I canederli, per respirare il sapore delle Dolomiti
Percorrendo in lungo e in largo la penisola questa volta saliamo sino in cima a quelle montagne che il mondo ci invidia: le Dolomiti.
Terra di confine, di tradizioni e di usanze che formano un crocevia di cultura e di storia.
È il valico che conduce alle pianure danubiane che ci ha tramandato pietanze che oggi vengono servite in quasi tutti i ristoranti stellati mitteleuropei.
I più rinomati tra di loro sono i canederli.
Noi abbiamo reso il suono alquanto melodico ma la sua origine è teutonica, knoten che sta per nodo.
Come tantissimi altri piatti appartiene alla cucina povera di decenni addietro quando le tavole si imbandivano con poco e si recuperava quel poco che a volte avanzava.
La sua diffusione avviene prevalentemente nelle province del Trentino confinanti con l’Austria ed in parte nel Friuli dove, però si chiamano e si preparano in maniera leggermente diversa.
Per i triestini sono gnochi de pan (gnocchi di pane), in friulano diventano chineglis mentre nelle valli ladine sono note come bales (palle).
Ma veniamo alla ricetta prima che la fame scappi via.
Ingredienti per 4 persone (due a testa)
250 g di pane raffermo, tagliato a dadini, preferibilmente pane bianco, panini, rosette
2 uova
250 cc di latte
100 g di Trentingrana grattugiato
1 cucchiaio di farina grano tenero 00
150 g di speck tagliato a dadini piccoli o pancetta o luganeghe
1 cucchiaio di cipolla tritata fine
1 cucchiaio di burro
1 cucchiaio di erba cipollina tritata
2 cucchiai di prezzemolo tritato
Sale, pepe, noce moscata q.b.
Preparazione
Tagliare a dadini il pane e depositarlo in un tegame aggiungere il latte, le uova, il sale, il pepe, la noce moscata, l’erba cipollina, il prezzemolo e il Trentigrana.
Rosolare la cipolla nel burro ed inserire lo speck.
Amalgamare il tutto per creare un impasto da lavorare con le mani.
Qualora servisse aggiungere un pizzico di latte.
Aggiungere la farina a seconda della consistenza del bagnato, uno o due cucchiai sono sufficienti.
Lasciar riposare per 15 minuti circa.
Formare delle palline dal diametro di 5 o 6 cm.
Prestare la massima attenzione a lavorare il pane con estrema delicatezza per lasciare integra la struttura porosa.
Il canederlo non deve diventare asciutto o molle, qualora fosse molle è preferibile farlo rassodare con il pangrattato.
Passare alla cottura, deve avvenire a fuoco lento in acqua o in brodo, preparato in precedenza.
Trascorsi 10 – 12 minuti cominciano a venire a galla, è il segnale che sono pronti per l’atto finale.
Depositati nei piatti cospargerli di Trentingrana e burro aromatizzato con salvia, in alternativa servire col brodo di cottura.
Buon appetito
Claudia Treves
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