Se Pitti Immagine pensa solo al proprio orticello
Il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda durante la presentazione di Pitti Uomo il 10 gennaio da Palazzo Vecchio a Firenze dichiara: “Abbiamo cominciato qui a dire che va sfatato il principio per cui non c’è bisogno di investire sulle cose che vanno bene. È l’opposto: è l’eccellenza che va sostenuta in un settore così competitivo”. Sulle pagine de La Stampa a firma di Maria Corbi nello stesso giorno si legge una dichiarazione di Andrea Cavicchi, presidente del Centro Moda: “Il nostro progetto punta a rivalutare Palazzo Pitti dove presto la Galleria del Costume si trasformerà in Museo della Moda. E questo lo possiamo fare anche grazie ai contributi stanziati dal ministero per lo Sviluppo Economico e dall’Ice che saranno pari a 500.000 euro”. La conferma viene da Pitti Immagine che scrive: “Questa edizione di Pitti Immagine Uomo 91 beneficia del contributo straordinario di MiSE, Ministero dello Sviluppo Economico, e di Agenzia ICE, nell’ambito del Piano Triennale 2015-17, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico a sostegno delle fiere italiane e del Made in Italy. Il contributo è dedicato al potenziamento delle attività di ospitalità, media relations e pubblicità”.
Incentivi provenienti dalle tasche dei contribuenti italiani.
In precedenza Dario Nardella, sindaco di Firenze, aveva incontrato Beppe Sala, suo collega meneghino, per progettare un patto tra le due città.
Stagioni addietro Pitti Uomo 88 mise a disposizione il “Treno della Moda” il 19 giugno 2015, con un catering e un servizio d’eccezione, al servizio della fashion community di buyer e stampa internazionale per seguire Milano Moda Uomo. Le Ferrovie, e non solo, ringraziano.
D’altronde tutto il globo sa che la capitale economica, finanziaria e produttiva d’Italia si trova in Lombardia.
Mesi orsono Milano ha ospitato l’Expo 2015 che ha significato 21.000.000 di visitatori in 6 mesi. Oggi i milanesi dispongono di due poli fieristici: la storica Fiera Campionaria, nata nel 1920, e la nuova Fiera Milano Rho. La Campionaria dispone di 43.000 mq mentre quella di Rho di 345.000 mq calpestabili coperti e 60.000 all’aperto. Numeri importanti che pongono la città della Madunina ai vertici dei poli fieristici mondiali.
Ovviamente queste superficie e queste strutture hanno necessità di riempire il calendario per non chiudere i bilanci in rosso e per non mettere in mobilità i collaboratori.
Bologna ospita la fiera annuale dell’edilizia Saie, giunta alla 52 edizione, ma dal prossimo anno diventa biennale. Da pochissimi anni Milano Rho organizza Made Expo, sempre settore edilizia.
Torino ospita il Salone Internazionale del Libro sin dal 1988. Per numero di visitatori, più di 300.000 è la prima in Europa, la seconda per numero di espositori. Dal 19 al 23 aprile prossimo a Milano Rho ci sarà il 1° Salone del Libro, votato da 17 elettori su 32 del Consiglio Generale dell’Associazione Italiana Editori. A Torino invece si terrà dal 18 al 22 maggio.
Genova organizza il più grande salone nautico del Mediterraneo giunto alla 56a edizione, la prossima è fissata dal 21 al 26 settembre. 15 soci di Ucina, l’Unione dei Cantieri che cura il Salone Nautico, a luglio 2016 decidono di abbandonare il gruppo genovese e costituiscono Nautica Italiana che dall’11 al 14 maggio ha programmato il 1° Versilia Yachting Rendez-vous, in quest’ultima organizzazione vi è Fiera Milano.
Pitti Immagine realizza anche Modaprima, per forti divergenze con il management un folto gruppo di espositori carpigiani, coordinati dalla Federmoda di Modena e dalla sua presidente Tamara Gualandi, promuovono Moda Makers e a maggio 2016 nella Villa Ascari di Carpi avviene il debutto. Boom di affluenza e di contratti, costi più che dimezzati. Nell’intervista la Gualandi, pubblicata da leMeridie.it, spiega parecchi particolari.
Nei giorni successivi a Pitti Uomo 91 è uscita su La Nazione un’intervista ad Aldo Cursano che ha suscitato parecchio scalpore negli ambienti produttivi fiorentini. Aldo Cursano è il presidente regionale e vice presidente vicario nazionale della Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ossia bar, ristoranti, pizzerie, bistrot ecc. Quando tutte le manifestazioni organizzate da Pitti Immagine hanno spento le luci lo abbiamo incontrato nel suo bar Le Rose nella centralissima Piazza Unità d’Italia a Firenze, di fronte alla meravigliosa Basilica Santa Maria Novella.
L’incarico della Fipe lo allontana sempre più dalla sua attività per cui deve sobbarcarsi di tutto il socio amico. Mi guarda fisso negli occhi probabilmente perché conosce la mia prima domanda, ovvia e scontata e di conseguenza passo alla seconda.
