Essere “social” ovvero come utilizzarli al meglio
Domenica 26 febbraio, ricevo, sulla posta elettronica, un invito a un workshop formativo:
“Social Strategy – Strategie Efficaci per i Social Network”, organizzato da Inside Factory.
In un primo momento, resto un po’ perplessa e mi chiedo “chissà cosa potrà cambiare nel mio modo di lavorare?”.
Non vi presto eccessiva attenzione e ingenuamente, penso che non possa permettermi di saltare un giorno di lavoro per della formazione. Nel pomeriggio, al rientro da una passeggiata, rifletto meglio. Ritengo che in definitiva, gli argomenti siano proprio quelli dai quali potrei prender spunto non solo per il mio lavoro, che tratta di comunicazione in azienda, ma anche per il progetto di promozione del libro che ho appena pubblicato. Cosi decido per il sì!
Accendo il computer, apro la mail, rileggo un po’ tutto, cercando di capirne di più.
Bene! Bando agli indugi e via! Clicco sul link e mi iscrivo. Soddisfatta e convinta di aver optato per la scelta giusta, mantenendo la sana curiosità di chi non sa completamente cosa andrà ad ascoltare. Ma è anche piacevole questo senso di attesa, no?
Arriva venerdì 3 marzo. Mi sveglio presto come al solito. Dormo sempre poco, non faccio mai pace con il cervello! Non devo portare il bambino a scuola, ho chiesto a mia suocera la gentilezza di accompagnarlo lei. Dovrò essere lì per le otto e mezzo, per la convocazione dei partecipanti. Faccio tutto con calma e alle otto parto da Montelupo Fiorentino.
Percorro la strada che porta a Ginestra Fiorentina, distante pochissimi chilometri e raggiungo, in breve, il Country Hotel Borgo Sant’Ippolito, location molto bella e confortevole dove si terrà il corso. Un posto delizioso immerso nella campagna toscana, circondato da ulivi e da un paesaggio suggestivo.
Entro, mi fanno accomodare nella sala d’attesa, insieme ad altre persone. Sento che parlano del corso e mi presento con gentilezza e con un sorriso.
Puntuale arriva una ragazza affabile e preparata che si occupa della nostra registrazione per verificare le presenze. Fatto questo, ci fa accomodare in aula. Tutto è pronto, materiale didattico, blocchi, brochure, acqua, manca solo il formatore! Ed eccolo arrivare poco dopo, Simone Terreni sorride, saluta gentilmente tutti, appoggia sulla scrivania il suo materiale, collega il Mac Book e con grande energia partiamo!
Carrellata dei social più importanti :
Facebook: il più frequentato e popolato;
LinkedIn: utilizzato principalmente per il lavoro;
Twitter: sfruttato per inviare i messaggi immediati;
Instagram: quello artistico fatto di foto meravigliose accompagnate da citazioni emozionanti;
Snapchat: adoperato maggiormente dai più giovani, messaggi spot, molto creativi.
Per ogni social vengono spiegate in maniera minuziosa e particolareggiata le caratteristiche e le tecniche più incisive per il corretto utilizzo degli stessi.
Ma non voglio soffermarmi su aspetti meramente tecnici. Non sono esperta in materia. Il mio intento è di raccontare e trasmettere quello che ho vissuto, e ciò che mi ha regalato la giornata di venerdì.
Le otto ore sono trascorse senza che io me ne accorgessi. Un lasso di tempo che poteva sembrare lunghissimo, ma che in realtà è volato, tra le spiegazioni, le esercitazioni e al piacevole interagire di noi partecipanti. Persone incuriosite, dubbiose, reticenti ma, a poco a poco, sempre più convinte dell’importanza che tali strumenti hanno oggi nel nostro modo di lavorare, di proporre un prodotto, di sponsorizzare un progetto e nel creare relazioni non solo effimere. Perché nel web, malgrado si pensi siano solo “connessioni”, navigano di fatto delle persone, solo persone. Una comunità di gente che lavora, pensa, scrive e si emoziona proprio perché umani, nonostante il rapporto sia filtrato dalla rete.
Personalmente, mi sono posta una moltitudine di domande:
- Qual’è l’immagine che do tramite i miei profili social?
- Faccio un uso corretto di questi strumenti?
- So sponsorizzare bene i miei progetti?
- Posto qualcosa che arriva alla gente?
- Ottengo i risultati che vorrei?
Forse non ottengo ancora ciò che vorrei e probabilmente non lo faccio ancora in modo significante. La mia certezza è che ho capito diversi aspetti sinora sconosciutimi. Gran parte delle polemiche che nascono rispetto alla dipendenza maniacale sull’uso dei social, restano sterili se pensiamo che invece, un utilizzo fatto con etica, metodo e passione, li fa diventare strumenti potenti tanto da diffondere in modo virale un pensiero, un’attività e un lavoro in cui crediamo. Se usati con simili ingredienti, possono solo portarci ottimi frutti! E lo dichiara una persona che riteneva, fino a poco tempo fa, i social l’anticamera dell’estinzione della specie umana!
Non è necessario trascorrere delle giornate sui social! È sufficiente un’ora al giorno! È questo l’approccio corretto!
Resta lecito l’utilizzo ludico, le foto, i pensieri, le risate. I sorrisi, quelli non devono mancare mai. La nostra pagina social è, a tutti gli effetti, la nostra immagine e ciò che siamo agli occhi di una comunità che, per quanto virtuale, è composta di esseri umani e non di automi.
Mi sento quindi di dire grazie a questa giornata sulla quale avevo inizialmente ostentato indifferenza, con la supponenza di chi trae conclusioni senza vivere le situazioni.
Raffaella Aquilina
Commenti
Essere “social” ovvero come utilizzarli al meglio — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>