Giovanni Galli, è un calcio che cresce lentamente
Giovanni ma un episodio che ancora ti porti dietro di quel periodo di trionfi nazionali e internazionali?
“Mi è sempre piaciuto guardare avanti, a cosa serve rinvangare il passato? Se frughi nei cassetti della memoria per trovare le scene belle insieme a queste tra le mani ti capitano anche quelle spiacevoli e allora meglio pensare al domani”.
Giovanni Galli ha scritto pagine importanti del calcio italiano e internazionale, se si va a spulciare il suo palmares ci si accorge che sono pochi i titoli che gli mancano. La sua vita, classe 1958, l’ha trascorsa su un rettangolo di gioco tra due pali e una traversa bianca, ad impedire che gunners e canoneros gli gonfiassero la rete. La professione e la passione che lo hanno contraddistinto oggi le trasmette a centinaia di ragazzini che ogni giorno si rincorrono su un prato verde, divenuto sintetico.
La vita gli ha donato tanto ma tanto si è anche preso, e tra ciò che si è preso vi è anche Niccolò, il meraviglioso sedicenne strappatogli violentemente nel fiore della crescita. Per non dimenticare ma soprattutto per dare una mano a quei giovani che ne hanno bisogno Giovanni ha creato la Fondazione onlus Niccolò Galli e per trasmettere agli altri la sua sofferenza, ma principalmente la sua reazione, ha scritto La vita ai supplementari.
Dopo aver vinto tutto con il pallone giocato si è trasformato in dirigente di club. E poi da quasi un decennio commenta il calcio con Mediaset Premium e dal 2009 al 2013 si è sieduto a Palazzo Vecchio come consigliere comunale. Nelle adiacenze dello Stadio Franchi insieme all’Associazione Sportiva Olimpia ha aperto una scuola calcio i cui numeri sono da capogiro: 260 ragazzini iscritti alla scuola calcio e poi 100 fanno parte del settore giovanile, in totale 360 giovani che riempiono il campo tutti i pomeriggi dalle 15 alle 19 e 30.
Ogni qual volta l’ho incontrato non ho mai visto sul suo volto i segni della stanchezza e dello stress.
La lunga chiacchierata si avvia dall’argomento del giorno, ovvero i tanti agognati stadi che i grandi club ed i proprietari vogliono costruire per tranquillità aziendale ma innanzitutto per una programmazione a medio e lungo termine. Sino a marzo 2017 in Italia un solo club è riuscito ad iniziarlo e ultimarlo e lo si nota, lo Juventus Stadium, o J Stadium oppure semplicemente Stadium, è stato inaugurato l’8 settembre 2011 e, per quelle stranissime coincidenze che la storia di tanto in tanto ci regala, da quel campionato 2011-12 la Juventus vince lo scudetto ed ha proseguito per un quinquennio con prelazione sul sessennio. Solo coincidenza? È d’uopo rammentare agli smemorati e ai pochi ignoranti, ovvero che ignorano, che le azioni della Juventus Fc SpA dimorano nel portafoglio Exor la quale è la cassaforte della Famiglia Agnelli, non dell’ultimo lustrascarpe. Oltre alla Juve anche Udinese e Sassuolo, a Reggio Emilia, sono proprietari del plesso sportivo.
In queste settimane sono sul banco delle discussioni e delle polemiche i potenziali stadi della Fiorentina e della Roma, sono anni che se ne discute ma la prima pietra ancora non è stata depositata. Progetti e varianti navigano da un ufficio all’altro, da una scrivania all’altra, ogni volta precisano che siamo agli sgoccioli, ma ce lo precisano da tempo immemore.
“Juventus ed Udinese viaggiano su due pianeti diversi rispetto agli altri club professionistici. I friulani sono una fabbrica di calcio che ha uno stretto legame con il territorio e i dirigenti vogliono costruire qualcosa per i tifosi, per le famiglie, per il tempo libero.
