Nelle banlieue divenute polveriere a cielo aperto
Oramai basta anche uno starnuto più rumoroso degli altri per provocare sommosse, scontri e devastazioni. Nelle banlieue francesi non bastano neppure più i pompieri per spegnere gli animi delle migliaia di giovani magrebini che hanno cancellato l’effigie della tranquillità e sotterrato l’ascia della tensione. “Siamo in guerra con la polizia” proclamava un giovane nei giorni della recente rivolta parigina scaturita dal pestaggio di Théo. E la polizia non si lascia intimorire da tali dichiarazioni di violenze e non arretra di un millimetro.
Ancora una volta la scintilla è scoccata ad Aulnay-souls-Bois, cittadina facente parte delle banlieue parigine nel dipartimento Seine-Saint-Denise. In questo dipartimento vi è la più alta percentuale di stranieri di tutta la Francia, poco oltre il 30 percento, con una disoccupazione giovanile del 50 percento.
Sempre su queste strade avvennero i violenti scontri dovuti alla morte di due minorenni ed un altro gravemente ferito i quali per sfuggire alla polizia si erano rifugiati in una cabina di trasformazione ove rimasero folgorati, era il 27 ottobre 2005. Inizialmente gli scontri avvamparono solo il dipartimento di Seine-Saint-Denise ma in pochi giorni si estesero in tutta la Francia.
Ministro degli Interni era Nicolas Sarkozy il quale visitando un quartiere preso d’assalto disse che avrebbe ripulito il Paese da quella “feccia”.
In dodici anni pochissimo è cambiato, sono stati investiti diversi miliardi di euro nel tentativo di migliorare le periferie dotandole di servizi ma i risultati non sono pervenuti.
In uno di questi quartiere la polizia trovò le armi che sarebbero state utilizzate per l’attentato alla chiesa di Villejuif.
Oggi il territorio è divenuto serbatoio jihadista.
La polizia rafforza la presenza ed i controlli specie nei confronti dei giovani di carnagione olivastra tra i 18 e 25 anni, che risultano essere i più torchiati, circa l’80 percento di costoro ha dichiarato che negli ultimi cinque anni ha subito almeno un controllo. Parecchi di questi ragazzi vengono fermati solo per il colore della pelle, un po’ come avviene negli Stati Uniti nei confronti dei colored e dei latinoamericani.
In Francia su una popolazione di 61 milioni di abitanti circa il 10 percento è rappresentato da immigrati o figli di immigrati, percentuale che è cresciuta notevolmente negli ultimi dieci anni.
Tra qualche settimana si entrerà nel vivo della campagna elettorale ed al momento Marine Le Pen appare la più favorita, e quasi sicuramente andrà al ballottaggio.
Nei suoi proclami ricalca le orme di Donald Trump come atteggiamento nei confronti degli immigrati, oltre ad aver annunciato più volte che uno dei primi provvedimenti sarà quello di uscire dalla Nato e dall’Unione Europea.
Il buonismo e l’ipocrita benevolenza nei confronti di frotte di giovani che dal 2005 hanno invaso l’Europa ha prodotto come effetto l’avversione nei confronti di questa gioventù smaniosa di benessere a basso costo e senza sacrificio. Ed è principalmente per questa silenziosa invasione che la Gran Bretagna ha deciso di abbandonare l’EU e di viaggiare per proprio conto.
Qualora Le Pen andasse al potere il vecchio continente dovrà fronteggiare giorni di ansia e di malessere. La realtà francese delle banlieu ne è un fulgido esempio.
Un abisso separa le tradizioni, la storia e la cultura europea da quella magrebina ed africana. Sono comunità che non intendono abbandonare il loro passato e le loro usanze, tranne poche eccezioni. Si chiudono a riccio ed evitano il dialogo ed il confronto, convinti di possedere il dizionario della verità, che il tutto gli sia dovuto, che i provocatori e gli usurpatori siano gli europei e gli occidentali, non rendendosi conto che tale atteggiamento agevola la crescita dell’estremismo di destra. Purtroppo in Europa e in Occidente dopo gli infausti governi di sinistra che hanno aperto le frontiere a giovani palestrati sbarcati sul vecchio continente per bighellonare in cerca dell’eldorado, ci si ritrova con le periferie e i capannoni abbandonati occupati da questa gioventù infingarda.
Ne sono arrivati tantissimi in pochissimo tempo e continuano ad entrare. Le banlieu sono l’esempio delle incendiarie situazioni dove persino la polizia ha paura ad entrarci e quando lo fa è perché si presenta con battaglioni ben equipaggiati.
Nel mentre le nostre donne del potere ogni qualvolta si recano nei paesi islamici cancellano la propria identità e la propria cultura ed indossano il velo per rendere felice il sultano di turno, i loro politici quando atterrano in Europa impongono di coprire statue e quadri che fanno parte della nostra storia. Servilismo sciocco e umiliante di una classe dirigente che per incassare un contratto e qualche milione di euro in tasca rinuncia alla propria dignità e al proprio passato.
Arnaud Daniels
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