AirBnb il sistema abusivo alberghiero made in Usa
Ha fatto scalpore in questi giorni la multa che il comune di Amsterdam ha inflitto ad un proprietario di ben undici appartamenti collegato con la rete telematica AirBnb.
È il primo caso eclatante in Europa al quale dovrebbero accodarsi altri Paesi per arginare il dilagante abusivismo ricettivo.
A parere degli amministratori olandesi vi sarebbe stata una violazione di un accordo siglato a dicembre 2016 e per tale ragione è partita la sanzione complessiva di 297.000 euro.
I funzionari degli uffici municipali della capitale sostengono che le normative dei Paesi Bassi sono state raggirate e a parere dell’assessore “le case sono state gestite alla pari di un hotel illegale”.
Questo nuovo sistema di pernottamento si sta diffondendo a macchia di leopardo non solo in Europa e negli Stati Uniti ma in diverse altre regioni del pianeta e comincia a presentare bilanci a sei zero. Sono presenti in 191 Stati e in 34.000 città.
Ma cos’è l’AirBnb?
L’idea parte da Joe Gebbia, nato ad Atlanta nel 1981 e laurea in Graphic Design e Industrial Design alla Rhode Island School of Disegn (RISD), e dal suo coetaneo Brian Chesky, nativo di New York anch’egli iscritto alla RISD dove i due si conoscono. Nel 2007 si trasferiscono a San Francisco e prendono un appartamento in affitto, riescono a pagare un paio di mesi poi entrano in crisi, in quel periodo la Industrial Design Society of America organizza la conferenza annuale e non si trovano camere libere in tutti gli hotel cittadini. Joe e Brian offrono le stanze libere dell’appartamento ai partecipanti a prezzo concorrenziale.
L’esito è positivo e decidono di sperimentarlo ancora. Ad agosto 2008 costituiscono la società Airbedandbreafast.com, a marzo dell’anno successivo si trasforma in Airbnb.com. Nel frattempo in società è entrato Nathan Blecharczyk, di lui si sa poco dovrebbe essere nato nel 1984, si diploma alla Boston Latin Accademy e si laurea alla Computer Science di Harvard, nel 2015 la rivista Forbes lo classifica come la 1.006 persona più ricca del globo con un patrimonio di 1,9 miliardi di dollari.
La divulgazione del portale è rapidissima e dal semplice affitto di un letto si passa alla camera, all’appartamento, alla villa, al castello. Tutto avviene tramite computer o cellulare o tablet, sia che si voglia affittare che prendere in affitto per una notte, per una settimana, per un mese e oltre.
Il pagamento avviene tramite carta di credito ed anticipato dopo aver visionato immagini o video. Non è previsto rimborso, restituzione, reso. Dal momento che avviene la transazione si deve utilizzare ciò che si è prenotato.
Gli entusiastici proclamano di enormi risparmi.
Le garanzie sono quelle delle recensioni.
Ovviamente questo sistema poggia sulla fiducia ed in parte sull’inesperienza dell’utilizzatore. Chi ha viaggiato nella penisola, nel continente ed oltre gli oceani sa bene che le recensioni sono un cocktail di pareri interessati e disinteressati, comunque da prendere con le pinze. Mettersi in viaggio per San Francisco dopo aver pagato anticipatamente il pernottamento ed una volta sul posto scoprire un’altra realtà, diversa da quella fotografica, qualche crampo allo stomaco lo crea.
Di sicuro si pernotta in strutture prive di elementari norme di sicurezza e di qualsiasi autorizzazione sanitaria e comunale. È un po’ come la vendita di prodotti falsi e contraffatti, sui quali non sono stati effettuati controlli di alcun genere.
I proprietari non devono richiedere licenze, autorizzazioni, non pagano tasse, contributi. Tutto si svolge nel sommerso e a nero. Troppo semplice, troppo comodo e da birbante.
Se oramai tutti gli Stati si sono mossi per arginare questo fenomeno dilagante di evasione e di minaccia per la società e per quanti rispettano le leggi vigenti ed i regolamenti ai quali si devono attenere, nei palazzi governativi a Roma pare che il problema non esista, visto che ancora non è stato adottato alcun provvedimento.
Naturalmente la AirBnb non versa un centesimo di tasse in Italia e neppure sollecita gli affiliati a comportarsi alla stessa maniera di chi rispetta le leggi.
Nel contempo albergatori, locandieri e osti vengono maciullati dalle gabelle, nonostante sono decenni che i bravi governanti assicurano di voler puntare sul turismo e su tutta la filiera. Chissà se hanno il tempo di dare una lettura veloce a quelli che sono i dati del settore che continua a creare posti di lavoro e a garantire ottima accoglienza a connazionali e stranieri.
Gli interventi ci saranno, forse, dopo che le cronache di giornali e tv si saranno occupati di nera, sino ad allora tutto va bene madame la marchesa.
Salvarico Malleone
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