Juve roboante Barca con un piede quasi fuori
Giro di boa degli ottavi in Champions League, come sovente accade pronostici rispettati con le immancabili eccezioni. Partiamo dalle eccezioni.
Barcellona. Al Parco dei Principi è successo quello che meno ti aspetti e che qualcuno desidera, il sorteggio ha messo di fronte il Paris Saint Germain ed il Barcellona delle super star. Gli allibratori offrono leggeri vantaggi ai catalani, specie perché i veggenti dell’Uefa da loro conteggi, statistiche e previsioni indicano i blaugrana come vincitori della Champions League 2016-2017.
Verrebbe da pensare che tra i veggenti si annidino ultras di Messi & co. Essendo il calcio una scienza inesatta e imprevedibile i parigini rimettono sull’aereo gli spagnoli con un irriverente 4-0 (doppietta dell’argentino Angel Di Maria, poi Draxler e Cavani).
I quotidiani spagnoli stanno già suonando il requiem ma è probabile che siano di sponda madridista.
Serata sbilenca in tutte le zone del campo, gambe molli e muscoli afflosciati, mentalmente distratti e quasi assenti, con i problemi dello spogliatoio trasferiti sul rettangolo di gioco. L’esperienza suggerisce che le imprese impossibili appartengono ai grandi campioni ed i ragazzi di Luis Enrique lo sono, probabilmente sono incappati in una serata buia e paludosa ma nella bolgia del Camp Nou dopo le 20,45 di mercoledì 8 marzo potrebbe succedere anche un inatteso capovolgimento.
Per il resto del tabellone ci sono stati pochi sbadigli e tante ovazioni. Zero pareggi.
La coppia italica ha chiuso il bilancio in ottimistica attesa.
La Juventus si è imposta all’Estadio Do Dragao col platonico 2-0 agevolata da una inutile e sciocca entrata,
da rosso immediato, di Alex Telles catapultatosi sugli stinchi di Lichtsteiner al 27’ del primo tempo per beccarsi il secondo giallo. Fallo ingenuo e irresponsabile perché pochi secondi prima aveva preso un altro giallo per un intervento su Cuadrado e subito dopo ha raddoppiato pur sapendo che gli arbitri dei campionati nazionali adottano un metro di giudizio troppo diverso da quelli internazionali.
Un professionista di tale spessore non può e non deve commettere pacchianate che ricadono sui compagni.
A proposito di pacchianate non si può tacere su quella perpetrata da Leo Bonucci durante l’ultima di campionato che gli è costata la tribuna del Dragao. Ottimo professionista e massimo attaccamento alla maglia, però le regole sempre e comunque vanno osservate per rispetto nei confronti dei colleghi ma principalmente verso il tecnico e la società. A nostro parere bene ha fatto Allegri a non includerlo nella lista e fargli comprendere qual è il suo ruolo e il suo compito.
Bonucci dovrebbe sapere bene che i periodi decisivi per qualsiasi società che coltivi ambizioni sono da metà febbraio a metà aprile e che in questi sessanta giorni non si devono commettere errori e leggerezze per non buttare a mare progetti e sacrifici. Leo è un ragazzo intelligente ed ha compreso, non ha fiatato e nel post gara dopo il mini allenamento sostenuto da chi non era sceso in campo si è fermato sotto la curva a salutare i tifosi bianconeri. Ciò gli fa onore.
Contro il Porto la Juve ha disputato una gara accorta e di attesa, con l’uomo in più non si è precipitata dalle parti di Casillas in maniera sconsiderata, ha gestito il pallone con saggezza tenendolo distante da BigGigi. A metà del secondo tempo capita sui piedi di Pjaca un pallone vagabondo e
con estrema precisione lo infila nell’angolino basso dell’ex Real, neppure il tempo di esultare che Dani Alves timbra il 2-0. Il blocnotes lo si può chiudere a questo punto, al 74’.
Bisogna attendere, comunque, martedì 14 marzo per la conferma ai quarti.
Poteva andare meglio al Napoli ma tutto sommato il 3-1 del Bernabeu non tarpa le ali, considerando il particolare del vantaggio iniziale di Insigne che evidenzia gli ampi spazi concessi dalla difesa dei blancos. Prendersela con Sarri e i suoi ragazzi per non esser riusciti ad espugnare Madrid esula dalla logica e dalla conoscenza calcistica. Imporre il silenzio stampa ad un gruppo che in campionato è in lotta per la Champions,
per il tricolore da anni non c’è storia oramai, ed è giunta tra le sedici migliori formazioni d’Europa con uno spiraglio per i quarti, potrebbe significare che la realtà la si vuole ignorare.
Negli scontri diretti dagli ottavi in poi tutto è lecito, che i partenopei ce la facciano a sconfiggere il Real non è utopia, nella fase a gironi Cristiano Ronaldo non ha brillato in maniera particolare e di gol ne ha subiti anche troppi. A leggere la classifica della Liga è ancora tutto aperto ed in 22 gare ha incassato 20 reti. Scontato che il San Paolo martedì 7 diverrà una bolgia, però gli spagnoli sono vaccinati a tali baraonde, si tratterà di vedere come i napoletani sapranno gestire la parte iniziale del match.
Nel recupero di campionato di mercoledì 22 il Valencia di Simone Zaza ha superato il Real 2-1, eppure il Valencia naviga nei bassifondi della Liga. I margini ci sono, vanno sfruttati al massimo.
Non è andata male a Claudio Ranieri e al suo Leicester in quel di Siviglia, sconfitto 2-1, i Foxes stanno attraversando un momentaccio terribile. Eliminati dalla Fa Cup da una squadra di terza divisione si trovano in piena bagarre retrocessione in Premier League. È un ricordo lontano la galoppata vincente dello scorso torneo. In queste ore la dirigenza del club ha comunicato al tecnico romano la volontà di dare una scossa all’ambiente e di sostituirlo. Una decisione presa a malincuore ma necessaria sostengono i responsabili, nel tentativo di recuperare zone tranquille in queste ultime 13 partite.
Delle altre gare a parte il Bayern, vincitore per 5-1 sull’Arsenal, e con il biglietto quasi staccato, bisognerà attendere il fischio finale per conoscere chi tra Manchester City-Monaco (5-3), Benfica-Dortmund (1-0) e Bayern Leverkusen-Atletico Madrid (2-4) accederà ai quarti.
la Redazione
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