La Juventus, invece, si è posta altri obiettivi anche perché la dimensione ed il bacino d’utenza dei bianconeri di Torino è completamente diverso. Sono due realtà che hanno pochissimo in comune. Altra faccenda è quella del Sassuolo e di Reggio Emilia. Ciò che sta accadendo a Roma è inspiegabile, un ostracismo incomprensibile. Ci troviamo di fronte a dei privati che vogliono investire senza chiedere un centesimo allo Stato, hanno in mente di realizzare un’opera che interessa la collettività sportiva e non, ne trarrà benefici anche l’amministrazione comunale oltre che l’Erario. Il presidente James Pallotta ha ripetuto numerose volte di voler rispettare in pieno leggi e regolamenti. Per quale ragione ci si impantana?”.
Intanto tutti gli stadi si svuotano, tranne rare eccezioni.
“Anni fa quando si vendettero i diritti televisivi in molti dichiararono che non avrebbero tolto spettatori agli spalti e invece è accaduto il contrario. La realtà è che ci troviamo due gradini al di sotto di quanto avviene in Germania, in Inghilterra, in Spagna e persino in Francia dove hanno costruito impianti sportivi a misura di tifoso e secondo le esigenze del calcio moderno, stadi nuovi, comodi, ottima visibilità, protetti dalle intemperie. In Italia abbiamo imboccato altre strade che ci hanno condotto verso la fuga degli spettatori”.
Nella capitale sostengono che ci saranno colate di cemento e ruberie.
“È compito dell’amministrazione capitolina a controllare e verificare che tutto proceda regolarmente, stesso discorso potrebbe essere per la costruzione di un edificio pubblico, di una scuola, di una strada. La differenza è sostanziale, pur essendo una mega struttura di pubblico utilizzo lo Stato non spende un euro ma è tutto a carico di privati. A Roma di impianti sportivi costati miliardi di lire alla pubblica amministrazione ed oggi in stato di abbandono e di estremo degrado, vi è copiosa abbondanza. Però si preferisce bloccare l’iniziativa di un privato. Secondo le ultime notizie pare che in Campidoglio abbiano sciolto la riserva e concederanno le autorizzazioni. Staremo a vedere”.
Il sindaco Virginia Raggi forse non è a conoscenza delle condizioni dello Stadio Flaminio che sembra un residuato bellico maciullato, vi è lo storico campo del Testaccio divenuto rifugio di randagi, il velodromo dell’Eur altro degrado e discarica, la Città dello Sport di Tor Vergata che, nelle intenzioni, doveva ospitare i palazzetti della pallavolo e della pallacanestro oltre ad una piscina olimpica per i campionati del mondo di nuoto del 2009, invece si è trasformato in un grande bluff. Senza prendere in considerazione le varie palestre e impianti scolastici. Ma nessuno se ne occupa, se poi si parla di costruire qualcosa di nuovo per il calcio le varie associazioni spuntano come funghi con i bazooka.
Tutto questo a Roma, e a Firenze? I Della Valle sottovoce sostengono che la Viola non cresce per mancanza di impianti adeguati.
“Situazione parecchio simile a quella di Roma. Un privato vuole costruire e mettere mano al portafoglio ma dagli uffici comunali non pervengono soluzioni. Personalmente nutro dubbi sulla nuova ubicazione a Firenze Nord, nella zona dei Mercati Generali. All’interno di Mercafir parecchi grossisti hanno fatto investimenti per ammodernare la loro attività, e non si parla di bruscolini, che fine faranno? Nonostante mi impegni faccio fatica ad essere ottimista. Subito dopo mi chiedo: dello Stadio Franchi che utilizzo se ne farà? In città vi sono numerose sedi Coni costrette a pagare affitti, perché non le si accentra negli uffici del Franchi? In Italia la politica desidera essere presente ovunque, i politici vogliono far intendere di sapere e conoscere tutto, lo riscontravo di continuo in Consiglio Comunale, si parlava e si discuteva per ore e giorni senza coagulare. Eppure a Firenze e all’Italia i problemi, quelli veri, non mancano”.
Nei prossimi giorni, lunedì 6 marzo, ci sarà il rinnovo degli incarichi nella Lega Calcio con due candidati: il presidente uscente Carlo Tavecchio e Andrea Abodi, presidente della Lega di B. Il sondaggio offre un leggero vantaggio a Tavecchio ma i le quotazioni sono parecchio oscillanti.
