarato: “Ringrazio tutti anche chi ha votato per gli altri candidati in questo grande confronto democratico, sarò il presidente di tutti, rispetterò tutti i deputati di tutti i gruppi politici.
Voglio dedicare questo risultato alle vittime del terremoto che ha colpito il mio Paese, che stanno ancora vivendo momenti di grande difficoltà, perché fa ancora molto freddo; a loro va il messaggio di solidarietà di questo Parlamento, come a tutte le vittime del terrorismo. Grazie a tutti per aver partecipato a questa grande competizione democratica, manterrò le promesse fatte”.
Il momento che attraversa l’Unione Europea è tra i più difficili degli ultimi anni e con un domani abbastanza incerto. Il 23 giugno la maggioranza degli elettori della Gran Bretagna ha deciso di abbandonare definitivamente e in toto l’UE e sulla scia degli inglesi si sono creati movimenti separatisti in altre regioni del vecchio continente.
Il 23 aprile si vota in Francia con un partito socialista in netto declino ed una destra in forte crescita. Marine Le Pen più volte ha annunciato che in caso di vittoria uno dei primi atti da compiere è quello di uscire dall’UE e
probabilmente questo proclama sarà uno dei cavalli di battaglia dell’infuocata campagna elettorale che si aprirà tra poche settimane.
La situazione in Francia è alquanto delicata specie sul fronte degli extracomunitari e dei migrantes. Le banlieu sono polveriere a cielo aperto che possono esplodere da un momento all’altro. Negli ultimi mesi tanto sangue è stato versato da vittime innocenti e indifese ed oggi dalle città ai villaggi vige lo stato di massima allerta che necessariamente durante la campagna elettorale dovrà alzarsi ulteriormente.
A settembre, invece, saranno chiamati alle urne i tedeschi. Angela Merkel ha confermato la sua candidatura ma le recenti consultazioni nei Land hanno registrato una notevole crescita della destra di Frauke Petry alla guida di Alternative für Deutschland, partito che raccoglie il malcontento generale.
Il vento di destra pare spiri anche a Bruxelles, tant’è che Pittella ha prontamente fatto rilevare: “Si apre una nuova pagina storica, il panorama politico del Parlamento europeo è mutato in maniera drammatica con la nascita di un nuovo blocco conservatore”.
Ma quali sono le funzioni del Parlamento europeo?
Dal punto di vista legislativo decide sugli accordi internazionali e in merito agli allargamenti, chiede di presentare proposte legislative alla Commissione europea. Supervisiona su questioni fondamentali svolgendo un controllo su tutte le istituzioni dell’UE; elegge il presidente della Commissione ed approva la stessa Commissione in quanto organo; può votare una mozione di censura obbligando i membri alle dimissioni; approva il modo in cui sono stati spesi i bilanci dell’UE; esamina le petizioni dei cittadini e avvia eventuali indagini; discute la politica monetaria con la Banca Centrale Europea; rivolge interrogazioni alla Commissione e al Consiglio; effettua, infine, monitoraggio elettorale.
Per quel che concerne il bilancio lo elabora insieme al Consiglio ed approva il bilancio di lungo periodo dell’UE, il cosiddetto “quadro finanziario pluriennale”.
Incarico delicato e rilevante, quindi, quello che dovrà assumere Antonio Tajani ma soprattutto prestigioso al vertice dell’Ue. L’Italia ora può contare su due figure istituzionali di altissimo livello a Bruxelles: Antonio Tajani e Mario Draghi, alla guida della Banca Centrale Europea. Con il marasma che ha investito il sistema bancario nazionale un’indicazione solutiva potrebbe giungere dall’Ue.
Altra questione che preoccupa gli italiani è il continuo ingresso di aitanti clandestini provenienti dal Magreb e tra costoro si cela la feccia della collettività internazionale.
Due problemi che preoccupano e che chiedono soluzioni concrete e definitive.
Arnaud Daniels
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