Firenze per lustri è stata la capitale di fiere e manifestazioni, ogni settimana si faceva il tutto esaurito tra Palazzo dei Congressi e Fortezza da Basso, il programma 2017, invece, sembra abbia affrontato una prolungata cura dimagrante.
“Abbiamo la fortuna di possedere strutture che il mondo intero ci invidia, comode e capienti ed in pieno centro, a pochi metri da panorami unici al mondo. Strutture impolverate per gran parte dell’anno, si possono contare sulle dita di una mano le iniziative importanti. Possediamo delle ricchezze inestimabili che non siamo in grado di gestire adeguatamente ma soprattutto per il bene della collettività, perché chi partecipa ad una manifestazione fieristica, a un convegno, a un congresso dopo una giornata intensa avverte la necessità di scaricare la tensione e distrarsi”.
Ma le distrazioni vanno studiate, programmate e organizzate. Siamo tornati alla domanda iniziale, per dire che il mese di gennaio è rimasto su un binario morto.
“Tutte le manifestazioni della moda e di Pitti in maniera particolare fanno parte della nostra tradizione, della nostra storia, della nostra cultura. Anni addietro con l’approssimarsi di Pitti si parlava e si chiacchierava tra amici e colleghi con allegria e col sorriso ben sapendo che sarebbero stati giorni intensi di lavoro e di gratifiche. Nelle ultime stagioni è iniziata una parabola discendente che non accenna a rallentare”.
Eppure i dati diffusi dalla società organizzatrice vengono sventolati con enfasi come fossero dei record mondiali.
“Non ho avuto modo di leggere i comunicati ufficiali, però so perfettamente quanto abbiamo lavorato ed incassato nei giorni delle manifestazioni. Tolto il primo giorno e parte del secondo in cui si è riscontrato movimento di clienti italiani e stranieri, tutti gli altri giorni è stato come se in città non fosse accaduto nulla oltre all’eccesso di traffico, agli ingorghi paurosi, allo smog micidiale, alle code chilometriche. Per non parlare poi di Pitti Bimbo e Filati dei quali neppure ce ne siamo accorti”.
Gran parte dei torti gli esercenti non ce l’hanno ad esternare tali rimostranze perché se oltre a non incassare un centesimo devono ingoiarsi inquinamento, al di là del consueto, tossine e disagi per tutto il periodo delle fiere alla fine anche Giobbe controbatte.
Il comunicato ufficiale emesso da Pitti Immagine ricorda: “Pitti Uomo 91 trasmette energia e ottimismo: 24.300 i compratori arrivati al salone, da più di 100 paesi esteri, e circa 36.000 i visitatori complessivi, per un appuntamento che va oltre i concetti di fiera e di fashion week”.
Alla chiusura della recente manifestazione della capitale francese Paris Première Classe e Who’s Next i visitatori sono stati 45.192. Evidentemente i cugini transalpini pubblicano i dati emessi dal computer ed in quanto a precisione e correttezza sono ammirevoli. In Italia siamo sul “circa”.
Torniamo da Aldo Cursano, scaturisce una ovvia perplessità: possibile che in città non si siano visti i 36.000 visitatori dichiarati nei comunicati?
“Ho ricevuto numerose telefonate di amici e associati che manifestavano le mie identiche impressioni, mi hanno chiamato tassisti, gestori di attività ed albergatori, idem. Per noi è facile verificare il movimento, il riscontro avviene la sera quando si chiude la cassa e si compilano i registri. Con i numeri è sufficiente una calcolatrice”.
Se Firenze offre poco in quanto ad iniziative il visitatore in 1 ora e 50’ arriva in Stazione Centrale a Milano, ed in 35 minuti a Bologna.
“Più che contarli i clienti bisogna pesarli, il mordi e fuggi fa guadagnare solo le Ferrovie dello Stato. Oltre alla straordinaria iniziativa di Stefano Ricci, che non ha badato a spese, in città non si è concretizzato null’altro che abbia portato ricaduta economica per l’area metropolitana.
Chi vive nell’ambiente sa bene che i bei contratti si firmano in begli ambienti con una bottiglia di champagne d’annata e qualche pasticcino”.
A gennaio gli hotel stellati, i rinomati ristoranti, i locali serali e tutte le attività legate al tempo libero sono rimasti insoddisfatti. A lungo Firenze è stata la capitale d’Italia del lusso e dell’eleganza, oggi vi sono alberghi rinomati che a gennaio chiudono e se non ci si siede tutti intorno ad un tavolo domani sarà peggio.
Il ministro Carlo Calenda ha garantito di investire sull’eccellenza, e Firenze è l’eccellenza. Eccellenza sono anche i tanti chef fiorentini Espresso e Michelin, i tanti locali storici, i numerosi alberghi stellati.
Gli amministratori bisogna che ascoltino il campanellino d’allarme di chi vive la realtà e non si trincera dietro scrivanie dorate con roboanti stipendi, di chi lavora produce, crea benessere e posti di lavoro.
Pitti è un patrimonio di Firenze e dei fiorentini non di pochi addetti ai lavori che oggi dimorano a Firenze e domani chissà dove.
Bruno Galante
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