Qualcuno salvi il campionato
Sto scartabellando il dizionario per cercare nuove aggettivazioni per descrivere quello che sta combinando la Juventus in campionato in questa stagione.
Lasciando in disparte il rosario di record che ha già agguantato (il prossimo, e nemmeno troppo lontano, non potrà che essere il conseguimento del sesto titolo consecutivo, cancellando se stessa e il Grande Torino), basta un occhio alla tabella sinottica del torneo per strabiliare.
Sette punti di margine sulla Roma seconda e nove sul Napoli terzo, quindici sull’Inter. Dodici vittorie in casa, soltanto 4 sconfitte esterne, e sempre di misura, e otto vittorie. Mai un pareggio. La tensione della squadra è solo e sempre rivolta a vincere. Quarantanove reti realizzate (dietro a Napoli e Roma), ma soltanto 16 incassate, una difesa di ferro, qualcosa come mezzo gol subito a partita. E poi giocatori che spaccano i match, capaci da soli di frantumare le difese.
Tipico, indicativo, esemplare quello che ha fatto Gonzalo Higuain a Cagliari. Due autentici lampi da gran campione. Si è preso la squadra in spalle e l’ha portata alla vittoria su un campo non facile per le condizioni atmosferiche singolari.
Certo, dirà qualcuno, un conto è il campionato nazionale, ma per dire che la Juve è veramente una grande squadra non sarebbe opportuno valutarla sul metro europeo? Vero, e l’impressione è che, questa volta, i bianconeri facciano sul serio. Il calcio è faccenda difficile da districare, ma le premesse ci sono tutte staremo quindi a vedere. Per intanto dirigenti e tifosi, allenatore e giocatori, si godono questa bella cavalcata in campionato.
Galoppano anche a pieno ritmo le dirette inseguitrici, Roma e Napoli.
Delle due quella che più convince è la squadra di Sarri che sembra aver raggiunto il top, di titolari e riserve, proprio nel momento buono della stagione. Non solo per la lotta in campionato, ma per la ripresa della Champions. La facilità di gioco dei partenopei è invidiabile. La cosa interessante sta nel fatto che non si tratta soltanto di bel gioco, ma anche di gioco concreto.
Tante belle azioni, molte intessute in prima intenzione, e tanti gol (ben 57 che mettono la squadra in cima a questa particolare classifica). Indubbiamente, per un prosieguo felice del Napoli sul binario del campionato inciderà, immagino, in modo importante quel che accadrà nelle due sfide contro il Real Madrid. In caso di buon esito, va da sé che il morale, già alto, salirà alle stelle con ulteriore iniezione di fiducia per le imprese di campionato e l’innesco di un assalto finale alla disperata (cioè vincendole tutte) per la conquista del titolo.
Meno brillante, più compassata e marchingegnosa, si passi il termine, la Roma che vince ma sovente non riesce a convincere. Il tecnico Spalletti cerca in tutti i modi di tenere alto lo spirito, senza mai rinnegare l’idea che i suoi stanno giocando per vincere il tricolore. Una cosa fors’anche possibile se il varco che li divide dai bianconeri non fosse così ampio (pari a due sconfitte e un pareggio juventini, in corrispondenza di altrettante vittorie romaniste). A favore dell’ipotesi ci sono ancora gli scontri diretti. La Juve dovrà incontrare ancora sia il Napoli che la Roma e nel caso in cui …
Il prodigio Atalanta sembra inarrestabile. Vien quasi da sorridere se si considera il calcio d’oggi, fatto di miliardi e top player. L’Atalanta ne è il completo opposto. Un gruppo di amanti del calcio, una società limpida, che da sempre cresce e lancia giovani nel calcio che conta.
Tuttavia mai come quest’anno. Gasperini fa entrare e uscire i boys nerazzurri con cambi e rotazioni svariati e il risultato non cambia: vincono sempre, una banda di giovani ribelli che sembra stralunare le regole imposte da un calcio che suggerisce che solo i quattrini contano. A quanto pare, a volte, non è così, le eccezioni esistono eccome. Che l’Atalanta arrivi in Europa o meno a questo punto, in assoluto, non è così rilevante, quello che veramente conta, e insegna, è che la giovinezza nostrana di qualità va promossa, alla faccia di sconosciuti carneadi stranieri di scarso valore, di cui i nostri campionati abbondano.
Subito dietro, Inter e Lazio, più che Milan e Fiorentina, paiono in grado di procedere spedite. I nerazzurri con l’arrivo di Pioli hanno cambiato non solo ruolino di marcia, ma ribaltato mentalità e ovviamente modo di scendere in campo. A tratti incominciano persino a sembrare una squadra di rango.
Discorso simile vale per la Lazio che però, contrariamente ai nerazzurri, è da inizio torneo che mantiene un equilibrio, di gioco e risultati, che fa onore al trainer Inzaghi.
Milan e Fiorentina sembrano ora viaggiare con grinta ora balbettare. Per un eventuale posto in Europa ci sarà da battagliare (e forse resta questo il solitario stimolo che ancora sembra offrire questo campionato).
Dietro infatti le tre in coda (Pescara, Crotone e Palermo) annaspano troppo e rivelano poche capacità di tirarsi fuori dal pantano.
Franco Ossola
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