Alessandro Bastagli, anche dalla carta si crea il filo
I numeri concedono poco spazio all’allegria, ce lo ricorda lo Smi, Sistema Moda Italia. Nel 2016 le stime narrano di un calo del 2,6 percento di fatturato dove spicca un – 4,5 percento di export e con il saldo commerciale in rosso di 49 milioni.
Abbracciare il facile ottimismo e sventolare la bandiera dell’esultanza a tutti i costi non conduce da nessuna parte se i numeri affermano il contrario.
Un conforto, invece, giunge da un report di Exane Bnp Paribas che prevede un 2017 di ripresa non solo dalla Russia ma soprattutto dalla Cina che dovrebbe tornare a spingere la spesa globale ne settore del lusso. Ma anche i cinesi devono fare i conti con la politica poiché in autunno avranno il congresso quinquennale del partito e i consequenziali spostamenti nelle cariche del Governo.
La Russia oramai dovrebbe aver superato lo scoglio dell’embargo partorito dalla fantasia di Barack Obama e con Trump si dovrebbe tornare alla normalità. Nel 2016 il consumo dei russi nei confronti del lusso ha registrato un incremento tra il 5 ed il 10 percento, ci rammenta ancora Exane Bnp Paribas, per un valore di circa 3,5 miliardi di euro dopo la batosta del 2015 con un tonfo del 25 percento anche a causa della svalutazione del rublo. Gli esperti assicurano che la crescita dovrebbe proseguire nel 2017.
Il nostro export moda verso la Russia nei primi otto mesi del 2016 ci evidenzia che è lievitato del 15,6 percento, percentuale per nulla insignificante.
Nei giorni scorsi si sono spenti i riflettori importanti sulle manifestazioni moda dei brand uomo, donna, bambino e filati in Italia e in Francia. Ne abbiamo parlato con Alessandro Bastagli, una vita trascorsa nel sistema moda dentro e al di fuori dei confini nazionali.
La storia di Alessandro Bastagli è la dimostrazione concreta della capacità, della creatività, del talento e dell’entusiasmo che noi italiani evidenziamo nell’attività lavorativa.
Nasce a Firenze e rimane presto orfano di padre che di professione faceva l’orologiaio. Intascato il diploma preferisce il mondo del lavoro a quello universitario, non ama la scrivania e diventa rappresentante della Arfango, marchio storico di proprietà della famiglia Zanobetti nella produzione di scarpe e accessori. Partecipa ad una fiera in Giappone e si innamora del Paese del Sol Levante.
In pochissimo tempo amplia il portafoglio e rappresenta 13 aziende italiane in Giappone e Hong Kong, parecchie ore del mese le trascorre sulle rotte intercontinentali Roma-Tokio-Hong Kong.
A 27 anni incontra Etienne Aigner e diviene suo distributore. L’anno dopo, 1978, al Mipel di Milano scopre una collezione che lo affascina, è firmata da Gianni Versace, giovane ed ignoto stilista. Tra giovani si intendono e principia ad esportare Versace in Giappone, il rapporto tra lo stilista ed il venditore è ottimo e durerà un ventennio.
Ancora tre anni di esperienza e di pendolarismo con l’Estremo Oriente. Un giorno si accorge di uno strano prodotto: la seta lavata. La importa in Italia e la commercializza con successo. Si rende conto che in ambito sportivo può divenire un business e sottoscrive un accordo con Everlast, pianeta boxe. Un accordo tira l’altro e così si aggiungono Gold’s Gym, Neil Pride ed altri ancora.
Con i Versace il vincolo rimane integro e gestiscono insieme “Young Versace”. Oramai il suo nome è sinonimo di garanzia e così entra nella produzione e nella distribuzione della linea sportiva di Moschino.