“Abbiamo bisogno di un presidente con le idee chiare e con progetti che contribuiscano a migliorare il nostro calcio che è scivolato tra le seconde fila. Da qualche anno assistiamo a tornei con enormi distacchi tra un gruppetto di 4, 5 società e tutto il resto. Bisogna avere il coraggio di investire sul campionato per far crescere anche chi non possiede enormi disponibilità finanziarie, serve una equa distribuzione dei proventi televisivi. È anomalo il fatto che un club raggiunge ottime posizioni in classifica e debba percepire parecchio meno di società che si sono posizionate nella parte destra della classifica”.
Esempio recente l’attuale Atalanta.
“I bergamaschi stanno disputando un’eccellente annata con tantissimi giovani alla ribalta eppure incassano diritti televisivi inferiori rispetto ad altri. I neroazzurri di Gasperini hanno sempre curato tantissimo il settore giovanile dalle cui fila sono usciti fior di campioni. Questi club vanno premiati e incoraggiati adeguatamente, ma è difficile che in Lega invertano rotta”.
Anche all’estero avvengono degli episodi poco piacevoli, vedi il Leicester.
“Bisognerebbe conoscere meglio ciò che non trapela. Però dopo cinque sconfitte consecutive e il 2-1 in Champions con il Sevilla Claudio Ranieri viene esonerato. Trascorrono tre giorni e tornano alla vittoria con il Liverpool per 3-1. Mi appare tutto strano, conoscendo molto bene l’ambiente sento odore di spogliatoio”.
La proprietà del Leicester è in mano a thailandesi, diverse società europee sono possedute da arabi, da orientali, da cinesi, da gente che con il calcio ha scarsa dimestichezza.
“Sono molto preoccupato per il nostro pallone che finisca in mano a gente piena di soldi ma vuota di passione. Purtroppo tanti personaggi le partite le hanno visto quasi sempre in televisione, non conoscono i meccanismi, la mentalità, non hanno tradizione, cultura. Il calcio ha un funzionamento complesso, regole diverse dagli altri sport. Ben vengano i nuovi ricchi d’oltreoceano ma alla guida del club devono metterci una persona di fiducia e competente, come fecero gli Agnelli con Boniperti”.
Tra i nuovi giovani emergenti vi è un ragazzo che sta dimostrando di possedere enormi potenzialità, Gianluigi Donnarumma.
“Se a 18 anni sei già titolare nel Milan, sei entrato nel giro della Nazionale A, un fisico possente, cresciuto in un ottimo ambiente, stimato e benvoluto dai tecnici, significa che disponi di un potenziale di altissimo livello. Sono campioni che ne nascono uno ogni 30 anni. La mia preoccupazione è che qualcuno semini zizzania intorno a lui che essendo ancora poco esperto potrebbe smarrirsi. Non aiuta la situazione societaria rossonera piuttosto ingarbugliata con i cinesi che a distanza di mesi ancora non hanno ratificato l’acquisto e magari approfittando di questa confusione potrebbe farsi avanti qualche grosso club, vedi Real Madrid, e porre sul piatto un’offerta allettante alla quale è difficile dire di no. Quelle voci che lo vogliono alla Juve, secondo me, sono solo notizie giornalistiche”.
A distanza di oltre un quarto di secolo il popolo rossonero non ti ha dimenticato.
“Sono contento e vuol dire che qualcosa di buono l’ho fatta anch’io tra i pali in una delle formazioni più forte di tutti i tempi con campioni eccezionali in campo e fuori dal campo. Ogni anno il Milan Club Femminile Stella Saronno mi invia gli auguri per le festività più importanti e ciò mi riempie di gioia, appartengono a quelle piccole soddisfazioni che aiutano a dimenticare le ombre e le spine”.
Giovanni si infila nel sottopasso che immette sui campi mentre raccatto blocnotes e Nikon. Nel corridoio campeggia un poster di Niccolò, simbolo di gioventù e di spensieratezza, il suo volto rimarrà sempre nel nostro cuore e nella nostra memoria.
Bruno Galante
Commenti
Giovanni Galli, è un calcio che cresce lentamente — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>