Un campionato a blocchi
Forse mai come in questa stagione il campionato si è presentato così presto (a meno 13 giornate dalla fine) come composto da compartimenti stagno, blocchi separati, come se appartenessero a tornei diversi.
1° blocco: le pretendenti al titolo.
Elenco brevissimo: Juventus, Roma e Napoli, stop. Per quanto ai più il destino di questo tricolore 2016–17 sembri segnato ormai da tempo con la vittoria dei bianconeri, finché la matematica non esprimerà il suo inequivocabile verdetto è giusto e onesto che ci sia lotta. Per la Juventus si tratterebbe non soltanto di una vittoria, ma di un vero e proprio trionfo, una sorta di apoteosi: sesto scudetto consecutivo (impresa mai riuscita a nessuno in Italia, la stessa Juve degli anni Trenta e il Grande Torino anni Quaranta si erano fermati a cinque). Una squadra famelica, imperturbabile, decisa e, in aggiunta, anche fantasiosa, imprevedibile, pungente.
La sua inseguitrice più tosta sembra, in queste settimane, la Roma che ha scalzato nei pronostici per il secondo posto, punti a parte, un Napoli che pur sciorinando bel gioco appare meno gagliardo sul piano della potenza e della concretezza. La perentorietà con cui i capitolini hanno asfaltato un Torino (sebbene modesto) ha dato un segnale forte. Il rientro di Salah, la forma eccezionale di Dzeko, l’euforia dell’ambiente dopo la bella prestazione in Europa hanno un bel peso. Il contrario dell’aria che si respira al Napoli che, pur vincente a Verona opposto al Chievo, trova sovente il modo, per lingua del suo presidente, di innescare polemiche che non fanno bene. Certo, la prova di Champions non è stata esaltante, ma pungere al veleno la squadra che ha bisogno di essere serena e concentrata pare un controsenso.
2° blocco: la pretendenti a un posto in Europa
Tenuto conto che un posto sarà dalla pretendente al titolo, di cui sopra, che arriverà terza, anche per le restanti due piazze il cerchio sembra ormai essersi chiuso attorno a Atalanta, Inter, Lazio, Milan e Fiorentina.
Dovendo immaginare la coppia in ascesa vengono i nomi di Inter e Lazio. I nerazzurri da quando Stefano Pioli li ha finalmente messi in quadro hanno preso a vincere con continuità e hanno agganciato una classifica che sembrava ormai utopica. Ora che anche l’ufo Gabigol ha centrato il suo primo bersaglio (anche un bambino avrebbe fatto quel gol) l’entusiasmo è ulteriormente cresciuto e da qui alla fine l’Inter potrebbe riservare ancora altre sorprese. La Lazio di Simone Inzaghi sta disputando un campionato cronometrico, regolare, attento, sfoderando anche, almeno a tratti, un gioco più che convincente. Perde raramente e vince anche quando non le riesce di convincere. Un buon segno, significa che la maturità sta arrivando e con essa la garanzia di punti. A braccetto con l’Inter gli altri nerazzurri, quelli bergamaschi. L’Atalanta è il vero miracolo di questo torneo. Partita molto male, uscita dalle prime contestazioni volte al tecnico Gasperini, ha incominciato a suonarle a tutti, schizzando ai posti di vertice della classifica come mai le era capitato prima. Se lo giocherà fino alla fine il posto in Europa, lanciata da un entusiasmo collettivo che unisce allenatore, squadra, società e tifosi.
Una bella realtà che la società si merita per il tanto bene che fa da sempre per il nostro calcio con la valorizzazione di tanti giovani. Resta il Milan che, detto addio al presidente Berlusconi, d’ora in avanti parlerà pure lui cinese. La vittoria sulla Fiorentina ha decisamente rilanciato i rossoneri e attardato forse in modo decisivo i viola. C’è da dire che basta poco, quando la distanza varia fra i tre e quattro punti, per sorpassi e rallentamenti, tuttavia la Fiorentina sembra al momento un po’ più impacciata delle altre.
3° blocco: il limbo
Guida questo lungo elenco il Torino che sta scivolando piano piano con la forte tentazione di transitare dalla parte destra della classifica (cosa che potrebbe già accadere dal prossimo turno qualora i granata le prendessero a Firenze). Subito dietro troviamo una ruspante Sampdoria che sta facendo assai bene, il Chievo, il Sassuolo in risalita, ma che ha molto deluso, l’Udinese di Del Neri, che viaggia a strappi,
il Cagliari, la migliore delle neo promosse, il Bologna di Donadoni, il Genoa sfasciato dal suo presidente a gennaio e da oggi in mano a Mandorlini, e l’Empoli che con 8 punti di vantaggio sulla terzultima se non fa disastri alla fine dovrebbe farcela a restare in A. Tutte squadre che vedono già da oggi chiuso il loro campionato, prive di stimoli importanti, votate a una serie di partite con le quali misurare, se il caso, i piani futuri.
4° blocco: le retrocedende
Palermo, Crotone e Pescara. Il botto dei pescaresi (5-0 al Genoa) con il ritorno in panchina di mister Zeman è stata una bella sorpresa, ma resterà certamente tale, perché il gap è incolmabile. Difficile immaginare che la banda Zeman non perda più e, anzi, vinca quasi tutte le partite che restano. Idem per il Crotone. Qualcosa di meno certo per i siciliani, ma anche in questo caso le coincidenze favorevoli per consentire loro di farcela sembrano davvero troppe per potersi concretizzare.
Franco Ossola
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