Una giornata in fiera col profumo di fresco di stampa
Drin drin, la sveglia impostata sul mio iPhone, la mattina del 17 febbraio 2017 suonò presto, erano le sette. Mi attendeva una giornata emozionante, una giornata che ormai aspettavo da mesi e che mi avrebbe portato nel mondo dei libri, il mondo dove da sempre mi sono sentita a casa.
Quel giorno, infatti, iniziava il tanto atteso evento fiorentino: Firenze Libro Aperto.
Un evento importante, quasi epocale dato che dal 1920 la capitale del Rinascimento non accoglieva nel suo territorio un avvenimento editoriale di così elevato prestigio. Sbirciai il cellulare e, seppure molto stanca dato le poche ore di sonno sulle spalle, mi alzai dal letto dirigendomi al bagno. La sera precedente, causa l’adrenalina alle stelle e l’agitazione per il giorno dopo, ero rimasta sveglia fino a tarda notte. Ma tanta era la voglia di arrivare prima possibile in fiera, mi lavai il viso, andai subito in cucina per consumare una frugale colazione e di corsa a prepararmi in camera da letto.
“Cosa mi metto? Voglio essere curata, ci saranno molte persone, presenterò il mio libro con lo stand dei self publisher, devo essere impeccabile!!”, pensai tra me e me e scelsi dall’armadio pantaloni e giacca nera accompagnandoli a una sobria camicia bianca. Trucco veloce, semplice, come sono, molto curata ma sobria. Ero pronta!
Mancava la cosa più importante, quella fondamentale, la sacca con dentro le cinque copie del mio primo libro, “Il giardino al profumo di menta”, che avrei portato allo stand di Youcanprint, il portale di self publishing con il quale avevo appena stampato.
Andai nello studio, presi i libri e li misi velocemente all’interno di una sacca, afferrai la borsa, mi chiusi alle spalle la porta di casa e scesi di corsa le scale per raggiungere la stazione di Montelupo Fiorentino, il paese dove abito ormai da anni, dove salii sul treno per raggiungere Firenze.
Il treno partiva alle 8 e 40, arrivo a Firenze alle 9 e 15, a Santa Maria Novella mi aspettavano alcune amiche scrittrici con le quali poi ci saremmo recate alle Fortezza da Basso. Scesa del treno ecco venirmi incontro Anna e Rosa, i loro visi entusiasti, pieni di emozioni attese per tre giornate che inconsapevolmente ci avrebbero unito ancor di più. Arrivate alla Fortezza entrammo dall’ingresso espositori, giù per le scalinate fino a raggiungere gli stand. Ed ecco il nostro, lo stand degli autori Youcaniani, autori che autotassandosi pubblicano i loro libri in nome, prima di tutto, della loro passione per la scrittura. Appena raggiunto lo stand vidi i ragazzi che fino al giorno prima avevo conosciuto sul nostro gruppo facebook.
“Piacere, Raffaella”.
“Piacere, sono Matteo e vengo da Parma”.
“Piacere sono Eric e vengo da Marino, vicino Roma”.
E cosi via, tanti altri autori con i quali ci presentammo con calorose strette di mano.
Subito prese vita una situazione inspiegabile e totalmente inaspettata. Mi trovavo i mezzo a persone che fino al giorno prima non conoscevo di persona. Paradossalmente, a pelle, la sensazione fu quella di conoscersi da sempre. Eravamo accumunati e legati dal filo sottile di quella estrema sensibilità e profondità che consente a uno scrittore di tramutare le proprie emozioni nelle righe di un libro.
Ritrovai subito negli occhi di Matteo quella timidezza che era anche la mia, negli occhi di Eric il senso di inadeguatezza che da sempre era il mio compagno di avventure, sin da quando iniziai a essere viaggiatrice di questo mondo.
La giornata trascorse velocemente, noi che ci prodigavamo con grande impeto a promuovere le nostre opere, a distribuire volantini, a fornire spiegazioni ed elargire sorrisi a chi con timidezza o con più audacia si fermava incuriosito a sbirciare tra i libri dello stand. Le ore proseguirono e così anche le tre giornate. Le lancette correvano e il tempo da trascorrere lì e insieme al nostro gruppo volgeva al termine. Giunse anche quel tedioso borbottio dell’altoparlante.
“Si comunica che Firenze Libro Aperto chiuderà tra poco”.
Ci scrutammo tutti con tristezza, lo stand lo avevamo ormai “sbaraccato”. Via volantini, via le brochure, via i nostri libri, divisi gli incassi, registrato gli invenduti, chiusi i pacchi dei libri che sarebbero stati spediti alla fiera di Milano.
Ci guardammo e notai in tutti la stessa espressione, l’espressione di chi aveva la tristezza di doversi separare non solo da tre giornate fieristiche bensì, quello sguardo di chi si separava da una sinergia fatta di persone che in quei tre giorni avevano condiviso emozioni uniche, raccontato pezzi della loro vita, condiviso le paure e le gioie, e i sentieri tortuosi che ognuno di noi si trova a percorrere con affanno, nel percorso dell’esistenza.
Esperienza impagabile che mi ha certamente donato qualcosa in più, arricchita non solo da un punto di vista culturale ma soprattutto, ed è quanto di più bello possa esistere, arricchita dalla presenza nella mia vita di persone di una meravigliosa particolarità, persone che avverti essere nelle tue corde, le corde di un arpa che suona un’armonica melodia. Grazie Firenze Libro Aperto.
Raffaella Aquilina
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