Nel 2010 l’amico Giuliano Coppini, titolare di Lineapiù di Prato con 120 dipendenti, lo chiama per risollevare le sorti di un’azienda dal glorioso passato ma che si trova in amministrazione straordinaria. Coppini è colui che ha inventato i filati di viscosa. Alessandro raduna i collaboratori e fa un discorso chiaro e conciso: la barca sta per affondare, la si può recuperare solo se tutti ci impegniamo al massimo senza filosofeggiare, dobbiamo riacquistare fiducia e credibilità nel mondo della finanza e della produzione, quando avremo raggiunto l’obiettivo possiamo riprendere a chiacchierare. In pochi mesi Lineapiù rientra nei ranghi e i bilanci tornano a sorridere. Oramai da alcune stagioni ha recuperato quelle posizioni di prestigio che le competono.
Alessandro Bastagli ne è il presidente e l’amministratore delegato.
A Pitti Filati 80 Bastagli e Lineapiù hanno presentato un filato che è una miscela di carta e fibra poliammidica in grado di procurare un “effetto organza”, una tipicità della carta nipponica washi, quella che viene usata per gli origami. L’ennesimo parto della creatività e genialità italiana.
“Noi abbiamo avuto l’idea di aggiungere alla carta la fibra poliammidica, poi naturalmente con la nostra fantasia e il nostro gusto abbiamo creato un filo che è tra i primi dieci più venduto del nostro campionario. Noi ci crediamo e puntiamo molto, anche in questi giorni di Pitti è stato molto apprezzato come novità assoluta, le maison più prestigiose si sono espresse molto favorevolmente e lo porteranno nelle loro collezioni. È stato poco pubblicizzato dai media perché ci sono voluti tre mesi per ottenere il risultato finale ed abbiamo fatto appena in tempo a presentarlo alla Fortezza da Basso”.
In questi giorni di Filati 80 la sensazione quale è stata.
“Abbiamo una clientela consolidata, ci interessa il passaggio ma in maniera relativa, i nostri clienti sono al corrente delle nostre iniziative e delle nostre innovazioni. La nostra produzione al 60 percento è destinata all’export con particolare attenzione alla Francia, alla Germania, agli Stati Uniti, al Giappone, come pure al Canada, Australia e ottimi clienti pure in Spagna”.
Gli Stati Uniti, con il nuovo presidente Donald Trump che intende privilegiare la produzione interna, potrebbero creare qualche scompenso.
“La Borsa ha reagito bene alla sua elezione, per quel che riguarda il blocco dell’import ciò è possibile in alcuni settori, negli States l’industria manifatturiera copre solo alcuni comparti merceologici per cui necessariamente devono rivolgersi all’estero. Per quel che riguarda il tessile di qualità non dovrebbero esserci problemi”.
La Cina pare debba tornare ad investire sul lusso, la Russia da alcuni mesi è tornata a spendere in Italia, la Gran Bretagna ancora non ha mostrato segnali di cedimento con il Brexit.
“In Gran Bretagna molti vorrebbero un rientro nell’UE, nei prossimi mesi ne sapremo di più. Per ora non abbiamo avvertito alcun rallentamento. Russia e Cina potenzialmente sono mercati vantaggiosi però bisogna conoscerli bene ed avere dei solidi punti di riferimento”.
Vi sono settori che lamentano la mancanza del supporto politico e finanziario quando si valica le Alpi.
“Le banche non stanno attraversando il periodo migliore. Eppoi la mentalità dei nostri direttori di banca è di finanziare prevalentemente chi offre garanzie immobiliari, molto difficilmente finanziano un progetto o delle idee imprenditoriali. I politici sono spesso impegnati per cui non seguono con assiduità le vicende del mondo della produzione, noi chiediamo solo di lasciarci lavorare senza crearci ostacoli e beghe”.
Allora diciamo che il 2017 sarà di attesa.
“Noi abbiamo sempre anteposto la qualità, la ricerca e l’innovazione abbinandoci la fantasia ed il buon gusto, proseguiremo su questa strada con fiducia e cauto ottimismo. Il Made in Italy è vincente proprio perché segue strade che richiedono studio e applicazione. La grande crisi è alle spalle e questo 2017 sarà benevolo”.
Un pizzico di ottimismo fa sempre bene, alla salute e all’azienda.
Bruno Galante
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