I produttori di filati non smarriscono la fiducia
Dopo l’Uomo e il Bimbo scende il sipario anche su Filati 80, la rassegna dei produttori di filati per maglieria che si è tenuta a Firenze nella Fortezza da Basso da mercoledì 25 a venerdì 27. Come ad ogni manifestazione giovedì è il giorno di maggiore affluenza, venerdì da mezzogiorno si smantella.
La partenza non è stata entusiasmante per i 110 espositori (di cui 74 produttori di filati), in calo del 4,3 percento in confronto ad un anno addietro, i quali qualcosina in più se l’aspettavano.
Ma oramai la crisi non riguarda solo Firenze o solo l’Italia, si è appena chiusa a Parigi Première Classe e Who’s Next con un totale di 45.192 visitatori, come al solito precisi e puntuali i francesi nel comunicare i dati a differenza delle nostre abitudini a sfuggire la chiarezza. Nonostante cifre importanti i cugini d’oltralpe hanno subito un calo del 7 percento in confronto ai dati di gennaio 2016 che videro 48.684 presenze, bisogna considerare e rammentare che il 2016 fu un anno disastroso con una perdita del 16 percento rispetto al 2015.
Sebbene vi sia stato un arretramento del 4,3 dal comunicato traspare una larga vittoria, evidentemente noi riusciamo sempre ad immaginare il bicchiere mezzo pieno.
In una nota diffusa da Smi, Sistema Moda Italia, si legge che il fatturato 2016 dovrebbe registrare una contrazione del 2,6 percento su base annua dovuto in buona parte al rallentamento della richiesta estera a differenza del mercato interno che ha lanciato segnali incoraggianti, idem per la produzione la cui flessione dovrebbe aggirarsi intorno allo 0,5 percento sul 2015.
Ancora non è chiaro cosa potrà accadere di là dell’Atlantico con il neo presidente Donald Trump visto che da giorni ripete di voler incrementare e supportare prevalentemente la produzione interna e arginare quanto più è possibile l’import. Essendo il mercato a stelle e strisce piuttosto importante per il nostro export, restiamo alla finestra in attesa di decifrare.
Una delle aziende maggiormente visitate dai buyer nazionali ed esteri è stata Pinori Filati. Nel settore del filato industriale per maglieria può vantare mezzo secolo di storia ed è una delle società leader in campo nazionale, e non solo. Ricerca, qualità ed innovazione i pregi che l’hanno contraddistinto e le hanno consentito di crescere e di rafforzarsi. Studio, innovazione e valigia sempre pronta per girare il globo alla ricerca del meglio in fatto di materie prime (l’alpaca dal Perù, la lana dall’Australia e dall’Argentina, il cotone dall’India) e nel contempo una clientela adeguata e di prima fascia.
Raffaella Pinori è sostanzialmente soddisfatta, riesce a rilassarsi un attimo solo dal primo pomeriggio di venerdì.
“Il 2014 e 2015 sono stati bilanci di ottimi risultati, ovvio che non poteva continuare e bisognava rallentare per riflettere e riprendere energie. Il 2016 è stato un anno di pausa ma non lo si può definire negativo. Il nostro prodotto per l’80 percento è destinato ai mercati esteri per cui subiamo influenze anche di altra natura, però oramai sono lustri che ci lavoriamo e cerchiamo di anticipare eventuali situazioni avverse”.
Il 2016 ed il 2017 sarà ricordato come un biennio frenetico, leggi Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti, Turchia e altro ancora.
“Sino ad oggi il temuto effetto negativo della Brexit non si è notato, la produzione non ne ha risentito e neppure le borse, per noi come azienda non ci sono stati scossoni negativi. La Russia lentamente sta recuperando e dovremmo essere sulla giusta posizione. Gli Stati Uniti sono un mercato importante non solo per la Pinori ma per tutta il comparto tessile. Il neo presidente Trump sta adottando dei provvedimenti restrittivi, però sinora non hanno intaccato la moda, non si può trascurare il particolare che la nostra industria manifatturiera è ad altissimi livelli e diventa un quasi passaggio obbligato scegliere il Made in Italy. La Turchia vive momenti delicati, comunque i rapporti con le nostre produzioni non hanno subito un crollo”.
Giornate altalenanti anche in alcuni Paesi dell’Unione Europea.
“Parecchie risposte ce le fornirà il 2017 che io vedo stabile. In queste ore dai contatti con i buyer nazionali ed esteri si è avuta la sensazione di un mercato stazionario, ovvio che bisognerà attendere i prossimi mesi per fare un riscontro con la realtà. Noi siamo fiduciosi e guardiamo al domani con animo sereno e con cauto ottimismo. La nostra politica aziendale di anteporre e privilegiare sempre e comunque la qualità, la ricerca e l’innovazione sino ad oggi ci ha gratificato in tutti i sensi, è mia convinzione che lo sarà anche per il futuro”.
Il pessimismo ed il lamento non hanno contribuito alla costruzione del Colosseo.
Piero Vernigo
Commenti
I produttori di filati non smarriscono la fiducia — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>